“Non la trovo io una polemica, non la trovo. Senti intanto scrivo, poi vediamo se nelle prossime ore monta qualcosa”. Il giornalista sulla cinquantina passeggia avanti e indietro grattandosi la testa con le mani. Ha la faccia stanca e preoccupata. E sì che la 66esima edizione del Festival di Sanremo, presentata e diretta da Carlo Conti con Gabriel Garko, Madalina Ghenea e Virginia Raffaele, è solo alla sua prima serata. Eppure in sala stampa, tra 1.335 giornalisti accreditati da tutto il mondo si cerca in tutti i modi di aver qualcosa di esclusivo da raccontare rispetto agli altri. Ma se il Festival è un dado che gira e non si sa mai che numero uscirà, una sorpresa anno per anno, con variabili quali conduttori e vallette, in sostanza sempre un dado resta, un cubo a sei lati dove la musica occupa solo uno di questi.
Il protagonista di questa edizione del Festival di Sanremo è il lato arcobaleno perché se l’Italia da settimane non fa altro che parlare di diritti, unioni civili e family day, Sanremo non può far diversamente. Ma ci sono lati di cui nessuno parla, ad esempio il lato pruriginoso e quello d’oro. Impera il lato polemico, quello che si ricerca per forza, a costo di calcare la mano su dichiarazioni sempre troppo politically correct.
Il lato polemico

Gabriel Garko, l’attore di fiction prestato a Sanremo in qualità di valletto dicono gli altri, co-conduttore dice lui, rappresenta la prima novità del Festival. Ed è proprio lui a essere costantemente preso di mira. Una settimana fa evita per un soffio la tragedia in un’esplosione per una fuga di gas di una palazzina. Una donna perde la vita, ma il fatto truce lo tocca e non lo ferma. “Avrebbe dovuto rinunciare all’incarico” chiosano quelli che non rinuncerebbero nemmeno al posto in sala stampa. E invece lui arriva, di una bellezza esplosiva, per restare in tema, un viso aiutato dalla chirurgia, ma non deformato. E la polemica lo attende con le braccia aperte. Voci di corridoio, puntualmente smentite, lo vogliono fidanzato con un bellissimo. E quando il corrispondente di Gay tv va a infierire sulle voci di fronte a tutti, aprendogli col telepass l’autostrada per il coming out, lui tergiversa e risponde che per fare spettacolo bisogna piacere a tutti.
Il lato arcobaleno
Sullo sfondo della Cirinnà, il primo ospite internazionale non poteva essere che Elton John che ha preferito alloggiare a Nizza anziché nella città dei fiori. Atteso per mercoledì sera anche il cantante Hozier, la sua Take me to church divenne un inno ad ogni tipo di amore. Laura Pausini, dopo la sua splendida performance come grande ospite nella serata inaugurale, saluta con un: “Se siamo simili siamo tutti uguali, dobbiamo unirci e non dividerci”. Arisa, Enrico Ruggeri e Noemi tra gli altri, durante la loro performance, indossano come braccialetto un laccio di nastri arcobaleno, una chiara presa di posizione nel tema che domina tutta la kermesse.

Il lato oscuro
Non sarebbe Sanremo senza contraddizione, se gli ospiti aprono al dibattito sui pari diritti, ecco pronta la censura che interviene in un brano delle nuove proposte. Alla giovane Cecile, che canta Negra, è stato chiesto di accorciare il brano. Dalla canzone sono spariti i versi “c’è chi si vanta di ideali dove negri e omosessuali indifferentemente sono tutti uguali”. Togliere uno dei tanti ritornelli dove continua a ripetere la parola “negra” pareva brutto.
Il lato pruriginoso
I veri gossip sono quelli che i giornali non scrivono. Ad esempio che una delle cantanti in gara potrebbe essere incinta e i bookmakers scommettono più su questo che sulle canzoni. Poi si parla di una promiscuità sessual-sanremese ben presente e ben occultata con eventi strani di notte, alle 4, nei giardinetti.
Il lato d’oro
46.500 euro: è questo il rimborso che il Festival paga alla casa discografica per ogni big in gara. Scende a 19.800 per i giovani. Ma i costi per la partecipazione di un giovane cantante si aggirano sui 25.000, tra produzione del disco e direttore d’orchestra. Tra quest’ultimi il più pagato è Beppe Vessicchio: il suo compenso si aggira sui 4.000 euro contro i normali 2.500 euro. Il vero lato d’oro per la Rai viene però dalla pubblicità: dalle ore 21.15 per le prime tre serate del Festival gli spot si pagano 198.000 euro, contro i 227.700 euro della finale.
Il lato musicale

Ah sì, vero, c’è anche quello. L’avevano annunciato come un Festival ricco di belle canzoni e invece se ne salvano poche. La rosa dei magnifici quattro alle prove comprendeva Noemi, Stadio, il duetto Giovanni Caccamo con Deborah Iurato e Annalisa. Ma sul palco dell’Ariston l’emozione gioca brutti scherzi e Arisa, veterana del Festival, riesce bene con l’interpretazione dando al suo pezzo un’aura che non avevamo notato dal vivo.
Carlo Conti lancia il dado e la prima serata di Sanremo fila via liscia, non ci si annoia, tra le gag di Aldo Giovanni e Giacomo, una Virginia Raffaele che per tutta la sera imita Sabrina Ferilli, Garko che legge e non si sposta di una virgola dal gobbo, Laura Pausini che duetta con il video di se stessa debuttante all’Ariston, tutti che criticano il Festival, ma tutti che lo guardano. Tutti cantano Sanremo dice lo slogan di quest’anno e Conti punta a ripetere il successo dell’anno scorso. Glielo auguriamo, e che sia un Sanremo… al cubo!