Insieme per diro no al terrosrismo e per affermare il sacro principio della pacifica convivenza tra i popoli di diverse religioni: a pochi giorni dai tragici eventi di Tunisi, il Teatro Massimo di Palermo, splendido gioiello dell'arte Liberty (il terzo teatro più grande d’Europa, dopo le Opere di Parigi e Vienna.) propone la prima tappa di un progetto artistico e culturale inter religioso, nato dalla collaborazione con l’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), l’Istituto Siciliano di Studi Ebraici, l’Archivescovato di Palermo e la Coreis (Comunità Religiosa Islamica) Italiana.
Le voci, i testi e le musiche delle tre grandi religioni nate nel bacino del Mediterraneo risuoneranno simbolicamente in una dimensione laica quale il Teatro Massimo, per un’occasione di incontro che vede insieme per la prima volta Emil Zrihan, cantore della Sinagoga di Ashkelon (Israele), Raimundo Pereira, cantore della Cappella Sistina in Roma, e l’Imam Abd al Wadoud, cantore della Moschea centrale di Parigi.
Alle loro si alterneranno le voci del soprano Lia Battaglia e del basso Ugo Guagliardo per eseguire, brani dalle Lamentationes Jeremiae Prophetae di tre compositori barocchi: un siciliano, Alessandro Scarlatti; un francese, François Couperin; e un ceco, Jan Dismas Zelenka. L'appuntamento è per domenica 29 marzo alle 18.30.
A fare da cornice al concerto, sul palco, la riproduzione della celebre iscrizione quadrilingue della Zisa, il castello arabo di Palermo, che testimonia la molteplicità di culture della Palermo normanna: è scritta infatti in giudeo-arabo in alto, in latino a sinistra, in greco a destra e in arabo in basso e riporta i diversi sistemi di datazione in uso nelle diverse comunità.
"Iniziative come questa – dice il sindaco di Palermo e presidente della Fondazione Teatro Massimo, Leoluca Orlando – servono a mantenere alta la guardia e a sensibilizzare l'opinione pubblica contro gli assassini che vorrebbero farci tornare indietro nel tempo e fermare i processi democratici".
"Abbiamo voluto fare partire da questo Teatro che rappresenta l'anima della città – spiega il sovrintendente Francesco Giambrone – un grido forte per dire no al terrorismo e alla follia che dilaga nel mondo. Un concerto che, al di là del notevole valore artistico dato dalla presenza di grandissime voci, è un segnale di impegno civile che siamo sicuri che Palermo raccoglierà. Vogliamo dire alla città che il Teatro è il luogo per esserci, per ritrovarsi, per fare muro contro la violenza".