Poco a est di Washington Square Park c’è un angolo di Manhattan che oggi ospita eleganti abitazioni e importanti uffici, ma che a inizio secolo pullulava di immigrati europei che tra queste vie trovano casa, lavoro e, a volte, la morte. Andò così per le 146 donne che persero la vita nel Triangle Shirtwaist Factory fire, l’incendio scoppiato in una fabbrica di camicie in cui erano impiegate prevalentemente donne immigrate, tra cui moltissime italiane ed ebree. Succedeva il 25 marzo 1911.
Per commemorare quel tragico giorno, ogni anno a New York cittadini, lavoratori, organizzazioni sindacali e tante donne e bambini si ritrovano nel luogo dell’incidente, tra Green Street e Washington Place, dove una targa ricorda l’incendio. Mercoledì 25 marzo, in una gelida giornata di sole, l’incrocio tra le due strade si è riempito di persone che, al posto dei cartelli, portavano camiciette si cui erano scritti i nomi delle vittime, per ricordare che la sicurezza sul lavoro è ancora oggi una questione non del tutto risolta.
Dopo alcuni interventi dal palco montato per l’occasione, bambini e discendenti delle vittime hanno deposto un fiore per ognuna delle donne morte, mentre la lista dei nomi veniva scandita da tocchi di campana. Parcheggiato su Washington Place c’era un veicolo dei vigili del fuoco da cui, poco prima della deposizione dei fiori, è stata sollevata la scala per i soccorsi per mostrare come, quel giorno di 104 anni fa, i pompieri non riuscirono a salvare le donne, che finirono per gettarsi dalla finestra, proprio perché la scala, troppo corta, non arrivava al piano in cui erano ammassate le lavoratrici.
L’incidente segnò una della pagine più tragiche della storia di New York e allo stesso tempo diede inizio a una serie di manifestazioni di protesta e movimenti che risultarono in nuove leggi per tutelare i diritti e la sicurezza dei lavoratori. Diritti che ancora oggi vanno ricordati, difesi e rinforzati.
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