Palermo rimane una città sorprendente: nonostante le difficoltà e contro di esse, aguzza l'ingegno e non ci sta a veder morire il proprio talento, l'atavico desiderio di esprimersi artisticamente e in maniera del tutto originale. Amanti della letteratura, dell'arte, dei giardini, della poesia, dell'architettura, del mare in una parola della Bellezza intesa come crescita culturale e spirituale, i palermitani riescono a stupire gli stessi concittadini.
Mentre le polemiche infuriano sulla bocciatura del Teatro Biondo, che pure da quando è diretto da Roberto Alaimo ha visto triplicare gli abbonamenti e fare un balzo qualitativo e sicuramente innovativo degli spettacoli, mentre la sensazione del fallimento culturale s'impossessa un po' di tutti, oscurando in un certo senso le nostre passioni attraverso la riduzione delle rappresentazioni che di esse il teatro è espressione catartica, serpeggiano rivolte culturali alternative che si concretizzano in iniziative straordinarie, davvero mai viste prima e che partono proprio da Palermo.
Si può scoprire così l'esistenza di un sotteraneo mondo associativo dedicato all'ascolto e alla rigenerazione di valori necessari, di bisogni altrimenti inespressi in attività umanistiche che considerano principalmente l'Arte come via di liberazione, una virtuosa necessità da esprimere liberamente. Si può scoprire così l'esistenza dell'Associazione "Colori di Luce" che sembra inseguire e trovare la Bellezza ovunque sia nascosta, considerata finalità univoca della propria attività, e piuttosto originale.
E' di qualche settimana fa lo spettacolo che l'Associazione ha proposto, dal titolo: "Perbacco, storie DiVino", la storia del Vino come storia del mondo, di e con Sandro Dieli; una piacevole sorpresa dell'esistenza del "teatro d'appartamento". Una stanza neanche troppo grande, un forte odore d'incenso e una trentina di persone. Un uomo che racconta una storia così vicina da poterla respirare e così lontana da farci viaggiare tra diluvi primordiali, remate epiche, ebbrezze cosmiche. Un racconto intimo, mimato, bisbigliato, cominciato dalla Genesi (che è tutt'uno col Vino e col Divino) e conclusosi ai nostri giorni.
Davanti agli spettatori Sandro Dieli diventa Noè e Cam e Gilgamesh ed Enkidu e Frine, inonda di mar Mediterraneo, d'imbarazzo, di sentimenti crescenti e ambivalenti, di sottile e perturbante piacere, infine di abbandono alla storia stessa, liberando gli astanti in modo del tutto naturale dai fantasmi da cui erano, se lo erano, prima di entrare, abitati. Ci si ritrova tutti insieme, là, nella grotta del Ciclope, in quel presente e non nel passato, insieme a Ulisse e Nessuno, nel bel mezzo di un mare colore del vino. Grande emozione per un evento che restituisce l'anima e il sogno attraverso la nostra stessa storia, la storia del mondo e poi, in un bicchiere, il vino colore del mare che diventa gusto, piacere, convivialità.
Una novità assoluta per Palermo e per l'Italia. Per il visitatore che voglia scoprire il lato più intimo della città e non conosca a sufficienza le piccole ma vivaci realtà circolari di cui è pur ricca, da adesso è sufficiente approdare allo storico "Hotel Posta", situato in un'altrettanto storica via di Palermo. In pieno centro, di fronte al palazzo delle Poste centrali di via Roma, tra il museo archeologico Salinas e l’Oratorio di Santa Cita (autentico gioiello degli stucchi del Serpotta), l'Hotel si trova in via Gagini, e sembra essere diventato, se mai non lo fosse già stato, luogo ideale dal quale partire per iniziare il viaggio alla scoperta della città, ma soprattutto d'incontro (e questa è la novità) con il palermitano più vero, meno rinunciatario, più caparbio, più introspettivo e geniale.
L'Hotel, da sempre particolarmente sensibile al mondo dell’arte e della cultura, rispecchia da quattro generazioni la grande tradizione dell'ospitalità siciliana dove al piacere di ritrovarsi consacra quel modo unico di farci sentire a casa; in più, dal lontano 1921 è stato casa del teatro per avere ospitato numerosi artisti. Diventa oggi struttura ricettiva non solo turistica, ma anche culturale nella condivisione di un'iniziativa che propone questa nuova idea di fare e di fruire il teatro.
Il progetto, ideato e curato dall'attore e regista Valerio Strati, con il supporto delle associazioni "Insieme per la cultura", "Teatro alla Guilla" e "Carro di Tespi", si chiama: "Rooms. Stanze inConsuete si raccontano" e si ripropone di accompagnare lo spettatore in un percorso itinerante attraverso le stanze dell'Hotel. Luogo ideale per questo esperimento culturale, luogo di sosta di grandi personaggi come Totò, Vittorio Gassman, Dario Fo, albergo storico che ha sempre respirato il teatro, pioniere di un progetto che punta a risvegliare non solo la cultura ma anche l’economia.
"L’iniziativa – dice Giulio Pirrotta, presidente di "Insieme per la Cultura" – rientra tra le attività che la nostra associazione realizza, creando sinergie e collaborazioni tra operatori culturali e operatori economici, per valorizzare beni e attività culturali nella nostra città e promuovere nuove occasioni di sana economia". Si tratta di quattro performances che saranno accompagnate da un aperitivo, a cura dell’Hotel Posta e gentilmente offerto dall’azienda agricola Orlando che prevede degustazione di vini e oli siciliani, formaggi e salumi.
E' la prima volta che in Italia il teatro arriva nelle camere di un albergo, infrange l'intimità delle camere ed emoziona: davanti agli occhi indiscreti dello spettatore stralunato e avvolto dalla penombra della camera la performance trasmette la gioia di vivere, entra negli spazi intimi, scopre le vendette, spia le passioni. Dalle stanze anonime dell'albergo, non-luoghi senza tempo e senza tracce che diventano palco per una sera, nasce una modalità inedita di concepire il teatro, che in questo senso narra quei pezzi di vita "spesso da dimenticare, o impossibili da cancellare", come sostiene il regista. Un vero e proprio spettacolo itinerante che vedrà lo spettatore spostarsi di stanza in stanza, protagonista alla scoperta di quei racconti che diventano frammenti di vita e di intimità.
Quattro le performances realizzate per l’occasione, partendo da testi inediti di autori italiani: "Nobili sogni" di Antonio Ferrante, interpretato da Domenico Bravo (turbamenti e inquietudini di un'attore insoddisfatto); "Una seconda possibilità" di Antonio Lauro con Viviana Lombardo e Sandro Dieli (un killer che deve scegliere fra l’amore della sua vita e la missione criminale da compiere); "L'ultima stanza" di Domenico Bravo con Floriana Patti e Domenico Bravo (la passione segreta di un cliente instabile per la cameriera d’albergo); e infine "Lupo" di Lina Prosa con Valerio Strati (il dramma interiore di un pugile prima dell’incontro decisivo della sua carriera).
"Si tratta di eccellenti drammaturghi – dice Valerio Strati – i quali hanno scritto storie intriganti che raccontano l'essere umano nella sua privacy: nell’intimo delle nostre stanze siamo noi stessi senza veli ovvero grotteschi, folli, ridicoli, feroci, antipatici, depravati. Facce della stessa medaglia, sfumature che ci appartengono e si manifestano di fronte a precise circostanze. Spesso ci sforziamo di reprimere quello che un impulso, forse antico, ancestrale, tira fuori senza controllo".
Il progetto, sperimentale da ogni punto di vista sembra essere un modo inedito e affascinante di integrare mondi apparentemente distanti come quello teatrale e quello alberghiero, quello tutto umano del mostrare e dell'essere e quello a tratti cupo della realtà di quest'isola di Sicilia.
(Il progetto è pensato per 20 spettatori per volta. Per ogni data – 7, 14, 21 e 28 marzo 2015- sono previsti quattro turni -A ore 18, B ore 19.30, C ore 21, D ore 22.30 – . Ingresso su prenotazione al costo di 15 euro per lo spettacolo con aperitivo)