Da qualche giorno, entrando nella palazzina di park Avenue che ospita l’Istituto Italiano di Cultura di New York, non si sente più quell’odore di passato che spesso avvolge le istituzioni culturali italiane. L’aria odora invece di legno lucidato di fresco, vernice e pagine. Sulla parete del corridoio d’ingresso, una targa immacolata ci offre una spiegazione: Biblioteca Lorenzo Da Ponte. La targa non lo dice, ma la biblioteca è nuova di pacca; inaugurata mercoledì 26 febbraio alla presenza del ministro alla Cultura, Dario Franceschini, è ancora da completare. Ridipinte le pareti, adeguato l’impianto di condizionamento, messa a norma la porta, affilati i libri sugli scaffali in legno naturale, mancano solo tavolo e sedie per la consultazione. Ma il più è fatto. La stanza al piano terra dell’edificio, allestita per condividere con la comunità newyorchese il patrimonio bibliografico dell’Istituto di Cultura, è realtà. Il progetto è di M[h]ouselab, degli architetti italiani con studio a New York Francesca Cigola e Matteo Milani.
Fabio Troisi, attache for Cultural Affairs dell’Istituto, nella biblioteca Lorenzo Da Ponte
A farci visitare la biblioteca è Fabio Troisi, attache for Cultural Affairs dell’Istituto. “Tra gli obiettivi istituzionali di ogni Istituto di Cultura – ci spiega – c’è quello di conservare e rendere accessibile al pubblico una raccolta di libri in italiano o dedicati all’Italia. Un obbligo largamente disatteso e a cui per anni anche questo Istituto non è riuscito a tenere fede”. E proprio ora che l’Istituto newyorchese naviga da un anno senza capitano, i buoni propositi si sono trasformati in realtà, ed ecco che è comparsa una biblioteca, piccola, ma ben disegnata, luminosa, accogliente e ricca di libri: essenziale, ma in grado di svolgere la sua semplice funzione e rispettare un obbligo istituzionale.
Lo spazio non è sufficiente ad accogliere l’intera collezione dell’Istituto che, ci ha spiega ancora Troisi, è composta da 19.000 volumi. Solo un quarto ha trovato spazio nella stanza appena inaugurata, ma la collezione dovrà essere rivista: andranno selezionati i testi più interessanti e in stato di conservazione migliore, mentre altri andranno eliminati.
“Il nucleo originale della collezione – prosegue Fabio Troisi – risale al 1962. Esisteva un fondo alla Columbia University dedicato a Paterno e Prezzolini si accordò con la Columbia perchè quel fondo fosse donato all’Istituto di Cultura. A quel nucleo iniziale si sono andati ad aggiungere volumi ricevuti in donazione e altri acquistati dall’Istituto. Pare sia la collezione più importante di libri italiani nel Nord America”.
Alcuni dei volumi conservati dall’Istituto risalgono al 1500 e c’è anche un dizionario Italiano-Inglese del ‘700. Per esporre i libri più antichi, Troisi vorrebbe far installare una teca su una delle pareti della biblioteca.
Gli argomenti vanno dalla letteratura italiana, alle scienze umane, alla geografia e ai libri di viaggio. Ci sono enciclopedie, dizionari, libri in lingua inglese d’argomento italiano. Il catalogo è disponibile online all’interno della rete Bibliowin, accessibile dal sito internet dell’Istituto, da dove si possono anche prenotare i volumi per il prestito esterno. La biblioteca sarà aperta al pubblico in orari ancora da definire e che saranno leggermene ristretti rispetto a quelli di apertura dell’Istituto.