Roma Juventus 1-1
Doveva essere l'occasione della Roma per riaprire il campionato ma il risultato finale non lascia adito a dubbi. Il pareggio tra la capolista e la sua diretta inseguitrice lascia inalterato il divario a 9 punti di distacco in classifica. La Juventus esce indenne dall'Olimpico con il rammarico di non aver saputo chiudere i conti definitivamente, la ASRoma subisce per quasi tutto l'incontro e si sveglia dal torpore solo negli ultimi 20 minuti, troppo pochi per sperare di capovolgere il risultato in proprio favore. Il pareggio consolida il primato bianconero ormai avviato verso la conquista dello scudetto mentre i giallorossi abbandonati in un cassetto i progetti per l'aggancio al team bianconero da cacciatore diventano preda . Dalla prossima giornata infatti dovranno guardarsi le spalle dai continui attacchi che le dirette inseguitrici porteranno con ritmo costante per tutta la fase finale del girone di ritorno. L'Olimpico di Roma è quello delle grandi occasioni, vestito a festa per l'incontro più importante del campionato. I tifosi sugli spalti omaggiano i loro idoli con una coreografia mozzafiato di quelle che fanno tremare le gambe anche ai professionisti del pallone . E le gambe alla Roma devono aver tremato abbastanza perché è la Juventus che prende in mano il pallino del gioco praticamente per tutto l'incontro, almeno fino al pareggio romanista. .Allegri si schiera con il solito 3-5-2, Morata preferito a Llorente a far coppia con Tevez. Mediana formata da Pereyra Marchisio e Vidal . Difesa affidata a Bonucci, Chiellini e Caceres. Esterni Lichsteiner ed Evrà. La Roma adotta il consueto 4-3-3 . Pjanic , De Rossi e Keità in interdizione con il tridente Totti, Gervinho e Ljajic. Parte subito forte la Juventus che penetra negli spazi piuttosto larghi della mediana giallorossa e si rendono pericolosi in almeno un paio di agguati a De Santis. Al 20' è Manolas che procura un brivido ai propri tifosi; nel tentativo di anticipare Morata il difensore di piatto mette fuori il pallone che passa ad appena pochi centimetri della sua porta . Un contropiede sviluppato sulla linea centrale del campo innesca una fuga di Vidal ed il tiro al limite dell'area viene deviato in maniera provvidenziale dalla difesa. Il primo tempo della Roma sta tutto in un tiro velleitario al 41'. La ripresa segue lo stesso motivo del primo tempo ed al 60' la Juve passa meritatamente in vantaggio: Fallo di Torosidis che si becca pure l'espulsione per doppia ammonizione. Pennellata su punizione di Carlitos Tevez, pallone che sorvola la barriera e si infila chirurgicamente in rete sotto la traversa di De Santis. Popolo bianconero in festa e Roma stordita come un pugile suonato in attesa del Gong liberatorio. Garcia si gioca le ultime due sostituzioni ed anche la propria reputazione sostituendo quasi all'unisono i due capitani Totti e De Rossi per Iturbe e Nainggolan. E' il 73' e la Roma si trasforma dal brutto Dottor Jeckyll allo straordinario Mister Hyde. La squadra ha una reazione da invasata, dapprima lenta ed impacciata, prevedibile e senza idee ora si trasfigura in una squadra veloce ed efficace evidenziando una notevole tenuta atletica. I bianconeri che pur avevano speso tanto appaiono sconcertati da questa repentino cambiamento che alla seconda occasione su punizione con il contagiri di Florenzi subiscono il pareggio ad opera di Keità con Marchisio alla disperata che cerca di scacciare il pallone dalla rete. Ma la Roma si sveglia troppo tardi per sperare in qualcosa di diverso dal pareggio che tutto sommato sembra un risultato che sta stretto alla Juventus ma che premia la Roma almeno per la reazione straordinaria avuta negli ultimi minuti. La grande prova di maturità offerta dai tifosi sugli spalti e dai giocatori in campo sembra aver definitivamente archiviato le polemiche della partita dell' andata, il gioco del calcio si è visto a sprazzi al Foro Italico ma l'incontro era tra quelli più sentiti e la tensione ha giocato un brutto scherzo ai giocatori giallorossi che si sono sbloccati solo alla fine. Ed ora lo scudetto può perderlo solo la Juve.
Roma, nemmeno ii riflettori sembrano illuminarla a dovere, reazione tardiva ma efficace, voto 5: Juventus padrona incontrastata del campo ha il demerito di non chiudere l'incontro prima, voto 7
Voto ai tifosi : 9
Sesta di ritorno: inciampi e ritardi
Un altra giornata di campionato orfana del Parma e decurtata di una partita. Il Genoa ed il Parma non hanno giocato per uno sciopero dei calciatori ducali atto a sensibilizzare l'opinione pubblica sul disastro della società e sulle cause che stanno guidando il Parma verso il fallimento pilotato. Le cifre a volte sono aride ma in questo caso sono il consuntivo di una catastrofe dove la Federazione è intervenuta con un ritardo assurdo ed imbarazzante. Dopo il crac della Parmalat nel 2004 i ducali hanno cambiato l'assetto societario diventando il Parma Football Club. Nel 2014 il debito con le banche è arrivato a 42 milioni di Euro. Il Club ha accumulato plusvalenze per 47 mln. con un fatturato operativo di 55 mln a cui si aggiungono 37 mln in diritti televisivi , incassi al “Tardini” per 4 mln. e circa 7 mln in operazioni commerciali. Le uscite di bilancio ammontavano però a circa 114 mln di Euro con un parco giocatori assurdo di 250 unità con relativi stipendi da erogare. Il debito insostenibile con le banche ha permesso a Manenti di acquistare la Società per un euro con la promessa che sarebbero arrivati i bonifici entro breve termine. Promessa ovviamente non mantenuta. Il 19 Marzo è prevista l'udienza in Tribunale per il Fallimento del Parma Football Club, mentre la Lega Calcio pietosamente ha previsto un assemblea ma non prima del 6 Marzo, data troppo distante vista la gravità della situazione ed inaccettabile per i calciatori che hanno indetto appunto lo sciopero. La Federazione si sta dimostrando sempre troppo lontana dagli avvenimenti del Parma ed ha permesso alla Società di non pagare gli stipendi da sette mesi senza intervenire. La scelta della Lega di riunirsi non prima del 6 Marzo per discutere della situazione del Parma assume contorni indegni nel panorama calcistico italiano. Ma probabilmente i Soci prima di quella data avevano altro da fare.
Torino – Napoli 1-0
Dopo le dure battaglie in Europa le due squadre tornano ad affrontarsi sul terreno del Patrio suolo. Il Napoli che non ti aspetti perde la bussola e si disorienta, manca di lucidità e di spinta propulsiva, si spegne e perde malamente contro i granata che invece fanno l'esatto opposto dei partenopei. Eppure ci si aspettava un incontro completamente diverso. Il Napoli non ha faticato molto nei due turni di League piegando con una certa facilità i modesti turchi del Trazbonspor mentre il Torino era reduce da un autentica battaglia a Bilbao in cui è riuscito a scrivere la storia con una vittoria che in terra basca mancava da sempre. Ma il calcio che non ti aspetti è sempre in agguato e stila i suoi resoconti sempre alla fine delle partite. Solito 3-5-2 collaudato e perfezionato da Ventura per il Torino, piramide per Rafa Benitez con tre attaccanti sulla mediana ed al vertice Higuain terminale offensivo. Passano pochi minuti e la musica inizia ad accordarsi sulle note granata: Martinez in girata in piena area partenopea manca clamorosamente la porta con Ventura che per la disperazione quasi entra in campo. Per il Napoli solo un tiro di Hamsik al 40'. Nella ripresa dopo un quarto d'ora Gabbiadini sostituisce uno spento Hamsik che non la prende troppo bene .Il Toro fa la partita ed il Napoli sonnecchia senza voglia ed al 60' la svolta dell'incontro: Sciocchezza madornale di Koulibaly che regala un calcio d'angolo al Torino e sul successivo cross in area di Farnerud, il gigante buono Glik capitano dei granata con uno schema ormai collaudato incorna per il vantaggio torinista. Il Napoli ha un sussulto con una punizione di Gabbiadini che prende il palo alla destra di Padelli. Due cambi simultanei per Ventura a tempo scaduto permettono ai granata di far scorrere il tempo in loro favore e la partita si chiude solo 5 minuti oltre il tempo regolamentare facendo infuriare Rafa Benitez che pretendeva, a ragione, un extra time più lungo per il forcing finale dei partenopei.
Torino, Schemi perfetti e cuore sempre sul campo, voto 8: Napoli, svogliato e disattento per una prestazione insufficiente, voto 5
Inter – Fiorentina 0-1
Passo indietro per l'Inter che dopo tre vittorie di fila stecca la quarta e perde in casa contro la Fiorentina. Entrambe reduci dal passaggio del turno in Europa le due squadre scendono sul campo del “Meazza” con la stessa ambizione di vincere ma con diversi schemi tattici. Montella schiera il suo tridente offensivo formato da Diamanti, Babacar ed Ilicic Mentre Mancini torna al suo rombo che stavolta però non produce gli effetti sperati. Al 10' primo pericolo per Handanovic che respinge di pugno un tiro velenoso di Diamanti su punizione. Supremazia tattica della Fiorentina che spinge e in apertura di ripresa segna con Salah in vantaggio dei Viola: cross dalla sinistra in area, Handanovic esce ma non trattiene, si avventa sulla sfera Salah che insacca a porta vuota. Reazione violenta ma sterile dell'Inter che produce almeno due nitide palle-gol ma non riesce a violare la porta di Neto anche oggi insuperabile tra i suoi pali. L'Inter smarrisce il ritmo delle tre vittorie consecutive perché “ Le partite a volte vanno così e può capitare di perdere” sentenzia Mancini ai microfoni . Nonostante le caustiche fatalità del Mister, a nostro avviso l'Inter ha perso perché alcuni suoi uomini non hanno una posizione definita in mezzo al campo, la difesa non costruisce in virtù del fatto che attualmente non ha giocatori in grado di impostare il gioco, il centrocampo fatica a costruire trame per gli attaccanti e manca di un vero Leader in campo capace di dettare i ritmi ed i tempi giusti. Kovacic è apparso fuori dagli schemi del Mancio e scorrazza in campo fuori ruolo, forse questa indisciplina tattica è dovuta alla sua giovane età e Podolski è stato a lungo fischiato dalla platea nerazzurra per scarsa incisività tanto che al 66' è stato sostituito da Shaqiri, che però non ha brillato più di tanto.
Inter, costruire sette palle-gol e non metterne dentro nemmeno una è un demerito enorme, voto 5: Fiorentina, sotto il piano tattico interpreta la partita alla perfezione, voto 7
Atalanta -Sampdoria 1-2
La Sampdoria espugna lo Stadio Atleti Azzurri d'Italia e torna alla vittoria dopo più di un mese , l'ultima a Parma per 2 a 0. Parte bene la Samp che con una girata di Etoo ed un tiro fuori area di Muriel impensierisce l'estremo bergamasco in almeno un paio di occasioni. Ma al 16' è l'Atalanta che passa: cross di Dramè che attraversa tutta la porta ed arriva a Stendardo che insacca. Nella ripresa la Sampdoria prende in mano le redini del gioco e con un paio di tentativi mette i brividi a Sportiello , e tra salvataggi sulla linea e rovesciate senza esito, la Samp alla fine pareggia: Controllo aereo di Muriel di petto e tiro a volo che fredda Sportiello. La Dea ha il merito di non scomporsi e spinge alla ricerca del gol , ma un incertezza di Sportiello su un tiro non irresistibile di Etoo regala la vittoria ai blucerchiati che salgono al sesto posto staccando i cugini genoani che oggi non hanno giocato per le note e tristi vicende che coinvolgono il Parma in questo assurdo girone di ritorno.
Atalanta, volitiva ma disordinata, è mancata la mano del tecnico a mettere ordine in campo, voto 5: Sampdoria prova di carattere ha il merito di ribaltare il risultato e vincere in rimonta, voto 7
Cesena – Udinese 1-0
Il pareggio del Cesena contro la Juventus non era stato dettato dal caso, come non è stato un caso che ieri mister Di Carlo abbia fatto bottino pieno ai danni dell'Udinese che sul campo mostra sempre il suo compitino ma non incide e non vince ed anzi con questa sconfitta sale a quota tre sconfitte consecutive. “ Sullo 0 a 0 la mia squadra si è accontentata” ha detto Stramaccioni, grave errore accontentarsi di un pareggio e quando la partita sembrava ormai aver preso la strada della divisione dei punti uno schema offensivo studiato a lungo in allenamento porta in vantaggio il Cesena; Cross dalla destra di Brienza lungo sul secondo palo, movimento collaudato di Rodriguez che si fa trovare al posto giusto nel momento giusto ed insacca sulla destra di Karnezis che nulla può per evitare la rete a conferma che il caso a volte non esiste.
Cesena ben piazzato in campo giocaogni partita come fosse una finale, voto 7: Udinese, chi si accontenta non gode, almeno nel Calcio, voto 5
Palermo – Empoli 0-0
Davvero inspiegabile come una partita come quella giocata ieri al “Barbera” di Palermo possa concludersi senza reti. Due squadre tatticamente perfette dai meccanismi oliati con movimenti sincronizzati ed una tecnica individuale notevole hanno dato vita ad un incontro piacevole e ben giocato in cui è mancato solo il gol. Il record stagionale di ventunomila spettatori fanno da cornice a due neopromosse che per propri meriti stanno diventando protagoniste nel campionato di Serie A con il Palermo in serie positiva da nove turni mentre l'Empoli allunga con questo pareggio la sua striscia personale con cinque turni senza sconfitte. Sarri ha abbandonato l'iniziale 4-3-3 per un modulo che presenta più equilibrio senza rinunciare alle finalità offensive. La coppia d'attacco Tavano-Maccarone con Saponara falso nove rendono lo schema di Sarri un tridente camuffato ma efficace. Iachini schiera una linea a cinque in mediana con Morganella e Daprelà esterni con licenza di offendere ai lati della coppia d'attacco Dybala-Vazquez. Con queste premesse i rosanero dettano i tempi del gioco e deliziano la folla con un paio di colpi dei suoi argentini mostrando anche una certa supremazia territoriale mentre l'Empoli è più veloce nelle ripartenze e crea qualche problema a Sorrentino. Tra rabone, dribbling e traverse oggi il Palermo ha sicuramente fatto vedere le cose migliori di questo turno di campionato, ma l'Empoli si è reso pericoloso in più di una circostanza. Encomiabili i commenti dei due tecnici che parlano di pareggio giusto, ma non numericamente. Una partita giocata in questo modo avrebbe meritato almeno due gol per parte.
Palermo ed Empoli confermano il loro stato di grazia ed allungano la serie positiva accreditandosi come protagoniste di questo campionato. Voto 8 : Voto alla partita 9
Sassuolo – Lazio 0-3
Felipe Anderson allo scadere del primo tempo poi Klose e Parolo mettono il sigillo sulla partita del Mapei Stadium e chiudono il match con tre reti a zero che spingono la Lazio verso il terzo posto a due soli punti dal Napoli bloccato a Torino ed a cinque dalla Roma che giocherà stasera contro la capolista Juventus. Il risultato di tre a zero denota una supremazia tattica e tecnica superiore e commentarlo è fin troppo facile. I Biancocelesti si sono imposti grazie alla padronanza assoluta del campo e all'estro del ritrovato Felipe Anderson che con una prodezza balistica a giro sulla sinistra di Consigli ed un assist per Klose risulta essere di gran lunga il migliore in campo. All'andata la Lazio vinse il confronto vincendo per tre reti a due, confermandosi bestia nera per mister Di Francesco che proprio non riesce a sviluppare il suo gioco quando incontra i biancocelesti pur reiterando il tridente offensivo senza indugio alcuno.
Sassuolo, sconfitta senza attenuanti ma gioco sempre ben calibrato, voto 6: Lazio di un altro pianeta rispetto agli emiliani, voto 7
Cagliari – Verona 1-2
Tira una brutta aria al Sant'Elia, ma il fenomeno è prettamente calcistico e non meteorologico. Zola si tira il bavero ed evita le folate malevoli che vogliono la sua testa dopo questa brutta sconfitta che potrebbe metterlo alla porta dopo poche giornate alla guida del Cagliari. Nelle ultime cinque partite il tecnico isolano ha raccolto la miseria di un solo punto, inaccettabile bottino per chi ha urgenza di punti per la salvezza come l'acqua nel deserto. Il Verona si prende le chiavi dell'incontro e chiudono il portone dei tre punti con una partita giocata a buoni livelli e sfruttando con cinismo le poche occasioni che l'incontro ha offerto ai tifosi accorsi sempre numerosi per seguire le sorti della società rossoblù. Doppio vantaggio degli scaligeri con Toni sempre presente con l'appuntamento del gol e Taleb su assist dell'ottimo Halfredsson liquidano la partita. A nulla vale il gol in extremis di Conte, a nostro avviso e nonostante l'età sempre uno dei migliori ma spesso snobbato dal tecnico di Oliena.
“In questi momenti deve venire fuori il carattere” ha detto Zola, e noi siamo convinti di questo aspetto poiché la squadra isolana sembra essere ben messa in campo penalizzata spesso da errori individuali. Al Sant'Elia viene premiata l'umiltà di Mandorlini che ha schematizzato a dovere i suoi uomini con disciplina tattica notevole.
Cagliari, periodo difficile. Manca il carattere e l'attenzione, non il gioco. Voto 6: Verona cinico e spietato come una provinciale dovrebbe essere. Voto 7
Chievo – Milan 0-0
Inzaghi rimedia un altra mezza figura e per lui si avvicina l'esonero. Nonostante i vari infortuni e le assenze pesanti appare sempre più difficile che il tecnico rossonero possa salvare la sua panchina in caso di un ennesimo passo falso contro il Verona. Il Milan diventa egoista nelle difficoltà e contro il Chievo abbiamo notato che alcuni giocatori si ostinano troppo spesso in azioni individuali invece di cercare azioni corali e gioco di squadra. I palloni agli attaccanti arrivano troppo spesso da disimpegni dei difensori e quando i centrocampisti prendono palla si avventurano in percussioni complicate senza favorire la profondità per servire le punte che a loro volta non applicano il movimento aspettando il pallone sui piedi. Eccetto gli infortuni il Milan visto al Bentegodi anche ridimensionato dalle assenze paragonato al Chievo non dovrebbe esserci partita vista la scala di valori tra le due squadre. Invece il Milan sceglie sempre la soluzione più difficile, cambia modulo ogni partita ed i giocatori scendono in campo in un ruolo ma poi finiscono per stabilire anarchie pericolose vagando per il campo fuori ruolo. E' faticoso difendere Pippo Inzaghi quando afferma che prima o poi troverà il modo di valorizzare Cerci; un giocatore del calibro di Cerci non andrebbe valorizzato ma impiegato. La cronaca dell'incontro è abbastanza scarna se si eccettua la traversa di Honda. Il giapponese aveva punito il Chievo all'andata, ma non si è ripetuto a Verona. Oltre ai demeriti anche un pizzico di sfortuna…
Chievo, regge bene l'impatto dei rossoneri e non si danna troppo per portarsi a casa il punto, voto 6 : Milan solita storia che si prolunga da tempo senza schemi tattici e giocatori spesso fuori ruolo, voto 4