Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Onu
January 14, 2017
in
Onu
January 14, 2017
0

L’ONU, la Libia e quel suol di terrore per l’Italia

Angelino Alfano alle Nazioni Unite mostra come l'Italia "attacca" in Libia, ma a tempo ormai scaduto?

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Angelino Alfano Onu

Il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano durante il suo intervento al Consiglio di Sicurezza dell'ONU su pace e prevenzione (Foto ONU/Rick Bajornas)

Time: 6 mins read

Il nuovo ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, è venuto a dirlo proprio davanti alle telecamere dell’ONU: il traffico di esseri umani nel Mediterraneo e l’instabilità della Libia rappresentano per l’Italia la crisi più pericolosa e urgente da affrontare. Dopo essere intervenuto martedì 10 gennaio ad una riunione del Consiglio di Sicurezza in cui partecipava per la prima volta anche il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, allo stake out con i giornalisti i toni di Alfano sono stati quelli da ultima spiaggia: “Nessuno potrà negare oggi che la questione mediterranea è una questione centrale per la sicurezza globale. Su quel mare, che se paragonato agli oceani sembra un piccolo lago, si giocano i destini del mondo”. Per poi avvertire: “Credo che quest’anno che ci vede protagonisti al Consiglio di Sicurezza e alla presidenza del G7, l’Italia possa orientare in parte l’agenda internazionale favorendo la risalita in classifica di alcune questioni che avvolte nello scenario globale sembrano scendere”.

Nello stesso giorno in cui Alfano pronunciava queste parole all’interno del Palazzo di Vetro (al Consiglio di Sicurezza ha parlato, leggendo bene, in inglese, ma poi davanti ai giornalisti in italiano e senza traduzione),  a Tripoli si riapriva l’ambasciata italiana, la prima occidentale nella Libia martoriata dalla guerra civile. L’Italia non è l’unico paese occidentale ad avere un ambasciatore presso il governo di coalizione riconosciuto dall’ONU, quello di Fayez al Sarraj, ma è l’unica da questa settimana ad averlo a Tripoli, dato che per ragioni di sicurezza Francia e Gran Bretagna prudentemente continuano a tenere i loro diplomatici distaccati in Tunisia. Forse la situazione degli ultimi giorni in Libia è migliorata?

Per nulla, semmai il contrario. Il giorno dopo la venuta di Alfano a New York, le agenzie mandavano lanci su atti intimidatori e violenti nei confronti di impiegati ministeriali del debolissimo governo libico inscenati da una delle tante fazioni che Tripoli non riesce a controllare e che fa ben capire come la situazione resti drammatica.

Almeno dal tempo che gli ha dedicato, al ministro italiano deve essergli piaciuta la nostra domanda che chiedeva se l’Italia oggi non si sentisse isolata dal resto del mondo in questo suo grido di allarme per la Libia. Infatti, abbiamo ricordato ad Alfano, la presidenza svedese di turno del Consiglio di Sicurezza non l’aveva messa neanche nell’agenda dei lavori per gennaio. Ecco la riposta di Alfano, che vi riportiamo per intero:

“L’Europa ha un interesse enorme a dare stabilità alla Libia. Per noi la questione dei migranti gli equivale. Oltre il 90% degli arrivi dall’Italia sono in partenza dalla Libia. L’agenda mondiale si fa riguardo la pace, la sicurezza, i diritti umani e lo sviluppo del mondo. Qui occorre essere molto chiari e dire che la Libia deve essere in cima all’elenco delle priorità, non può restare in coda. Poi c’è la vicenda europea. Che è essenzialmente fatta di un lavoro per evitare le partenze. Perché una volta che son partiti, hai due strade: o la gestisci all’arrivo o li fai morire in mare. Per chi ha scelto, come noi,  di non far morire in mare nessuno e se non si vuol far aumentare il numero di migranti presenti nel territorio, occorre agire prima. E noi abbiamo una strategia con un attacco a tre punte. La prima punta attacca la questione Libia. Li abbiamo mandato il nostro ambasciatore Giuseppe Perrone a lavorare con l’obiettivo di far diminuire le partenze. La seconda il rapporto col Niger. Il Niger è uno stato in parte di origine e in parte di transito di migliaia e migliaia di migranti. Siamo al lavoro per chiudere un accordo col Niger per avere migliaia e miglia di emigranti in meno. Infine la Tunisia, perché pensiamo che possa avere un interesse comune a stroncare il traffico di essere umani nel Mediterraneo e io il 19 sarò lì esattamente per affrontare questa questione. Noi abbiamo un’agenda molto chiara e molto concreta su questi argomenti e speriamo di indurre tutta l’Europa a rendersi conto che come l’UE ha messo sul tavolo della Turchia un bel pacchetto di risorse per fermare il traffico di migranti sulla rotta balcanica, si dovrà fare la stessa cosa sulla rotta del Mediterraneo centrale. Per farlo e chiaro che serve la stabilità della Libia. Certo, la differenza con la Turchia, è che in Libia ci vuole qualcuno che ti firmi l’accordo e abbiamo lavorato esattamente in questa direzione proprio con le scelte delle ultime ore”.

Già le scelte delle ultime ore. Rafforzare Sarraj e costringere quindi l’UE e caricarlo di altri soldi per poter fermare i migranti. A parte che su questa strategia del fermare i migranti e rifugiati che fuggono da persecuzioni e guerre prima che si imbarchino, cioè nell’ultimo paese che li divide dallo sbarco in Europa, proprio l’ONU continui a nutrire grandi perplessità sul rispetto dei diritti umani e anche del diritto internazionale, ma la strategia a “tre punte” dell’Italia, almeno per quella che attacca sulla Libia, di colpo ci appare in ritardo e compromessa.

Osservando dal Palazzo dell’ONU infatti, si resta molto preoccupati dell’isolamento (anche se nella riunione del Consiglio di Sicurezza almeno da parte di Francia e Gran Bretagna ci sono stati segnali confortanti) in cui l’Italia in questo momento si trova nel cercare di risolvere l’incandescente crisi libica, che vede diversi centri di potere in competizione per controllare un immenso territorio. E’ ormai evidente da quasi un anno, che il governo riconosciuto e appoggiato dall’Italia e “formalmente” dagli altri paesi dall’ONU, quello appunto di Al Sarraj a Tripoli, è sempre più debole. Invece al contrario la forza militare del generale Khalifa Haftar, che controlla non solo più territorio del governo riconosciuto dall’ONU, ma anche quello con dentro i più importanti e funzionanti pozzi di petrolio, si rafforza.

Mentre infatti Alfano era all’ONU per ribadire come l’eventuale accordo per migranti e rifugiati “alla turca” tra l’Europa e la Libia servisse anche per rafforzare il governo riconosciuto dall’ONU, ecco che Haftar veniva ospitato da una portaerei russa, la Kuznetsov, al largo del suo regno in Cirenaica. Un caso? In realtà da tempo la Russia di Putin, come del resto, dal giorno della caduta di Gheddafi, anche l’Egitto di Al Sisi, stanno rafforzando Haftar e il suo esercito convenientemente “fedele” a quel che resta dell’altro centro di  potere “legittimo”, quel Parlamento di Tobruk diviso tra tribù nemiche e che non è mai riuscito a ratificare la fiducia al governo Sarraj come prevedeva l’accordo voluto e ottenuto dall’inviato speciale ONU per la Libia Martin Kobler nella conferenza in Marocco di un anno fa. In questo groviglio di guerra tribale, ecco che l’Italia ora si trova a sostenere un governo debolissimo a Tripoli, con i suoi nemici sostenuti addirittura dalla grande potenza regionale egiziana e quella globale della Russia.

A parte le metafore usate da Alfano delle “tre punte”, quale sarà quindi una concreta strategia di emergenza dell’Italia per la Libia, paese giustamente ritenuto di vitale importanza non solo per far fronte alla crisi dei migranti, ma soprattutto per gli strategici bisogni energetici italiani?

Ciliegina nella torta che sta andando a male per gli interessi di Roma in Libia, bisogna aggiungere l’arrivo dell’amministrazione di Donald Trump alla Casa Bianca. Il governo di Al SArray, già traballante di suo, si è ulteriormente indebolito dopo la sconfitta di Hillary Clinton, sulla quale amministrazione contava per rafforzare l’appoggio al governo di Tripoli riconosciuto dall’ONU. Invece Trump ora che farà? Di come in bassa considerazione sia tenuta l’ONU e le sue risoluzioni, se ne è avuto un assaggio non solo dal presidente eletto, ma soprattutto dal Congresso a maggioranza repubblicana…

Le mosse di Trump per la Libia restano avvolte nel mistero, ma qualcuno sospetta già che, nella nuova linea di sviluppo della Casa Bianca nei rapporti con la Russia, ci sarebbe anche quello di un eventuale intesa con Putin sulla scelta (già imposta dal Cremlino)  “dell’uomo forte” Haftar, che darebbe più assicurazioni nel poter sgominare di quel che resta delle forze islamiste dell’ISIS e non solo in Libia. Uno scenario da brividi: l’Italia da un parte (con forse timidi appoggi dell’anatra zoppa Francia e meno probabili della Gran Bretagna) che si schiera con Tripoli, mentre Al Haftar si prepara alla grande offensiva per prendere il definitivo controllo della Libia appoggiato dagli egiziani e dai russi, e con l’America di Trump che, nella migliore delle ipotesi, resta a guardare. Uno scenario che porterebbe ad una situazione a pochi chilometri dalla Sicilia veramente da far tremare le vene ai polsi a chi, dalla Farnesina, sta cercando in queste ore di salvare il salvabile. Perchè, a parte gli aiuti militari all’esercito del generale Haftar, un altra arma a disposizione di Mosca che farebbe saltare qualunque strategia italiana a tre, quattro o cinque punte, potrebbe essere quella di lasciare che continue ondate di migranti e rifugiati dalla Cirenaica non controllata da Tripoli si riversino verso l’Italia….

A questo punto uno dovrebbe chiedersi e chiedere ancora alla Presidenza svedese del Consiglio di Sicurezza, quindi di un paese dell’Unione Europea, e come La Voce ha fatto già: ma per quale ragione la Libia non era stata inclusa nella fitta agenda preparata per il mese di gennaio al Consiglio di Sicurezza? Forse perché quel groviglio, con  accordi che andranno contro una risoluzione già approvata dal UNSC,  non saranno stabiliti all’ONU ma altrove?

Hanno sicuramente ragione Paolo Gentiloni e  Angelino Alfano a ritenere in questo momento il Mediterraneo e la Libia il nodo centrale delle preoccupazioni della politica estera italiana. Temiamo però che certe ultime mosse d’attacco, come sostenere ancora con più forza il governo di Al Sarraj, siano arrivate a tempo ormai quasi scaduto. Sapere che nel deserto libico, potremmo di colpo ritrovarci di fronte anche ad un orso senza aver l’aiuto dell’aquila, è uno scenario terrorizzante.

Share on FacebookShare on Twitter
Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

DELLO STESSO AUTORE

Addio, Francesco: il Papa che indicò chi poteva ancora salvare il mondo

Addio, Francesco: il Papa che indicò chi poteva ancora salvare il mondo

byStefano Vaccara
Timothy Snyder sui pericoli per la democrazia nell’epoca dell’“Oracolo” Trump

Timothy Snyder sui pericoli per la democrazia nell’epoca dell’“Oracolo” Trump

byStefano Vaccara

A PROPOSITO DI...

Tags: Al SarrajAngelino AlfanoConsiglio di Sicurezza ONULibiamigrantiOnuPolitica estera italianaRussiaTripoli
Previous Post

Flavia Sgoifo: vita di un’attrice a New York

Next Post

Arte dal sottosuolo: passeggiando nella Q subway

DELLO STESSO AUTORE

Il “Doge” di Guterres: l’ONU si prepara alla tempesta Trump

Il “Doge” di Guterres: l’ONU si prepara alla tempesta Trump

byStefano Vaccara
Nel 2025 le Nazioni Unite compiono 80 anni: speriamo che se la cavino

Nel 2025 le Nazioni Unite compiono 80 anni: speriamo che se la cavino

byStefano Vaccara

Latest News

Chicago, Leone XIV “conteso” da Cubs e White Sox: per chi tifa il Santo Padre?

Chicago, Leone XIV “conteso” da Cubs e White Sox: per chi tifa il Santo Padre?

byEmanuele La Prova
Johnson, non ci fidiamo di TikTok, aveva 9 mesi per vendere

Donald Trump Pressures House Speaker Mike Johnson on Tax Hikes for the Wealthy

byRalph Savona

New York

Agenti USA / Ansa

Spara a un corriere di Door Dash: arrestato funzionario di New York

byGrazia Abbate
Times Square, aggrediti agenti: sospetti legati alla gang Tren de Aragua

Times Square, aggrediti agenti: sospetti legati alla gang Tren de Aragua

byMaria Nelli

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
q-subway-arte

Arte dal sottosuolo: passeggiando nella Q subway

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?