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December 11, 2016
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Cos’è l’Intelligenza Emotiva? Appunti per l’insegnante

Il linguaggio parlato è il risultato dell'integrazione e interazione di numerose capacità cognitive

Filomena Fuduli SorrentinobyFilomena Fuduli Sorrentino
intelligenza emotiva
Time: 8 mins read

L’Intelligenza Emotiva (IE) è la capacità di utilizzare le emozioni in maniera efficace e produttiva; quella parte del nostro intelletto capace di riconoscere, utilizzare e comprendere le proprie e altrui emozioni. Essa è stata trattata per la prima volta nel 1990 dai professori Peter Salovey   e John D. Mayer, nel loro famoso articolo “Emotional Intelligence“.

Nella scuola dove insegno, sono molti gli studenti che si sentono soli, depressi, ribelli, impulsivi, pieni di rabbia e aggressivi, quindi impreparati per la scuola e di conseguenza per affrontare la vita. Molti si azzuffano tra una lezione e l’altra oppure all’uscita della scuola, ma perché tutto questo?

Semplice, i gesti occupano il posto delle parole e aumentano il problema della condotta, essendo privi di strumenti emotivi indispensabili per l’autocontrollo, l’autoconsapevolezza e l’empatia. Molti studenti anche se sono in grado di esprimersi non sanno ascoltare e naturalmente, non solo non risolvono i loro problemi e/o conflitti, ma non riescono a imparare nemmeno la lingua straniera in classe.

Il linguaggio parlato è il risultato dell’integrazione e interazione di numerose capacità cognitive che ci consentono di parlare e di comprendere ciò che gli altri dicono. Lo studio della lingua italiana aiuta a sviluppare la capacità di conversare e soprattutto di ascoltare, discutendo ed esprimendo le proprie opinioni con i compagni sotto la guida del docente. E, leggere racconti e fiabe può essere un ottimo strumento emotivo anche per gli studenti stranieri, perché permette loro di immedesimarsi nei protagonisti, accedendo le proprie difficoltà o abilità emotive in maniera indiretta.

Sull’importanza dell’Intelligenza Emotiva hanno scritto in molti; il concetto è stato formulato nel 1990 da due psicologi di fama mondiale, Kindlon e Thompson. Essi hanno definito l’intelligenza emotiva come “la capacità di controllare i sentimenti ed emozioni proprie e altrui, distinguere tra di esse e di utilizzare queste informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni”. I due studiosi affermano che i problemi possono essere affrontati e risolti mediante approcci basati sui sentimenti: “ Insegnare l’alfabeto delle emozioni è un processo simile a quello in cui si impara a leggere, poiché comporta la promozione della capacità di leggere e comprendere le proprie e altrui emozioni e l’utilizzo di tali abilità per comprendere meglio se stessi e gli altri ” (Intelligenza emotiva per un bambino che diventerà uomo).

Il tema dell’Intelligenza Emotiva, successivamente, è stato trattato nel 1995 da Daniel Goleman, psicologo, scrittore e giornalista statunitense, nel suo libro Emotional Intelligence: Why It Can Matter More Than IQ, tradotto in italiano nel 1997 Intelligenza emotiva che cos’è e perché può renderci felici, nel quale l’autore afferma che la conoscenza di sé, la persistenza e l’empatia sono elementi che nascono dall’intelligenza umana, e sono quelli che probabilmente influenzano maggiormente la vita dell’uomo. Goleman per 12 anni scrisse per il New York Times di temi concernenti la neurologia e le scienze comportamentali, ha reso possibile la divulgazione del concetto di Intelligenza Emotiva in Canada, negli USA, e, grazie a questo libro, anche in Italia. In seguito, il tema dell’Intelligenza Emotiva ha iniziato a essere utilizzato e studiato sia in ambito psicologico sia in campo organizzativo/aziendale.

Secondo Goleman, il concetto emotivo è fondamentale nell’adulto, nei bambini e negli adolescenti. Tali competenze rappresentano dei fattori di protezione nei confronti di situazioni a rischio e di prevenzione delle condotte a rischio. Le persone emotivamente competenti, che sanno quindi controllare i propri sentimenti, gestendo le loro emozioni negative in situazioni di pericolo velocemente, si trovano più avvantaggiate in tutti i campi della vita, nelle relazioni intime, e sanno cogliere le regole implicite che portano al successo. “Ovviamente nessun percorso è una risposta al problema- Afferma Goleman-Ma, data la crisi che i bambini si trovano a fronteggiare, e data la speranza alimentata dai percorsi di alfabetizzazione emozionale, non dovremmo, ora più che mai, insegnare a ogni bambino queste abilità, che sono essenziali per la vita? E se non ora, quando? ” (Goleman, 1996)

Una simile affermazione è data dal filosofo, psicoanalista, e docente universitario Umberto Galimberti, al cui è stato assegnato il premio internazionale “Maestro e traditore della psicanalisi” nel 2002, e il Premio Ignazio Silone per la cultura nel 2011. Egli chiama “mappe emotive” i concetti cognitivi che si formano nel cervello del bambino nei primi tre anni di vita; essi hanno un ruolo fondamentale perchè offrono al bambino gli strumenti giusti per reagire in modo proporzionato agli eventi che la vita pone innanzi, e sono anche fondamentali per aiutarlo a “sentire il mondo”. Le mappe, che saranno per tutta la vita, sono la chiave di conoscenza sia emotiva e sia cognitiva del mondo.

“I giovani hanno effettivamente una sorta di analfabetismo emotivo dovuto al fatto che i sentimenti non sono dati in dote naturale, e non sono genetici. I sentimenti si apprendono – afferma Galimberti nel video conferenza, incluso nell’articolo- Costruire le mappe emotive, durante i primi tre anni, significa passare dal semplice impulso, che è fisiologico e naturale, all’emozione, che è un passo evoluto rispetto all’impulso, e conosce la risonanza emotiva di quello che si compie e di quello che si vede. E infine si arriva al sentimento, che non è solo una questione emotiva ma anche cognitiva. .. Gli amanti, proprio perché si amano si capiscono tra di loro, molto più di quanto i loro discorsi siano comprensibili per altri. Le mamme comprendono i bambini che non parlano perché li amano. Il sentimento è cognitivo, non è una dote naturale ma si apprende . . . La letteratura serve per educare i nostri sentimenti, che non abbiamo come dote naturale ma come evento culturale. Tutti i popoli hanno imparato i sentimenti attraverso narrazioni mitiche. Se guardiamo l’Olimpo degli antichi Greci, vediamo che gli dèi altro non sono che la descrizione delle passioni e dei sentimenti umani: Zeus il potere, Atena l’intelligenza, Afrodite la sessualità, Ares l’aggressività, Apollo la bellezza, Dioniso la follia. Senza più dèi, oggi impariamo a conoscere i sentimenti attraverso la letteratura che ci insegna cos’è l’amore in tutte le sue varianti, e cosa sono il dolore, la disperazione, la speranza, la noia, lo spleen, la tragedia, la gioia. Una volta appresi questi sentimenti, siamo in grado di conoscere quello che proviamo, e, grazie alla descrizione letteraria, anche il corso e l’evoluzione del nostro stato d’animo. Questo è molto importante, perché è angosciante soffrire senza sapere di che cosa, così come suicidarsi perché l’angoscia non conosce il percorso dei sentimenti e il loro approdo, che un tempo i miti descrivevano, e oggi la letteratura descrive . . . Se la letteratura non viene frequentata, se i libri non vengono letti, se la scuola disamora da questi scenari, il sentimento non si forma. . . E,’ solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l’amore dall’odio, la partecipazione dall’indifferenza”.

Ascoltare il video 

Come possiamo leggere, e secondo gli studi di questi diversi filosofi e psicologi, il concetto di Intelligenza Emotiva ha un ruolo fondamentale nell’ambito della salute mentale, sia a scuola e sia sul lavoro. A livello individuale, tale concetto si traduce in un insieme di competenze socio-emotive che consentono di adattarsi in modo efficace alle circostanze di vita, dal come interagire con gli altri, in modo funzionale ed efficiente, all’affrontare le difficoltà e gli eventi di vita negativi, che per la loro gravità possono nuocere il benessere e lo stato di salute psico-fisico della persona.

Oggi, l’Intelligenza Emotiva è sempre piu’ utilizzata all’interno dei programmi  didattici, sta diventando un ruolo fondamentale nel determinare il successo scolastico per tutti gli studenti. I ragazzi possono essere guidati verso il successo accademico attraverso esercizi di competenze, che abbiano lo scopo di costruire amicizia, ridurre l’aggressione, i comportamenti antisociali e/o a rischio, e promuovere la cooperazione e i comportamenti socialmente accettabili, tramite l’insegnando dell’empatia: l’abilità in grado di sviluppare negli alunni i più efficaci fattori di protezione per affrontare difficoltà e disagi, con particolare riferimento alle condotte devianti e/o dipendenze patologiche.

Con la lettura e l’ascolto, e con esercizi che descrivono gli stati emotivi, di diversa intensità e consapevolezza collegati a stati emozionali, abilità meta-emotive, si possono aiutare gli studenti di lingue a imparare nuovi termini stranieri. Da ricordare che le forme grammaticali hanno una funzione cognitiva molto importante e permettono di rappresentare azioni. Esse dipendono dalla cosiddetta Area di “Broca”, e dai circuiti cerebrali a essa collegati, ma hanno anche un legame con la capacità della serie di movimenti oro-facciali, necessari per articolare le parole.

Infine, anche le canzoni sono un ottimo strumento emotive-cognitivo. Consiglio la  canzone “L’emozione non ha voce” di Adriano Celentano come esercizio di ascolto e di lettura

Io non so parlar d’amore

l’emozione non ha voce

e mi manca un po’ il respiro

se ci sei c’è troppa luce

la mia anima si spande

dove musica d’estate

poi la voglia sai mi prende

e si accende con i baci tuoi

Io con te sarò sincero

resterò quel che sono

disonesto mai lo giuro

ma se tradisci non perdono

ti sarò per sempre amico

pur geloso come sai

io lo so mi contraddico

ma preziosa sei tu per me

Fra le mie braccia dormirai

serenamente

ed è importante questo sai

per sentirci pienamente noi

un’altra vita mi darai

che io non conosco

la mia compagna tu sarai

fino a quando so che lo vorrai

Due caratteri diversi

prendon fuoco facilmente

ma divisi siamo persi

ci sentiamo quasi niente

siamo due legati dentro

da un amore che ci dà

la profonda convinzione

che nessuno ci dividerà.

Fra le mie braccia dormirai

serenamente

ed è importante questo sai

per sentirci pienamente noi

un’altra vita mi darai

che io non conosco

la mia compagna tu sarai

fino a quando lo vorrai

Noi vivremo come sai

solo di sincerità

di amore e di fiducia

poi sarà quel che sarà

coro:

Tra le mie braccia dormirai

serenamente

ed è importante questo sai

per sentirci pienamente noi

pienamente noi…

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Filomena Fuduli Sorrentino

Filomena Fuduli Sorrentino

Calabrese e appassionata per l’insegnamento delle lingue, dal 1983 vivo nel Long Island, NY. Laureata alla SUNY con un AAS e in lingue alla NYU con un BS e un MA, sono abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento K-12 in italiano, ESL e spagnolo. Insegno dal 2003 lingua e cultura italiane nelle università come adjunct professor e come docente di ruolo in una scuola media del Newburgh ECSD. Nel mio tempo libero amo scrivere, leggere, cucinare, ascoltare musica, viaggiare, visitare i centri storici (soprattuto italiani) e creare cose nuove. Tra le mie passioni ci sono la moda, il mare e la natura.

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