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September 5, 2023
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Nel passaggio da UNGA77 a UNGA78 si avverte il mondo: non sei più sostenibile

Il presidente uscente dell'Assemblea Generale ONU Csaba Kőrösi e l'entrante Dennis Francis ribadiscono ai 193 paesi che il futuro è solo nel multilateralismo

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 4 mins read

Una cerimonia a New York che si ripete da 78 anni, ma che quest’anno ha avuto toni da “ultima spiaggia” e che ricordavano i tempi più bui della Guerra Fredda. Martedì la nuova sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite si è aperta gli interventi di entrambi i leader uscenti ed entranti del “Parlamento mondiale”, che nei loro discorsi hanno cercato di scuotere la sala indicando la cooperazione multilaterale come ultima speranza per evitare la catastrofe.

Nel suo discorso inaugurale come Presidente della 78a sessione dell’Assemblea Generale, Dennis Francis ha delineato quattro priorità chiave o “parole d’ordine”: pace, prosperità, progresso e sostenibilità.

Ma prima del diplomatico di Trinidad e Tobago, martedì ha parlato il presidente uscente, l’ungherese Csaba Kőrösi, che intervenendo all’ultima riunione plenaria della 77a sessione, ha lanciato il suo ultimo appello dal podio delle Nazioni Unite ai 193 paesi membri sulle possibilità di un futuro sostenibile: “La nostra sopravvivenza dipende dalla nostra cooperazione”, ha affermato il presidente di UNGA77, indicando i maggiori pericoli globali nell’accelerazione del cambiamento climatico, nella perdita di biodiversità, nella mancanza di adeguata istruzione e nella disuguaglianza di genere. “Investiamo i soldi dove sono le nostre promesse”, ha esortato Kőrösi, ricordando poi i tre “pilastri” delle Nazioni Unite – pace e sicurezza, sviluppo e diritti umani – e, visti i conflitti che imperversano in tutto il mondo, chiedendo più rispetto per la Carta delle Nazioni Unite: “La guerra in Ucraina – insieme ad altri 51 conflitti armati – deve finire, in linea con la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale”, ha affermato, chiedendo anche la fine della proliferazione nucleare e della corsa agli armamenti nucleari.

Kőrösi ha infine sottolineato la necessità che gli organi chiave delle Nazioni Unite, tra cui l’Assemblea generale e il Consiglio di sicurezza, si riformino e si evolvano: “Il primo aereo passeggeri al mondo trasportava 36 passeggeri nel 1952. È stata una svolta nello sviluppo tecnologico”, ha detto per poi aggiungere. “Ciò non significa che possiamo usarlo oggi per portarci su Marte… I tempi si stanno evolvendo e questa Organizzazione deve evolversi con loro”.

Dopo l’intervento del presidente di UNGA77, è salito sul podio Dennis Francis, il diplomatico della nazione caraibica di Trinidad e Tobago, che ha prestato giuramento come presidente della 78a sessione dell’Assemblea Generale, promettendo di adempiere alle sue responsabilità al meglio delle sue capacità. Quindi il presidente uscente Kőrösi ha consegnato formalmente lo storico martelletto di legno al suo successore e ha aggiornato la riunione che è proseguita nel pomeriggio.

Csaba Kőrösi (left), President of the seventy-seventh session of the United Nations General Assembly, hands the gavel over to Dennis Francis, President of the seventy-eighth session of the United Nations General Assembly, during the closing meeting of the seventy-seventh session of the General Assembly. At right is Deputy Secretary-General Amina Mohammed. (UN Photo/Manuel Elías)

Alla cerimonia mancava il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, che si trova all’estero, così a salutare il presidente uscente c’era la vicesegretaria generale Amina J. Mohammed, che dopo aver elogiato Kőrösi ha detto: “Impegniamoci tutti a utilizzare questa Assemblea come banco di prova per il multilateralismo, per costruire fiducia, coesione e solidarietà tra gli Stati membri e garantire la definizione di soluzioni che andranno a beneficio delle persone e delle comunità di tutto il mondo”.

In apertura della 78a sessione, la Vice Segretario Generale ha sottolineato che l’Assemblea Generale rappresenta “la nostra comune umanità” e “il nostro impegno condiviso” per la pace, lo sviluppo sostenibile e i diritti umani, incoraggiando tutti i rappresentanti dei 193 paesi membri a rimanere ottimisti e a lavorare insieme per riportare sulla buona strada gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).

Nel suo discorso inaugurale come Presidente della 78a sessione dell’Assemblea Generale, Dennis Francis ha delineato quattro priorità chiave o “parole d’ordine”: pace, prosperità, progresso e sostenibilità.

Francis ha riconosciuto che le sfide che il mondo deve affrontare sono sempre più complesse, come il cambiamento climatico, i conflitti e la povertà, mentre la pace è insidiata dalle divisioni geopolitiche che alimentano lo scetticismo nei confronti dei sistemi multilaterali. “In quanto principale organo decisionale delle Nazioni Unite, l’Assemblea Generale ha la responsabilità speciale di garantire che i nostri sforzi siano ancorati in un solido sistema multilaterale, fedele ai valori e ai principi custoditi nella Carta delle Nazioni Unite”, ha affermato il diplomatico di Trinidad e Tobago eletto alla presidenza dell’Assemblea Generale.

In questo contesto, Francis ha evidenziato che l’iniziativa di veto del Consiglio di Sicurezza dell’Assemblea è un passo verso la trasparenza e la responsabilità riguardo all’applicazione del veto. (Ogni volta che uno dei cinque membri permanenti del Consiglio porrà il veto, ora dovrà spiegarne le motivazioni in un dibattito tenuto all’Assemblea Generale).

Dennis Francis, President of the seventy-eighth session of the United Nations General Assembly, holds up the gavel during the closing meeting of the seventy-seventh session of the General Assembly. (UN Photo/Manuel Elías)

Passando alla seconda parola d’ordine, il Presidente dell’UNGA78 ha sottolineato la necessità di soluzioni su misura per le sfide dei paesi in conflitto e post-conflitto e ha esortato gli Stati membri a dare seguito al programma d’azione di Addis Abeba: “Così facendo, dobbiamo anche accelerare la transizione verso l’energia pulita e aumentare il sostegno all’adattamento rendendo i finanziamenti per il clima più disponibili, più accessibili e più convenienti”.

Per Francis la sfida fondamentale si giocherà sul raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e quindi il prossimo vertice sui 17 UN SDGs al Palazzo di Vetro del 18 settembre sarà l’ultima opportunità: “Il modo in cui si svolgerà il Summit darà il tono al resto dell’ordine del giorno dell’Assemblea Generale di questa sessione; e per l’Agenda 2030 nei prossimi 7 anni”, ha affermato con tono solenne.

Nel suo discorso, Francis ha richiamato l’urgente necessità di affrontare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, sottolineando la necessità di un’azione concreta per il clima, nonché il rapporto critico con l’acqua – la risorsa comune fondamentale per tutta la vita, ma che rimane inadeguatamente conservata. “Abbiamo bisogno di una ‘rivoluzione blu-verde’ che affronti e riunisca le preoccupazioni relative all’acqua, al clima, alla biodiversità, al degrado del territorio e del suolo e alla sicurezza alimentare globale”, ha sottolineato Francis. “Questo è l’unico modo per garantire che il diritto a un ambiente pulito e sostenibile sia rispettato per tutti”. Francis ha inoltre ricordato la necessità di solidarietà e cooperazione globale nella costruzione di sistemi sanitari resilienti di fronte alla pandemia di COVID-19 in corso, nonché la necessità di finanziamenti per realizzare gli ambiziosi obiettivi di sviluppo (SDG).

Ricordiamo che l’appuntamento con i discorsi di apertura di UNGA78 dei leader mondiali, incluso il presidente ucraino Zelensky e quello degli USA Biden, avverrà il 19 settembre (mentre il 18 ci saranno anche gli interventi relativi alla conferenza per rilanciare gli obiettivi sostenibili dell’ONU).

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023 I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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