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December 10, 2021
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L’economia e il lavoro sono in ripresa, ma l’inflazione affonda Biden

Un aiuto insperato alla Casa Bianca dalle donne che si organizzano dopo decisione Corte Suprema di non abolire le restrizioni sull’aborto imposte in Texas

Massimo JausbyMassimo Jaus
Time: 5 mins read

Tempi duri per Joe Biden e un brutto segnale per i democratici con l’avvicinarsi delle elezioni di Mid Term del prossimo novembre. I numeri e le statistiche evidenziano i risultati positivi dell’Amministrazione ciò non di meno la maggior parte degli americani ha un parere negativo dell’operato della Casa Bianca sia per l’aumento dell’inflazione che per i gravi problemi nella catena di approvvigionamento. Ma non solo. I piani di rilancio della Casa Bianca vengono raffreddati e non dall’opposizione mentre sul Paese torna l’incertezza per la normalizzazione della vita a causa della variante Omicron del Covid 19.

La Casa Bianca è frustrata perché non riesce a trasformare i positivi risultati economici in un miglioramento dell’indice di gradimento del presidente.  Questa settimana gli Stati Uniti hanno registrato il livello più basso di richieste di disoccupazione settimanale dal 1969, con appena 43.000 nuove domande di disoccupazione. A novembre è stato annunciato che il tasso di disoccupazione è sceso al 4,2 percento, un minimo da 21 mesi. A Gennaio, quando Biden è entrato alla Casa Bianca, la disoccupazione si attestava al 6,3%.

Anche i salari e gli stipendi pagati dalle imprese private sono aumentati tra gennaio e ottobre, registrando un aumento del 2,4%, mentre il reddito disponibile è cresciuto del 3% nello stesso periodo. Secondo una indagine del Conference Board, l’organizzazione indipendente e senza fini di lucro alla quale appartengono 2.500 executive delle maggiori aziende americane, i lavoratori dipendenti americani dovrebbero ricevere entro il 2022 il maggior aumento di stipendio degli ultimi 10 anni.

Che la ripresa economica sia in corso lo si deduce anche dal significativo aumento  del prodotto interno lordo (PIL) cresciuto a un tasso annuo del 7,8 per cento nel terzo trimestre al netto dell’inflazione. La Federal Reserve ha dichiarato a settembre di aspettarsi un aumento del PIL del 5,9% per l’intero 2021 e un altro aumento del 3,8% nel 2022. Nonostante questi indicatori economici positivi, recenti sondaggi mostrano che gli americani vedono ancora l’economia in termini negativi per via dell’inflazione. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) di ottobre ha registrato un aumento del 6,2 percento anno su anno – il livello più alto in 30 anni – e l’inflazione è diventata rapidamente una delle principali preoccupazioni politiche proprio mentre il presidente spinge per l’approvazione del Build Back Better Act da mille e 750 miliardi di dollari. Ma a rallentare i piani di Biden è il suo compagno di partito del West Virginia, il senatore Joe Manchin che con i suoi distinguo ha ampliato il suo palcoscenico politico proiettandosi come un centrista legato all’economia, ma soprattutto come una potenziale alternativa per la Casa Bianca in un momento in cui il presidente e la vicepresidente sono in difficoltà. Nonostante gli indicatori economici siano positivi, recenti sondaggi mostrano che gli americani vedono ancora l’economia in termini negativi e per questo viene “incolpato” Joe Biden.

Un sondaggio del Wall Street Journal pubblicato martedì ha rilevato che il 60% degli intervistati credeva che l’economia stesse andando nella direzione sbagliata. In un sondaggio dell’Associated Press e del NORC Center for Public Affairs Research pubblicato il 1 novembre ha rilevato che solo il 35 percento degli americani crede che lo stato dell’economia sia buono, mentre il 65 percento lo giudica insufficiente. Un sondaggio del Washington Post/ABC News pubblicato il 14 novembre ha mostrato che il 70 percento degli americani ha valutato negativamente l’economia e un sondaggio della CBS News pubblicato il 21 novembre ha rilevato che il 30 percento delle persone ha affermato che l’economia è buona e il 67 percento disapprovava la gestione di Biden per l’inflazione.

Secondo Newsweek per i democratici e per la Casa Bianca ci sono ancora i margini per correggere l’impressione negativa sulla situazione economica del Paese da parte dell’elettorato man mano che lo stato dell’economia diventerà più chiaro e l’inflazione verrà messa sotto controllo. E’ quindi solo questione di tempo se i piani per la ripresa ripartiranno immediatamente.

Il senatore Joe Manchin

Alcuni senatori democratici affermano che il loro compagno di partito, Joe Manchin sta volutamente bloccando l’agenda del presidente Biden sul clima e sulle spese sociali. Questi senatori, secondo il ben informato periodico online The Hill, dicono che se il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer pianifica un voto per il Build Back Better Act prima di Natale, otterrà il sostegno di 49 senatori democratici e che il voto di Manchin è altamente incerto. Il problema, dicono i senatori democratici, è che Manchin non mostra alcun segno di voler sostenere il piano della Casa Bianca. Uno dei senatori, del quale The Hill non fa il nome, ha affermato che “non c’è dubbio” che il disegno di legge potrebbe passare al Senato entro Natale se Manchin collaborasse. Un terzo senatore ha affermato che “ci sono ancora un paio di cose da negoziare, che potremmo completare in tempi relativamente brevi. Ma la domanda resta è se Manchin è disposto ad andare avanti”.

Un indiretto aiuto ai democratici, e alla Casa Bianca, potrebbe arrivare dall’elettorato femminile sceso sul piede di guerra dopo che la Corte Suprema continua ad emettere le sue sentenze conservatrici sui diritti delle donne. Questa mattina i magistrati del massimo organo giuridico degli Stati Uniti hanno stabilito che l’azione legale avviata da alcune cliniche per respingere le restrizioni imposte dallo Stato del Texas sull’aborto ha le basi per poter essere discussa in tribunale. Tuttavia i magistrati hanno deciso di non entrare nel merito della recente legge che proibisce l’aborto dopo sei settimane di gravidanza, lasciandola in vigore. La legge del Texas inoltre utilizza un sistema unico per far rispettare tale divieto consentendo ai privati ​​cittadini di denunciare i medici o le persone che praticano aborti. La Corte Suprema ha anche respinto il ricorso presentato dal Dipartimento di Giustizia sempre contro questa legge del Texas. Ciò significa che solo la causa fatta dalle cliniche private potrà proseguire in tribunale. La Corte Suprema inoltre sta valutando la legge sull’aborto del Mississippi, una sentenza che è molto probabile arrivi la prossima primavera. Quel caso potrebbe completamente annullare la storica sentenza sull’aborto Roe v. Wade.

La Corte Suprema USA (wikimedia)

Secondo un sondaggio Washington Post-ABC News. gli americani sostengono con un margine di circa 2 a 1 la storica decisione sull’aborto in Roe v. Wade, e con un margine simile le persone intervistate si oppongono alla restrittive misure adottate dal Texas. Il sondaggio inoltre rileva che solo il 27 percento degli americani è contraria all’aborto, mentre il 60 percento degli intervistati afferma che l’interruzione della maternità deve rimanere come scelta delle donne. Risposte simili ai sondaggi risalenti al 2005. Più in generale, tre quarti degli americani affermano che l’accesso all’aborto dovrebbe essere lasciato alle donne e ai loro medici, mentre il 20 per cento afferma che dovrebbe essere regolamentato dalle leggi dei singoli Stati.

Il senatore Bernie Sanders e la sua collega Amy Clobuchar pensano di preparare un disegno di legge sull’aborto per togliere le disposizioni sancite dalla Corte Suprema dalle interpretazioni politiche dei magistrati e regolamentare a livello federale il diritto delle donne per decidere sulla loro maternità.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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