Giovedì sera, al Palazzo di Vetro, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha adottato all’unanimità una risoluzione per cercare di bloccare la diffusione di Ebola in Africa Occidentale: “Ebola non è solo un’epidemia, non è solo un’emergenza sanitaria, ma è una crisi umanitaria, sociale, economica, e una minaccia per pace e sicurezza internazionale” ha detto il direttore dell’OMS, Margaret Chan, nel corso della riunione. L’OMS ha diffuso nuovi dati: il numero totale di casi accertati è di 5.335, con 2.622 morti.
Fino a pochi giorni fa nei comunicati ufficiali dell'ONU si affermava che nel giro di pochi mesi 20.000 persone sarebbero state colpite dal virus. Ma giovedì sera, il Coordinatore per l’Ebola dell’ONU, David Nabarro, nel suo intervento al Consiglio di Sicurezza ha alzato l'asticella: “Ogni tre settimane raddoppiano i malati e la diffusione del virus avviene in maniera esponenziale”. Facendo subito dei calcoli, a metà novembre si potrebbero avere già oltre 40.000 infettati. Oltre duecentomila nel gennaio 2015.
Ad un certo punto della riunione d'emergenza convocata dall'ambasciatrice USA Samantha Power, che è anche presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, l'inviata di Obama ha detto che la situazione comincia terribilmente ad assomigliare a quelle che si pensava potessero esistere "solo nei film di Hollywood". Infatti Ebola è stata ormai definita “un’emergenza sanitaria senza precedenti” nella storia delle Nazioni Unite: “La più grande sfida alla pace che le Nazioni Unite abbiamo mai dovuto affrontare”, ha detto la Direttrice dell'OMS Chan.
Per questo incubo da film di Hollywood che diventa realtà, il Presidente Barack Obama invierà tremila militari in Liberia, il paese più colpito dall'epidemia. Questa volta, per l'invio di questa forza militare, Obama non aveva bisogno di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, era lo stesso governo liberiano ad aver chiesto aiuto alla Casa Bianca.
Chi scrive queste righe, ancor prima della riunione del pomeriggio del Consiglio di Sicurezza, al briefing di mezzogiorno con il portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite, aveva deciso di porre una domanda che ci rimbalzava in testa da giorni: mentre all'ONU convocate riunioni di emergenza del Consiglio di sicurezza su Ebola e, separate, anche quelle sul terrorismo internazionale, ecco non avete il dubbio che le due "emergenze" si possano unire? Volevo aggiungere come Ebola e ISIS potrebbero diventare una micidiale miscela esplosiva e mentre ero ripreso dalle telecamere dell'ONU (video qui dal minuto 9:48), che i sanguinari tagliatori di teste islamisti dell'ISIS (dagli USA e dall'ONU chiamato ISIL), potrebbero essere tentati di colpire la coalizione messa su dagli Stati Uniti per distruggerli, facendo arrivare nei loro paesi, caricati col virus Ebola, terroristi kamikaze…
Il portavoce Stéphane Dujarric non mi ha fatto finire, aveva già capito tutto. Pur riconoscendo il pericolo ma cercando di non farlo sembrare "imminente", abbiamo avuto la sensazione come stesse cercando di dissuaderci dall'aggiungere in questo momento altra carne al fuoco sulla crisi per Ebola, quella che da mesi, tra tutte le crisi internazionali inclusa l'Ucraina, tiene più sveglio la notte Ban Ki-moon…
La nostra domanda era azzardata? Intanto speriamo che nelle stanze del Consiglio di Sicurezza e delle altre riunioni ONU che rimangono a porte chiuse in questi giorni, così come nella "situation room" della Casa Bianca, questo incubo "hollywoodiano" che potrebbe diventare realtà, lo stiano discutendo, eccome.
Pensateci: basterebbe che un kamikaze militante dell'ISIS, invece di imbottirsi di esplosivo, si bagni le labbra con la saliva di un malato di Ebola e poche ore dopo riesca a salire, col suo passaporto britannico, francese, australiano o americano, su un aereo diretto verso Londra, Parigi, Sidney, New York…
Continueremo a farla la nostra domanda all'ONU, non certo per diffondere il panico, ma per scuotere i potenti della terra ad accelerare la risposta internazionale contro questa mostruosa epidemia "senza precedenti".