Beppe Grillo ha ragione: chi fra le sue fila non è d’accordo con lui, vada altrove, cambi aria. Non si renda agente di snaturamento del Movimento 5 Stelle. Non offuschi, non corrompa forze fresche, le prime forze fresche in Italia da tempo immemorabile. Non siamo del tutto d’accordo con Grillo, ma è giusto considerare il suo punto di vista su quanto accade nel M5S e, di riflesso, nella politica italiana.
Il M5S è stato concepito, costruito, realizzato, insomma, da Grillo. Senza di lui un’assemblea politica come questa non sarebbe mai nata. Nessun altro sarebbe stato di grado di realizzare ciò che ha appunto creato e plasmato il celebre attore genovese, il genovese eccentrico, impulsivo, ma, all’occorrenza, anche freddo, lucido. Grillo coi suoi è stato sempre chiaro. Non ha ingannato nessuno, ha mantenuto le promesse fatte, ha rifiutato con sdegno di dar luogo agli equilibrismi di cui sono campioni così tanti uomini politici italiani – e anche le donne che, legittimamente, si lanciano in politica. Fin dall’inizio ha inteso rappresentare un’alternativa in un Paese come il nostro che ha tanto bisogno di alternativa quanto un disgraziato d’ un goccio d’acqua nell’arroventata solitudine del Sahara…
Fin dall’inizio ha chiesto ai suoi uno sforzo d’immaginazione, ha chiesto lo slancio disinteressato, “rivoluzionario”, in un certo senso un po’ giacobino. Ha indicato con scoppiettante incisività le sperequazioni, le iniquità, le disfunzioni che da troppo tempo si abbattono sull’Italia e in Italia trovano masse inerti, “cloroformizzate”.
Non si discute con la partitocrazia… Non si intavolano negoziati, rapporti con capi o gregari di questa partitocrazia che di giorno in giorno dà di sé uno spettacolo nauseante, indegno: è la fiera, fra lustrini e scintillii pacchiani, degli approfittatori, degli ingordi; degli indifferenti alle sorti dei cittadini meno fortunati o addirittura scivolati nella povertà, in parecchi casi nella miseria. Si veda il recentissimo caso di amministratori pubblici siciliani appropriatisi di fondi destinati ai disoccupati: laute cene, viaggi, “escort” avvenenti, sensuali! Tutto questo sulla pelle di italiani rimasti senza lavoro, sulla pelle delle famiglie di questi italiani.
Si può semmai discutere con il Presidente del Consiglio Enrico Letta, in primo luogo perché Letta è un signore vero, in secondo luogo perché è animato dalle migliori intenzioni. Ma non ha le mani libere. E’ appesantito dalla co-abitazione col Pdl.
Un movimento “di rottura” non può avviare un “dialogo” con chi il dialogo intende finalizzarlo a proprio uso e consumo… Non può accettare il gioco politico che svuota la Nazione di ogni energia, fa perdere tempo, provoca la cronicizzazione di problemi enormi: costringe a un’emergenza continua. Intendiamoci bene, cari lettori e care lettrici: la partitocrazia non è entità democratica, come vorrebbe invece far credere; è elemento dittatoriale. Perciò inaccettabile. I suoi appetiti sono dittatoriali. I suoi modi sono dittatoriali. Grillo, sì, ha ragione: sottrarsi al canto, all’abbraccio della Sirena partitocratica. Canto e abbraccio fatali. Micidiali.
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