Gli studenti italiani (i liceali più che gli universitari) si sono svegliati. Era anche ora… Hanno dormito a lungo, anche se non tanto quanto i loro fratelli maggiori. Hanno gettato via tempo prezioso sugli iPod e su tutti gli altri “i” di questo mondo ‘finto’, ceralaccato, schiavo di bischerate; il mondo di “X Factor”, del Grande Fratello, dell’Isola dei Famosi. Delle Nike… Ora si son resi conto, malgrado la giovane età, di non aver tempo da perdere. Tentano così di recuperare quel tempo perduto, perduto anche per via di genitori i quali a fare i genitori non hanno mai imparato: o severi in modo assurdo, illogico, quasi cattivo; o accondiscendenti in modo altrettanto scandalo so. Scandaloso e nocivo. Come il 14 novembre, ieri gli studenti sono scesi di nuovo in piazza, a Roma come a Milano, a Torino come a Bologna e in tante altre città italiane (questo “Punto di vista” potrà essere quindi letto a cose avvenute). Ci troviamo dinanzi a ragazzi e ragazze che non intendono in nessuna maniera far la fine dei tanti trentenni e quarantenni i quali hanno creduto in troppi “dèi falsi e bugiardi”, hanno puntato sulla stantìa tattica del “massimo risultato attraverso il minimo sforzo”, non hanno mai mostrato vero senso critico, vero senso estetico; si sono allegramente ridotti a rango di “consumatori”: ora però nulla o poco hanno da consumare poiché le loro entrate non sono affatto cospicue, in parecchi casi scarse, del tutto insufficienti a reggere la terribile spinta dell’“erosione” provocata dal ‘mostro’ chiamato euro.
Tempo ce n’è poco davvero. Almeno questo negli ultimi tempi è entrato nella coscienza di un gran numero di studenti italiani, lombardi, emiliani, toscani, romani, napoletani, siciliani. Questa è una generazione che ha scoperto il sacrosanto diritto d’essere arbitra di se stessa Ha capito che la “res publica” nelle mani dei politici di carriera non va in rovina: ha capito che è “già” andata in rovina. Si guarda intorno e vede la Scuola, la propria scuola, sottoposta ai “movimenti tellurici” scatenati da un Ministro della Pubblica Istruzione dopo l’altro.
Trova una Scuola inadeguata, nonostante la grande preparazione, la coscienziosità ‘mistica’, sì, ‘mistica’, di tanti docenti; una Scuola arretrata in cui troppo è lasciato all’improvvisazione e alle belle capacità di singoli Professori e Professoresse. Avverte, quasi nella propria carne, l’effetto dei “tagli”: è sempre tempo di “tagli”, sempre tempo di ‘amputazioni’…
Quando dice che così non si può andare avanti, è vero che così non si può andare avanti. Assiste a casi di clientelismo e di nepotismo infinitamente maggiori e ancor più odiosi di quelli dei tempi della Democrazia Cristiana, del Partito Socialdemocratico, del Partito Socialista stesso. Non ne può più delle alchimie, della bellicosità, del velleitarismo sia della destra che della sinistra e anche del centro (e soprattutto dei vari “inciuci” scoperti o coperti, striscianti o intermittenti…). Non intende affatto “sparire”, poiché, stando così le cose, essa sparirebbe: sparirebbe diventando fra 5 o 10 o 15 anni una massa di persone senza né arte né parte, una massa, un’altra massa ancora, di precari. Un’altra moltitudine ingannata, tradita, offesa dalla classe politica di questo Paese che purtroppo ben sa come far male a se stesso…
E’ d’accordo con Beppe Grillo, capo e fondatore del Movimento 5 Stelle, quando Grillo dice: “I partiti politici devono sparire”. Ma questa generazione di studenti e studentesse non si leghi a nessuno, non si leghi nemmeno a Grillo. Faccia da sé. Abbia il coraggio e la volontà di far da sé. Si sganci in modo netto da tutto quel che è voluttuario, ‘alla moda’, ‘fico’, come si dice qui a Roma, o ‘ganzo’, come si dice in Toscana. Dia forma e anima a un movimento proprio, a un movimento moderno (non “modernista”!) febbrile, estroso, costante nella propria azione, convinto del proprio pensiero. E’ in gioco il suo Destino. Che ai politici di carriera non importa davvero.