Fino a pochi giorni fa, nell’allegra e putrida Italia attuale succedeva che se guardavi da una parte vedevi un ladro tutto intento a rubare qualcosa o a derubare qualcuno e se, disgustato, cercavi un luogo in cui potessi illuderti che le tue tasche non corressero troppi pericoli e ti imbattevi in branchi di energumeni tutti intenti a "celebrare il dio Po", a gloriare la "padanità" sulle sponde del fiume che si porta via tutta la cacca dell’Italia del Nord (meglio non pensare a cosa ne facessero con le ampolle che riempivano) e insomma un povero membro della popolazione che si sforzava di mantenere almeno un minimo di razionalità non aveva scampo: o ladri o cretini. Ma perché fino a pochi giorni fa? Perché adesso le due cose si sono fuse: quelli che rubavano si guardavano bene dal confondersi con i buffoni padani, e i buffoni padani praticavano lo sport di bestemmiare contro "Roma ladrona", così lontana dalle probe genti della grande pianura. Ora, anche il ladro è diventato cretino e anche il cretino è diventato ladro. E se vai a frugare nel grigio in cerca del bianco e del nero non trovi più neanche una piccolissima distinzione, come se la fusione fosse già accaduta da chissá quanto tempo. Del resto non è mica tanto vero che è successo tutto solo all’improvviso. I ladri albergavano da tempo un bel po’ di corposi "elementi di cretineria" e i cretini non disdegnavano per niente quegli "elementi di ladrocinio" che si sentivano crescere dentro. Qualche prova? Pensate al sontuoso Antonio Claudio Scajola che passa solo poche ore, giusto per dormire un po’, nella casa con vista del Colosseo, per recitare diligentemente la sua parte in quella commedia degna di Feydeau della storia della casa "rubata a sua insaputa". Uno così vi pare solo ladro?
E anche dall’altra parte, quelli che "portano il mio nome" (un eufemismo che le lacrime hanno suggerito a Umberto Bossi per evitargli di dire direttamente "i miei figli") non è che si siano accorti solo pochi giorni fa che ci si poteva divertire parecchio. Un tempo Renzo Bossi, detto il Trota (soprannome inventato dal padre per distinguerlo dal Delfino, che neanche a lui sembrava il caso) divenne famoso perché non riusciva proprio di conquistare la maturità liceale. Ogni volta che veniva bocciato partivano bordate contro i professori, ma lui restava dov’era. Ora, a quanto risulta, il problema scolastico è stato superato grazie all’acquisto (sì, acquisto, pagando) di alcuni diplomi e visto che è stato promosso ha avuto in regalo un’auto sportiva e un posto nel Consiglio Regionale della Lombardia, con uno stipendio di dodicimila euro al mese. Uno così vi sembra che appartenga solo all’ala cretina?
Siccome però il fetore italiano di cui si diceva appesta tutto, anche i mezzi di informazione che operano nello Stivale, ecco il giornale numero uno, il Corriere della Sera, raccontare lo scoppio della Lega come se stesse raccontando una sciagura.
Ladro o no, il Bossi merita un degno necrologio, si sono detti i dirigenti di Via Solferino, ed ecco uscire sul giornale "la riconosciuta grandezza di un leader che ha imposto nell’agenda politica nazionale la questione settentrionale e ha interpretato i sentimenti di un popolo che non aveva rappresentanza politica".
Scommetto che neanche voi sospettavate che prima che nascesse la Lega i poveri cittadini lombardi vivevano nella giungla padana, lontani dal mondo sviluppato e costretti a difendersi dai sanguinari Cortes e i Pizzarro, spediti da Roma ladrona per non consentire ai poveri lombardi di vivere in pace e letizia, coltivando la loro limpida cultura con tutte le sue glorie elencate da un commosso (ma forse no) Marco Travaglio: le già menzionate ampolle, il matrimonio celtico, il druido, il tricolore nel cesso, i terun, i negher, il foera di ball, il dito medio, il gesto dell’ombrello, le pernacchie, il ce l’ho duro, i kalashnikov, i fazzoletti e le cravatte verdi, eccetera, eccetera, eccetera.
Chissà, forse i dirigenti del più importante giornale italiano hanno pensato che fosse bene mettere la sordina alla componente ladra e il modo più efficace per farlo era quello di dare il massimo rilievo alla componente cretina. A occhio, ce l’ha fatta.