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April 1, 2012
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Evasori per forza

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 5 mins read

Dall’Italia una notizia “clamorosa”, si leggeva in un servizio dell’Ansa di venerdí: i dati ufficiali del fisco italiano “svelano” che la maggioranza degli italiani o sono dei poveracci o sono i piú grandi evasori fiscali della storia dell’Occidente.  Sarebbe infatti sotto i 15 mila euro il reddito medio annuale di metá popolazione che lavora in Italia (e vivrebbe con meno di 10 mila un terzo della popolazione).  Il reddito medio in Italia sarebbe, secondo le cifre basate sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2011, poco piú di 19 mila euro.  Ed ecco la ciliegina che farebbe gridare allo scandalo l’Italia finora “all’oscuro” di tutto: per le dichiarazioni presentate al Fisco, i datori di lavoro guadagnerebbero meno dei loro impiegati: un reddito medio di 18,170 per gli imprenditori mentre i loro impiegati arrivano a 19,810 euro.

Questo “scoop”, ha scosso persino il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,  che ha lanciato il “monito”: le nuove politiche per la crescita e lo sviluppo servono a “proseguire nel cammino delle riforme” ma in tutto questo ci vuole “la necessaria severitá fiscale”. E poi per il segretario del Pd Bersani gli ultimi dati sarebbero “l’eterna raffigurazione della vergogna fiscale che resta il punto principale da affrontare per riprendere la strada della crescita”.

Avete capito perché il Bel Paese é in crisi? Tutta colpa degli italiani che non pagano le tasse.

Giá, adesso rischiando di essere accusato dai lettori di essere un Berluscones qualunque, si tenterá di scoprire le “carte false” con cui il governo Monti, o forse meglio dire “il vento del cambiamento”, vorrebbe rappresentare i termini della questione fiscale in Italia.

Dunque almeno la metá degli italiani dichiarerebbe molto meno di quello che guadagna. Ovviamente non possono farlo gli impiegati e gli operai ai quali ogni mese viene prelevato dallo stipendio il dovuto alle tasse. I “ladri” e “malfattori” affossatori dell’Italia, sarebbero tutti gli altri italiani che possono nascondere i loro guadagni, dai professionisti (medici, avvocati, architetti…) alle altre categorie di lavoratori (idraulici, meccanici…) e, ovviamente, i piú “lazzaroni” di tutti, quei commercianti ora in allerta perché Monti gli ha scatenato contro i raid della finanza. E non dimentichiamo poi gli imprenditori, ma sí i ricconi che dicono di guadagnare meno dei loro dipendenti…

Primo appunto: i dati forniti venerdí dal ministero dell’Economia e rilanciati dalle agenzie come se fossero lo “scoop” del secolo, non hanno niente di diverso da quelli letti per decenni in tutti i rapporti dell’Istat, Censis, Eurispes e altri istituti di statisca e ricerca, che da anni pubblicano sulla “povertá” degli italiani, o meglio la loro ricchezza nascosta, un  segreto di pulcinella che il mondo ci invidiava.  Eppure tanto clamore per un notizia che non c’é. Ma agli italiani si deve far capire che lo sceriffo Monti non scherza e rivolterá come un calzino l’Italia (frase detta troppo presto dai magistrati di Mani Pulite venti anni fa) per cambiarla e migliorarla…

 

Per caritá, le tasse si pagano e chi non le paga é un ladro e dovrebbe essere denunciato da chi invece le paga. Giá, perché questo non é mai successo? Perché il popolo italiano capisce tutto prima di chi vuol farlo fesso e se oltre la metá che lavora finora le tasse le ha pagate solo “quanto bastava”, é perché nell’Italia di ieri pagarne di piú avrebbe significato il disastro e la perdita del benessere per tutti. Infatti, é lo Stato italiano, per come é organizzato, per come spende e spreca, che deve ringraziare gli italiani che hanno lavorato duro per non essersi fatti strappare i guadagni da uno Stato in mano a partiti “arraffa arraffa” (Lusi caso unico? Sí, e io sono Napoleone). Ed é grazie a questo che adesso il governo Monti puó cercare di ridare fiducia ai mercati “prelevando” dalle tasche degli italiani, perché in quelle tasche c’é per fortuna ancora la ricchezza che non é andata a finire nel buco del disastro finanziario della Repubblica. 

Cosa avrebbe prodotto quel pozzo senza fondo con tutte le tasse “dovute”? L’Italia tassa come la Svezia o la Danimarca o la stessa Francia, ma senza averne gli ospedali, le ferrovie, le infrastrutture efficienti insomma tutti i servizi che servono ad un paese moderno. Eppure gli italiani, con la loro media e piccola industria, hanno reso per anni l’Italia tra i paesi piú competitivi nel mondo. Bisogna ringraziarli gli italiani, altro che “ladri”, per non aver lasciato che tutta la loro richezza fosse sprecata da uno Stato diventato ostaggio di un regime partitocratico e parassita.

Ora Monti vuol far recuperare credibilitá all’Italia attirando capitali stranieri con l’“ordine”. E, quindi, tutti devono pagare le tasse. Giusto, che tutti gli italiani paghino il dovuto. Ma a  quale Stato? Ad uno liberato dalla partitocrazia scialaquatrice e inefficiente e dove soprattutto gli elettori possano eleggere e controllare gli eletti?

Gli italiani appoggeranno il governo Monti-Napolitano se le sue riforme sapranno rendere lo Stato della Repubblica piú efficente e al servizio dei cittadini. Altrimenti, per il bene dell’Italia, continueranno “ufficialmente” a risultare poverissimi.

 

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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