Quelli che mi rimproverano (ce ne sono) perché il mio continuo "parlar male dell’Italia" addolora il loro patriottismo, ecco una notizia che (mi dispiace) li farà sentire ancora peggio. Alle tante ragioni che hanno indotto molta gente ad andarsene, ne è spuntata una finora ignota che ha affollato parecchio la massa dei "fuoriusciti".
Si tratta dei pensionati italiani che se ne sono andati altrove in numero di oltre 400.000, cioè più degli abitanti di Bologna e Firenze, il doppio degli abitanti di Bari, Catania, Venezia, Verona, Messina, Padova e Trieste e tre volte gli abitanti di Parma, Reggio Calabria, Modena, Perugia, Livorno, Ravenna e Taranto. Il numero dei pensionati lontani lo fornisce ufficialmente l’Inps, che ha ricevuto le richieste di spedire le pensioni ai domicili all’estero dei titolari.
Sbalorditi da quel numero così massiccio, al Corriere della Sera hanno deciso di andare a vedere più da vicino questo fenomeno. E siccome la potenza del provincialismo riesce a sconfiggere anche l’orgoglio del "primo giornale d’Italia", la curiosità più forte che gli investigatori del giornale hanno voluto soddisfare è stata quella del numero di persone che vanno via dalla Lombardia, la regione in cui il Corriere è letto di più. Se ne sono andate in quest’anno 29.000 persone ed erano state 24.000 cinque anni fa, dal che si deduce che il fenomeno è anche in aumento.
Questa novità statistica non ha solo incrementato il numero dei "fuoriusciti" italiani: ha anche aggiunto una ragione in più, per andarsene, che finora non era stata considerata. Stando alla tradizione, ad andarsene sono quelli che sono stati sopraffatti dal disgusto per l’Italia (berlusconiana ma non solo); quelli che dopo aver studiato seriamente, hanno ottenuto ottimi voti e poi hanno dovuto rendersi conto che all’Italia non frega nulla delle loro alte qualificazioni; ed anche quelli che se ne vanno per ragioni strettamente personali. Ora, con la scoperta delle nuove, impressionanti statistiche, si aggiunge questa categoria dei pensionati che oltre alle ragioni appena riassunte ne portano altre, molto concrete, cui probabilmente i disgustati e i professionisti incompresi non avevano pensato.
Dalla ricerca compiuta dal Corriere della Sera risulta che le mete più frequenti sono il Brasile, la Spagna (ma a quanto pare solo perché di essa fanno parte le Isole Canarie), il Marocco e la Repubblica Dominicana. Sono luoghi in cui la vita costa meno che in Italia, il che rende le pensioni italiane molto vicine a ottimi redditi. E poi l’euro è ancora forte, nonostante tutti i casini che sappiamo, sicché "con mille euro al mese in alcune zone si sta come un signore", dice uno degli intervistati dai ricercatori del Corriere.
In molti casi non si tratta neanche di "fughe per sempre". Ci sono quelli che se ne vanno per sei mesi, mentre in Italia è inverno, e anche quelli che visitano parecchi Paesi prima di decidere dove stabilirsi, e magari la decisione è che si preferisce non restare sempre nello stesso posto.
Malgrado, numericamente parlando, i luoghi di destinazione siano il Brasile e la Spagna, pare che quelli che arrivano una volta nei Caraibi ne restano incantati, rendendo la presenza da quelle parti la più in crescita. Uno di costoro ha raccontato ancora al Corriere che a Santo Domingo ci sono delle bellissime calette che vengono chiamate "spiagge Inps" per via dei tanti pensionati italiani che le frequentano. E questo, oltre tutto, viene perfino in aiuto agli eventuali tiri mancini che ti può fare la nostalgia.
Una signora settantenne dice di avere sentito molto la mancanza delle chiacchiere al mercato che supponeva impossibili perché non avvenivano in italiano. Ma ora, basta andare nelle "spiagge Inps" e tutto è risolto.