Ora sembra improbabile, ma domani chissà… Chissà che un domani la fine dell’euro non venga sancita da un governo tedesco, sia esso di centrodestra o di centrosinistra, sulla base della volontà popolare.
Soltanto la Germania ha la forza politica, economica, morale di liquidare questa mostruosità monetaria che dalla propria nascita altro non ha fatto che creare problemi. Ne ha creati a tutti: a noi italiani (soprattutto a noi italiani), a francesi, spagnoli, portoghesi, greci; agli stessi tedeschi. La Germania un giorno dirà: cancelliamo l’euro. L’euro verrà così cancellato, con sommo dolore di tutti i superficiali, i conformisti del Belpaese, gli internazionalisti in realtà provinciali, molto provinciali; abituati per pigrizia mentale o per ignoranza a seguire “l’opinione comune”. Lo piangeranno Monti, Prodi e molti degli sciocchi e irresponsabili che poco meno di 10 anni fa ne avevano salutato l’avvento come se questa “non moneta” avrebbe saputo garantire a tutti noi felicità e benessere. Sissignori, la Germania un giorno dirà “basta”.
Il popolo tedesco dimostrerà di averne abbastanza dell’Europa della “Civilization”, quella in antitesi all’Europa della “Kultur”. L’Europa della (moderna) “Civilization” siamo noi, italiani, francesi, olandesi, belgi, e, su un piano sottostante, spagnoli e portoghesi. L’Europa della “Kultur” è invece lei, la Germania, appunto. Ma una Germania più che si ferma alla Ruhr e alla Baviera. Anche Ruhr e Baviera rientrano nella ‘sfera’ della “Civilization”, che è società mercantile, speculatrice; società umorale, in fondo indisciplinata, erudita, ma non colta; individualista, troppo individualista. Vero è che la “Kultur” ci ha dato il nazionalsocialismo (nazismo, per meglio intenderci), ma ci ha anche dato Kant, Goethe, Hegel.
Ci ha dato i latinisti, i romanisti, gli italianisti più squisiti (basti citare Gregorovius e Mommsen).
Ci ha dato, soprattutto in Goethe, sicilianisti di grande spessore intellettivo e umano.
In Germania ricomincia ora a prevalere la “Kultur”. Si capisce che la “Civilization” (o la post-“Civilization”) ha oramai mostrato tutti i suoi limiti: non è ancora riuscita a risolvere l’antica contrapposizione fra datore di lavoro e salariato (produttore); anzi, specie in Italia s’è aperta una frattura, una larga frattura, fra capitale e manodopera; iniquità ancor più ampie (e apparentemente insanabili) delle iniquità di 100 o 120 anni fa.
Mai come oggi gli interessi di genti della Sassonia, del Meclemburgo, dell’Assia erano apparsi tanto distanti dagli interessi di fiamminghi, provenzali, lombardi, romani… La Germania del 2011 è molto più lontana dalla Francia di quanto lo fosse cent’anni fa. Euro, cellulari, Internet, voli a basso costo non hanno affatto unito gli europei: sciocco chi s’era illuso che avrebbero dato vita al “cittadino europeo”. Hanno semplicemente creato un “europeo virtuale”… Bell’impresa…!
Furono i tedeschi a volere l’euro. Ora si rendono conto che l’esperimento (drammatico) non ha funzionato. I tedeschi non vorranno che il loro destino sia legato, o addirittura determinato, dalle consorterie politiche italiane, francesi, spagnole.
Si sono accorti che solo in Italia e in Francia, al potere possono giungere personaggi quali Silvio Berlusconi e Nicholas Sarkozy. Gli inefficienti che si proclamano alfieri dell’efficientismo, i soliti parolai, ‘miglior’ espressione della“Civilization”.
La rinascente “Kultur” vorrà occuparsi soprattutto dei propri figli: non avrà tempo per estranei… Non avrà tempo per chi gioca sulla pelle del cittadino.
Non avrà tempo per i tattici, i temporeggiatori, i mendaci, gli “appariscenti”, i “buontemponi”. Per capi di Governo e ministri i quali non te la raccontano tutta, fingono attenzione al tuo punto di vista, ti ripetono che se “solo dipendesse da me…”.
Tu gli parli e si vede che pensano ad altro. Pensano al prossimo raggiro, alla prossima menzogna.
La pazienza tedesca sta per esaurirsi.