Col governo Monti si respira aria nuova.
Finalmente, una boccata d’ossigeno, anche se quest’ossigeno non è quello davvero fresco che avremmo voluto. Ma dopo tre anni e mezzo di Berlusconi Ter, questo è già tanto. Non è stata certo eliminata la volgarità berlusconiana, ma su di essa ora s’accende un minor numero di riflettori: non ci tocca più subire di frequente lo starnazzo delle innumerevoli “amazzoni” dell’ex-Presidente del Consiglio o i sussurri del mellifluo (peccato che sia fiorentino…) Bonaiuti, portavoce del gaudente meneghino, del campione delle leggi “ad personam”, dell’illusionista nel quale certi rincorbelliti si ostinavano a vedere un ‘nuovò Mussolini, “il” nuovo Duce… Ma per carità!
Con l’avvento del Governo Monti, così scrivevano venerdì scorso vari quotidiani italiani a larga tiratura, arriva un tocco “British”, si nota un certo “aplomb”, si parla sottovoce; non si offende, non si dileggia nessuno. Non c’è però bisogno (e questo è detto da un anglofilo!) di fare i “British”, di voler assomigliare a un Duca o a una Duchessa di Sutherland: siamo italiani, abbiamo un nostro stile, un nostro timbro, un nostro cachet: abbandoniamo per sempre le imitazioni. Chi è nato a Firenze sia orgoglioso d’esser nato a Firenze; chi è nato in Sicilia sia orgoglioso d’esser nato in Sicilia, chi è nato a Campobasso sia orgoglioso d’esser nato a Campobasso.
Eppoi lo sapevate che fra il Cinque e il Seicento, e ancora nel Settecento, gli inglesi agiati, gli inglesi di prestigio s’ispiravano alla figura del gentiluomo italiano? Bisogna ricordare tutto questo ai componenti
del Governo Monti…?
Come vedete, cari lettori napoletani, siciliani,molisani, pugliesi, ancora non ci siamo… Certo che è arrivata la buona boccata d’aria, ma ci vuole, ci vorrà, qualcosa di più. Ci vorrebbe (improbabile, ahimé) lo sganciamento definitivo dal conformismo cultural-politico-economico che ormai in Italia regna da almeno vent’anni. Ma lo stesso Monti l’altro giorno ci ha raggelati (anche se ce lo aspettavamo) quando alla Camera ha voluto “sottolineare” che il Destino dell’Italia è legato al Destino dell’Unione Europea. Bene: seguitiamo a farci del male… Seguitiamo a prendere ordini da una banda di teocrati la quale risiede nella bigia, impersonale Bruxelles… Teocrati, lo ricordiamo, non eletti dal Popolo! Seguitiamo a svendere il nostro presente e il nostro futuro; incateniamo i nostri figli nel tempio in cui non si lavora per creare benessere, ma si lavora per distribuire povertà, miseria, ansia.
Non c’illudevamo che col Governo Monti sarebbe arrivato il rigenerante scossone anticonformista. Ma quando abbiamo sentito parlare della possibile re-introduzione della tassa immobiliare sull’Ici, c’è preso un certo scoramento. L’Ici (dalle cronache di questi ultimi anni avrete saputo di che si tratta) è gabella odiosa, gabella iniqua: sa di rapina, sissignori, di rapina; d’estorsione. È il fendente dello Stato quando lo Stato dimentica i propri obblighi verso i suoi cittadini e i suoi cittadini li colpisce, li sfrutta, li svena. È lo Stato che si appiattisce ai piedi dell’Unione Europea, lo Stato che ancora (in compagnia di parlamentari, segretari di partito, giornalisti) celebra l’euro come moneta di salvezza quando, invece, l’euro è la “moneta” che ci impoverisce, ci piega in due, ci procura angoscia: ci dà la netta sensazione di essere costretti in un gelido limbo da cui è impossibile uscire.
Dicono che d’inverno quasi tutti i componenti del Governo Monti indossino il Loden, il cappotto loden.
E “anche” questo che non ci piace: il Loden è classista. È uno “statement”. Chi porta il Loden finge d’essere amico e paladino degli umili.