L’impressione è di grande incompetenza: nessuno sa che pesci pigliare. Poi arriva lo chef e, siccome in cucina non c’è l’ombra di un pesce, solleva il coperchio della pentola e ci butta dentro quello che trova in frigorifero e in dispensa. Poichè in Italia sappiamo cucinare, a Bruxelles hanno mangiato la foglia, pardon il foglio firmato da Berlusconi, e si sono accontentati. Per ora. L’impressione è che il piatto servito ai partner europei sia stato fatto secondo i gusti degli elettori del Pdl e della Lega che non gradiscono la patrimoniale, sono allergici alla riforma fiscale, adorano l’evasione e per essa digeriscono la corruzione e i costi della politica.
L’impressione è che lo chef abbia somministrato una dieta macrobiotica, riservando le aragoste alla sua corte dei miracoli. E siccome i costi sono costi, c’è il timore che un giorno non ci siano nemmeno più gli spaghetti per nessuno. Dieta mediterranea schloss. E poi saranno cavoli amari, altro che cavoletti di Bruxelles. E ringraziare che ci daranno almeno quelli da mangiare.
Il problema è che il Pd non ha neanche uno straccio di chef. Gli apprendisti cuochi tengono la cucina lustra, continuano a tirar fuori il pentolame e a schierarlo sui fornelli, poi si mettono a litigare su chi cucinerà questo e quello.
Senza avere nemmeno un fico secco per ingrediente. Eppure hanno sempre la bocca piena di parole. Che in cucina non servono a niente. Giocano al come se cucinassero… al come se governassero. Siamo alla parodia.
Ci confortano le notizie da Atene: i greci mangiano, i ristoranti sono stracarichi. Non arrivano a fine mese, ma arrivano al ristorante. Chissenefrega se i politici non sanno cucinare.
A giudicare dal full booking negli alberghi per queste feste dei morti, sembra che noi italiani siamo tutti vivi e vegeti e mangiamo aragosta. ‘La crisi’ fa il ponte: da venerdì a martedì compreso, questo week-end non lavora nessuno, ad esclusione di albergatori e ristoratori. Un’amica mi piange al telefono che in studio non hanno lavoro, che forse dovrà licenziare, ma che va alla spa questo fine settimana a rilassarsi altrimenti impazzisce. Primo comandamento: divertirsi sempre e comunque.
Si vive una volta sola come gli dei greci, possibilmente nel gossip. Altrimenti non si è nessuno.
Potremmo mai avere un’altra pasta di politici, quando siamo fatti della stessa loro pasta? Abbiamo scelto chi ci somiglia.
Una cosa è certa: lo chef è impazzito, come la maionese. E non si sa perché. Lo chef ha istinti autodistruttivi e non vuole cucinare o, se cucina, getta tutto via prima di finire l’opera. Cosa mangeremo? Le pietanze non basta disegnarle sulla carta. C’è chi teme che faccia il passo fatale: “Il suicidio. Declino del berlusconismo. Cronache e retroscena” (Melampo Editore). Più propriamente Edmondo Rho, inviato di Panorama, in questo suo ultimo libro descrive come il Nostro si stia suicidando, fino all’anoressia di consensi e credibilità.
Nella discussione dopo la presentazione del libro, c’è chi sostiene soffra di un disturbo narcisistico della personalità perché non è padrone dei suoi comportamenti e non è più in grado di agire nel proprio interesse né in quello della collettività: perde il controllo se non dispone della sostanza (femminile) da cui dipende. Chi si chiede: “Il suicidio è mio o è qualcosa che non mi appartiene? Ognuno di noi dovrebbe guardarsi allo specchio e farsi la domanda: io oggi ho fatto il Berlusconi? Forse è il suicidio dell’intero paese causato dalla predominante affermazione degli interessi individuali”.
Chi infine chiede: “E’ possibile un viaggio all’Elba per Berlusconi?”