Come tanti italiani i quali non conoscono la lingua inglese, anche lui ora cede alla grottesca tentazione di snocciolare tre o quattro parole nell’idioma di Shakespeare, Milton e Bacon. Lui è il tronfio, insopportabile ministro leghista Calderoli, il quale ci procurerebbe soltanto ilarità se l’Italia non stesse morendo pian piano dopo vent’anni sotto Prodi e Berlusconi, sotto i giannizzeri, e gli ex-giannizzeri, di Prodi e Berlusconi. “No representation, no taxation”, ha intimato mercoledì scorso il Ministro per la Semplificazione. Pensate, quelle quattro parole di una delle lingue più belle e più ricche del mondo che escono dalla bocca del prosopopeico personaggio lombardo… L’inglese con accento meneghino o bresciano o bergamasco, sia quel che sia, fa ridere e al tempo stesso piangere… E’ lo stupro della lingua inglese perpetrato da un tale col quale non prenderemmo nemmeno un caffè. Avvistandolo in Piazza Montecitorio o in Piazza Colonna, scantoneremmo all’istante. L’individuo non ci piace. Non ci piacciono i leghisti. Nemmeno i gregari della Lega Nord, nemmeno i pensionati e le casalinghe che votano per Bossi e per i suoi accòliti.
La celeberrima frase degli insorti americani del Boston Tea Party presa in prestito dal Calderoli, si riferisce alla pretesa leghista che uno o più Ministeri da Roma siano trasferiti a Milano. Abbiamo l’impressione che i “padani” la spunteranno finchè al potere rimarrà questa destra che è sempre più un imbarazzo nazionale. Nella circostanza, Calderoli dimostra (il che non ci sorprende per nulla) un’ignoranza abissale delle cose, delle istituzioni, di natura e specificità delle istituzioni. Spieghiamoci. I Ministeri non forniscono rappresentatività. Camera e Senato garantiscono rappresentatività a deputati e senatori eletti dal popolo. Le elezioni politiche o amministrative creano quindi la “representation”. I Ministeri hanno ben altre e diverse funzioni.
Ecco che scatta quindi l’ennesimo ricatto della Lega Nord allo Stato Italiano, ai cittadini italiani. Un ricatto, s’è detto, che forse avrà successo: in Italia verrà commessa anche questa scellerataggine. Non vi sono limiti al senso masochistico di una gran massa di nostri connazionali suggestionati e ingannati da cattivi maestri. Ma non si creda che l’aspirazione leghista contempli il bene pubblico, la tutela dei diritti dei cittadini. Questa è una “aspirazione” personale, personalistica, dettata quindi da bassi, volgari interessi personali e interessi di bottega. Due o tre Ministeri a Milano irrobustiranno di certo la Lega Nord, Bossi e i suoi accresceranno il proprio potere: loro che da vent’anni starnazzano contro il clientelismo romano e il clientelismo meridionale, sono più che disposti a creare un clientelismo milanese, bergamasco, bresciano… Non si porranno scrupoli nella ricerca di nuovi e sempre più floridi e redditizi feudi. Sono agenti del virus che oramai ha avvelenato a morte l’Italia. Sono, con rarissime eccezioni, personaggi sinistri, equivoci, egocentrici. Attaccati a uno Stato che dicono di odiare, sono i più grossi, i più subdoli, i più nocivi parassiti d’Italia, ancor più dei pensionati fasulli i quali popolano varie regioni d’Italia.
Mi spiegate poi che fine faranno gli impiegati, i dirigenti di questi Ministeri strappati a Roma e ricollocati a Milano? E’ lecito secondo voi trasferire seduta stante da una città all’altra centinaia di dipendenti e funzionari con mogli, figlioli, altri parenti? Servitori dello Stato romani… ciociari… sabini… napoletani… calabresi… siciliani… I padroni dei Ministeri “milanesizzati” non ce li vorranno nemmeno nella “Milan col coeur in man”…! La “Milan col coeur in man” del resto è morta da oltre mezzo secolo, secondo alcuni meneghini fu la Seconda Guerra Mondiale ad assassinarla. La Lega non è nemmeno figlia di quella “Milan”. E’ figlia di un sottobosco che aspettava soltanto di partecipare al Grande Banchetto allestito alla faccia di moltitudini di italiani costretti a tirare a campare con pensioni di 400 o 500 euro al mese (cifre Istat diffuse mercoledì scorso).