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Come cambiano le donne… Ma siamo sicuri che “cambino”? Non sarà forse più probabile che ora non ce la facciano più a tener tutto dentro se’ stesse e allora spezzano, sfondano gli argini, si mostrano come le loro mamme (per non parlare delle nonne) non avrebbero neppur pensato di mostrarsi. Anche se leggevano “Tropico del Cancro”, “L’amante di Lady Chatterley”, “Histoire d’O”. Il privato insomma diventa pubblico. E’ in atto una “urge” collettiva che attraversa i ceti sociali, i Paesi, i continenti. Che si manifesta in donne sui vent’anni, in signore sui cinquanta o sessanta.
E’ il cyber-sesso che, come ci riferiscono da alcuni giorni le cronache, dilaga in Gran Bretagna, dilaga in Italia e altrove. La Regione Marche sta perfino considerando la possibilità di ufficializzare come patologia curabile presso servizi clinici il ricorso di un sempre più alto numero di donne al sesso cibernetico “offerto” da vari siti Internet, uno dei quali, aperto pochi mesi fa in Inghilterra da un tal Jason Dean, sta facendo “furore”. Ma una manager, sempre in Inghilterra, è stata licenziata la scorsa settimana perché sorpresa in ufficio a “consultare” un sito ‘hard’.
Molto richiesti da libere professioniste, segretarie, studentesse, dalle ‘solite’ mogli annoiate, filmati in cui una donna si lascia possedere da due, tre, anche quattro uomini di razze diverse. Molto richiesti filmati in cui appaiono uomini ben “forniti” da Madre Natura. Una italiana di quarant’anni ha confessato di aver perso la verginità “solo” a 27 anni e di non aver mai raggiunto il Piacere nell’intimità con un uomo: all’orgasmo ci arriva solo masturbandosi dinanzi alle orge pre- sentate appunto nei siti ‘hard’. Da recenti ricerche svolte in Italia e in Inghilterra si apprende che un incalcolabile numero di donne fra i diciotto e i cinquant’anni trascorre anche cinque-sei ore al giorno in compagnia del Cyber Sex… Da noi il fenomeno assume ora dimensioni gigantesche. Ci sono italiane le quali non hanno nemmeno più voglia di compagnia maschile: c’è la compagnia del sesso cibernetico…!
Limitiamo il discorso all’Italia, che è il nostro Paese. Lo conosciamo bene. Conosciamo bene la donna italiana. Conosciamo generazioni di italiane. Ricordiamo signore fiorentine, nate grosso modo fra il 1910 e il 1930, che il “mantenuto” ce l’avevano quasi tutte… Spesso il mantenuto era un amico del marito, o anche del figliolo! Mantenuti aitanti, spigliati, svegli, soprattutto discreti, sempre pronti, quando necessario. Ma la figura del mantenuto è quasi sparita (sparita anche in Francia, tutto dire…).
Sfido io: la donna lavora (ed è giusto che lavori), è parecchio occupata, ha figlioli che dopo la scuola vanno accompagnati in palestra o al nuoto; magari è ‘anche’ politicamente impegnata: quindi, tempo per il “ganzo” non ce n’è più… La donna italia- na, sposata a un marito onnipresente, iperattivo, rumoroso, con mille idee e nessuna (!), circondata in ufficio da instancabili leccapiedi, attorniata da amiche, da amiche delle amiche, conoscenti; è in realtà una donna sola. E’ tristemente sola. Non sa più quel che vuole. Ha perso, o non ha mai conosciuto, il piacere del “piccolo”, il piacere della trattoriola da frequentare due o tre volte a settimana, il piacere di seguire su Sky un film con Totò e Aldo Fabrizi girato nel 1954, il piacere di una partita a carte in casa propria con le amiche la domenica pomeriggio. Formata nel culto del comando di stampo femministico, accumula in vari casi ricchezza materiale, ma alla fine lo avverte il vuoto dal quale è assediata, complice magari il marito quarantenne, fatuo, leggero, grottescamente impegnato nel compito di seguire la moda… La moda bischera, anch’essa fatua. Che appesantisce, anziché alleggerire, la vita. Tutto oramai è vuoto, nulla ha più un senso.
Questa donna è adesso rinchiusa nella peggior galera che esista: quella senza sbarre.