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Le centrali nucleari devono essere costruite in vicinanza di corsi d’acqua.
Referendum in Italia il 12-13 giugno. Saremo chiamati a dire se il nucleare lo vogliamo o no e se siamo favorevoli o meno alla privatizzazione dell’acqua. La nostra speranza è che si dica “no” sia alla costruzione di centrali nucleari, sia al trasferimento della gestione e erogazione delle risorse idriche dagli enti locali a uno o più gruppi capitalistici. Noi non ci fidiamo nel modo più assoluto dei capitalisti nostrani. Quelli che abbiamo visto in azione negli ultimi quindici o vent’anni, ci fanno venire i brividi. Il loro legame con l’apparato politico e con i politici, è granitico. Gli uni sono funzionali agli altri, il connubio è completo, come mai, forse, era stato nella Storia d’Italia. Basti citare il caso della Parmalat: un’ignominia, un’umiliazione nazionale, tanto che ora l’azienda è, di fatto, nelle mani del capitale francese, non migliore di quello italiano, comunque. E meno male che in questo Paese s’indaga ancora. Indagano i magistrati, i Carabinieri, alcuni giornali: in caso contrario il Tanzi, vecchio padrone della Parmalat, un altro ‘fenomeno’, un altro padreterno, magari l’avrebbe fatta franca.
Al capitalista italiano nulla importa degli interessi della Nazione, degli interessi dei cittadini. Lui ‘diversifica’, ‘de-localizza’. De-localizzare è un termine di conio recente. Significa trasferire all’estero impianti vari, la sede stessa di una data azienda, o creare all’estero una “consorella”. E’ così che l’Italia dai primi Anni Novanta conosce un pauroso impoverimento materiale e morale, che lascia tuttavia indifferenti i nostri politici i quali, a parole, sono i più nobili e coraggiosi difensori del cittadino. Non pago, ora il capitalista nostrano intende appropriarsi anche dell’acqua. Canta di nuovo una canzone ormai vecchiotta: il privato vuol dire efficienza, il privato garantisce ricchezza, alza il tenore di vita del popolo. Da noi è invece l’esatto contrario: non si era mai stati così male, sia nell’animo che nelle tasche, da quando il capitale ha sequestrato la Nazione italiana, sull’onda di Mani Pulite. Diamola pure l’acqua a coloro i quali rappresentano l’iniziativa privata, diamola ai “volitivi”, ai “concreti”, ai “pratici”… Vedrete come saliranno le bollette. L’acqua nelle nostre case diventerà un lusso. Si verificheranno anche inconvenienti tecnici, che non saranno risolti poiché l’efficienza del privato in Italia è un mito; anche il privato da noi è un pascolo, un grande, lussureggiante pascolo per figlioli, figliocci, nipoti, amici, amici della moglie, della suocera: un generoso pascolo per donne di una certa avvenenza che fanno anch’esse le ‘volitive’ e considerano un fallito chiunque non guadagni, o ricavi, o incassi, almeno ventimila euro al mese. … Avrete voglia a protestare: sbatterete fino all’esasperazione il muso contro segreterie telefoniche che vi faranno rimbalzare da un numero all’altro. Essere ricevuti dal Direttore Generale? E’ più probabile, anzi, più facile, ottenere udienza al Quirinale o a Buckingham Palace. Così è: in Italia oramai comandano i padroni, e milioni di pensionati, affetti da spaventose forme di masochismo, trovano che questo sia giusto.
Centrali nucleari in Italia? Ma vogliamo scherzare…?! La catena di comando resterà inesorabilmente avvolta in una nebulosità più fitta ancora del fumo che si levava su Londra o su Pittsburgh fino a una sessantina d’anni fa… Siccome in Italia abbiamo perso il senso del ragionamento logico, abbiamo smarrito l’antica capacità di costruire, conservare, sovrintendere con perizia, siccome siamo diventati leggeri, approssimativi, anche un po’ pigri (o burattinescamente iperattivi), una serie di centrali nucleari porranno minacce quotidiane a milioni di persone, a decine di milioni di persone e non solo sul territorio nazionale. Un disastro resterebbe senza colpevoli, non si potranno mai appurare precise responsabilità.
E anche sulla questione nucleare mi sa tanto che c’è lo zampino del privato…