Rita Levi Montalcini, il vino, Dante Alighieri, l’olio, la Torre di Pisa, la pizza, il Colosseo, la pasta, le Dolomiti, il pomodoro. Cultura e Agroalimentare si uniscono nella candidatura della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’UNESCO. E quale miglior occasione per celebrarla se non l’inizio del Summer Fancy Food 2024, dove il Padiglione Italiano batte tutti i record. Autorità italiane di spicco, amministratori delegati delle maggiori società, cuochi e addetti ai lavori hanno festeggiato riunendosi per un gala organizzato dall’Agenzia ICE all’hotel The Pierre lungo la Fifth Avenue.
L’aperitivo è diventato un carattere distintivo dell’italianità. Parmigiano Reggiano DOP, Grana Padano DOP, Gorgonzola DOP, Mozzarella di bufala DOP, Pecorino toscano stagionato DOP da gustare con Mortadella IGP, salame e Prosciutto di Parma DOP tagliati al momento. Grissini e pane carasau ad accompagnare, ma anche aceto balsamico e olio extravergine d’oliva. Al centro della grande sala, è stato allestito un open bar per provare i drink classici, come negroni, americano, spritz e martini, o per chiedere i vini abbinati: Luca Paretti Prosecco Brut, Anterra Sicilia Pinot Grigio, Puglia Rosé Kate, Cecchi Sangiovese di Toscana.
Prima di tuffarsi sul menù – preparato dagli chef Gianni Tarabini (La Preséf), Bobo Cerea (da Vittorio), Enrico Derflingher (cuoco per la regina Elisabetta II) e Fabrizio Facchini (Stellina) –, la serata è stata inaugurata con gli inni di Mameli e americano cantanti dal tenore Francesco Pavesi. La presentatrice Maria Luisa Rossi Hawkins ha lasciato la parola all’ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti Mariangela Zappia: “La cucina italiana è il massimo strumento della diplomazia. Riconoscerla come patrimonio immateriale dell’UNESCO è un modo per preservare le tecniche tradizionali, le ricette e tutte le pratiche culturali che sono state trasmesse per generazioni”.
Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e della Foresta Francesco Lollobrigida, insieme al presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e al presidente del Piemonte Alberto Cirio, ha sottolineato l’importante ruolo del sistema Italia: “Troppo spesso abbiamo peccato di particolarismi. Dobbiamo, invece, essere percepiti come una nazione fuori dai nostri confini, riconoscendo bisogni essenziali e unendosi in obiettivi comuni. E poi all’interno confrontarsi, destra e sinistra, in democrazia, ma tenendo presente il traguardo finale”.
Il padrone di casa, il presidente dell’Agenzia ICE, Matteo Zoppas, è tornato a fare riferimento alla candidatura della cucina italiana come patrimonio dell’UNESCO: “Vorrei vi concentraste sul termine immateriale perché non si riferisce ai sapori, ma all’intenzione di unirci al di là dei colori politici e delle posizioni, che è quello che fa la nostra cucina: mette insieme le persone”.
Presenti all’evento anche il Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele e il presidente di Coldiretti Ettore Prandini.
A conclusione, mentre in sala veniva servita una selezione di dolci – miniporzioni di tiramisù, stecchi al pistacchio, lampone e cioccolato e cannoli riempiti al momento – sono stati premiati anche gli ambasciatori della cucina italiana negli Stati Uniti, fra chef, pasticceri e imprenditori.