Anticipo d’estate da assaporare godendoci i primi caldi e il sole, magari in relax su una spiaggia di sabbia fine, bella e grande come quella di Lignano Sabbiadoro, gioiello del Friuli Venezia Giulia.
In realtà si tratta di tre comprensori – Sabbiadoro, Pineta e Riviera – adagiati su una spiaggia lunga 8 chilometri, da percorrere con una bella passeggiata oppure in bici, dato che qui c’è una ciclabile di circa 20 chilometri che percorre tutta la laguna.
Gli stabilimenti balneari sono molto bene attrezzati. Un po’ presto per fare il bagno? Ci possiamo godere ugualmente l’acqua andando in barca alla scoperta della laguna e del borgo di pescatori di Marano (tra Lignano Sabbiadoro e Grado, al limite settentrionale del mare Adriatico), sorto in epoca romana, che porta l’impronta della dominazione veneziana sia nell’urbanistica che nel dialetto, che è veneziano.
Il dominio della Serenissima si riconosce soprattutto nel centro storico, dove troviamo il Palazzo dei Provveditori del Quattrocento, la Loggia, la Torre Millenaria coi busti dei provveditori veneti, la Chiesa di San Martino, l’Antiquarium coi reperti di epoca romana. Le riserve naturali di Valle Canal Novo e Foci dello Stella faranno la felicità degli appassionati di birdwatching.

Lasciata Marano, ci troviamo nel grande specchio d’acqua della laguna punteggiato da piccole isole, come quella di Sant’Andrea o “isola delle conchiglie” e da barene, una sorta di agglomerati di sabbia che emergono dall’acqua. Nella laguna si pescano cefali, orate, branzini, fasolari, bianchetti, e ci vivono o transitano oltre 300 specie diverse di uccelli, come il falco di palude, i cigni reali, falchi di palude, cigni reali, aironi rossi, cinerini e bianchi, la canapiglia, l’alzavola, la marzaiola.
Qui ci si imbatte in una curiosità: un vigneto a ridosso delle vasche dove un tempo venivano allevati i pesci, attività oggi in disuso perché considerata non redditizia. L’azienda “Ghenda Fausto” produce 10 tipologie di vino che definisce “profumati come la brezza che li avvolge, sapidi come l’acqua che li circonda”.
Il viaggio in barca prosegue nelle valli, punteggiate dalle “bilance”, le grandi reti da pesca che una volta venivano azionate a mano, oggi da motori elettrici. A Palazzolo dello Stella (nella Riserva Regionale Naturale delle Foci del fiume Stella) ne troviamo una molto famosa, la “Bilancia di Bepi”, dove si può mangiare il pesce appena pescato e cotto in un food truck. Questo luogo era caro a Hemingway, come testimonia una sua foto del 6 agosto del 1954, con dedica a Bepi, il primo proprietario di questo originale locale oggi gestito da suo nipote Daniele Ciprian.

In questa zona troviamo anche i “casoni”, edifici a forma di capanne costruiti con le canne lacustri, dove un tempo i pescatori sostavano durante la pesca e che oggi sono proprietà di famiglie che li utilizzano soprattutto per trovarsi a pranzo o cena.
Dopo la gita in laguna, ci si può far tentare dallo shopping, infatti in tutto il viale principale di Sabbiadoro incontriamo negozi, boutique, bar, ristoranti, ecc. Ma non dimentichiamo che questo comprensorio offre anche un’architettura del tutto particolare: ci sono infatti edifici che sono pezzi di storia, come la Terrazza a Mare diventata il simbolo di Lignano Sabbiadoro. Fu edificata nel 1903, ristrutturata nel 1924, e la versione che vediamo oggi è del 1972, progettata dall’architetto Aldo Bernardinis.

La storia della Terrazza a Mare è parte integrante di quella di Lignano Sabbiadoro, che iniziò ad essere una meta turistica all’inizio del ‘900: nel 1904 aprì il primo stabilimento balneare e l’anno dopo fu inaugurato l’ Albergo Lignano, conosciuto come “Marin” dal nome della famiglia dei proprietari. Ma la prima guerra mondiale mise uno stop allo sviluppo della cittadina, che poi si riprese presto e nel 1919 cominciarono numerosi lavori: si costruirono canali, argini, strade.
Poi, nel 1922, fu inaugurato il ponte girevole di Bevazzana, che permise le comunicazioni tra Lignano e il resto d’Italia, dopo che lo scavo della Litoranea Veneta aveva di fatto isolato la penisola. Troviamo la definizione “Lignano dalla sabbia d’oro” in una brossure del 1931, degli Alberghi Riuniti, e da qui Lignano ormai Sabbiadoro inizia la vera ascesa nel turismo, con la nascita dell’Azienda autonoma di Soggiorno.


Gli anni ’50 videro un boom turistico, di conseguenza anche la località crebbe. Fu affidato al giovane architetto udinese Marcello d’Olivo il compito di progettare Lignano Pineta, e la volle a forma di spirale, con al centro negozi e servizi, e poi ville immerse nel verde.
Lignano Pineta nacque per essere una piccola oasi esclusiva, con alberi e giardini che celavano costruzioni “firmate” da architetti di grido (in primis d’Olivo), dalle linee pulite, per una coesistenza armonica fra uomo e natura, come le ville Mainardis e Spezzotti che sono a ridosso tutte e due di una duna.
Le ville sono private, quindi si possono sbriciare solo dall’esterno. Possiamo vedere (anzi intravvedere, perché è ben protetta) anche Villa Sordi, progettata da Bernardinis, che appartenne ad grande attore: all’epoca infatti Lignano Sabbiadoro era meta del jet set internazionale.
E in quegli anni – era il 1954 – qui arrivò, ospite della famiglia Kechler, Ernest Hemingway, che definì questa zona “la Florida d’Italia”. Hemingway scrisse di questi luoghi Di là dal fiume e tra gli alberi, romanzo legato anche a una storia d’amore con la giovane Adriana Ivancic, la diciannovenne cugina di Kechler. Oggi a Lignano Pineta c’è un parco, sorto nel 1984, che porta il nome dello scrittore.

Sempre in tema di spazi verdi, restando a Lignano Pineta è da vedere il Parco del Mare, dove si passeggia fra 40 sculture realizzate dal 2001 al 2010 da artisti famosi, come Ceschia e Benetton, nell’ambito del Simposio Internazionale di Scultura: un bel progetto, con gli artisti che, ospitati in loco, realizzavano le opere (inizialmente in pietra aurisina) tra l’interesse e la curiosità dei passanti.
Restiamo in tema d’arte, sempre a Lignano Pineta, dove sul lungomare Kechler si possono ammirare i mosaici che decorano gli stabilimenti balneari, realizzate dagli allievi della Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo e sono le trasposizioni in mosaico di opere di artisti famosi.
C’è poi un’altra chicca da vedere, a Lignano Riviera, alle foci del Tagliamento, a 400 metri dal mare: è il porto turistico Marina Uno. E’, in ordine di tempo, il primo porto turistico dell’ Adriatico, con 420 posti barca, realizzato negli anni ’60 e ampliato nel 1982-83. Vi sono colonnine di energia elettrica, acqua in banchina, servizi igienici, servizi meteo, parcheggio, alaggio, rimessaggio, piscina per adulti e per bambini con bagnino e defibrillatore, lavatrici ed asciugatrici gratuite, Wi-Fi gratuito, ATM per prelievo contanti, hotel a 4 stelle e ristorante tipico ricavato là dove c’era un “casone”.

Qualche indicazione per un soggiorno a Lignano Sabbiadoro? L’Hotel Luna è un 3 stelle confortevolissimo, fronte mare. Da “Agosti”, in zona centrale, si gusta un pesce freschissimo e locale: canocchie di nassa, calamaretti spillo fritti, gamberi, cannolicchi e pesce San Pietro sono fantastici.
Il ristorante “Al Cason” di Lignano Riviera (quello attiguo al porto turistico Marina Uno), sulla foce del Tagliamento, è un locale che esiste dal 1967: elegante, si affaccia sul fiume e al tramonto regala immagini incredibili, da film, per questo è bello venirci quando sala il sole, per un aperitivo al lume di candela. Il locale ha due sale, una interna da 80 posti a sedere, dove tra il soffitto in canne di fiume, barche d’epoca e reti, si respira ancora l’aria di un tempo ed una terrazza esterna, da altrettanti posti, affacciata sull’approdo sul fiume, dove colori e sapori creano la magia.
www.lignanosabbiadoro.it
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