E’ un terra dove dominano gli spazi e i colori. Questo angolo di Piemonte, che vede fondersi le terre dell’alessandrino con l’astigiano, è una zona da guardare e ammirare all’infinito. Il borgo di Vignale Monferrato è diviso da quello di Montemagno da una manciata di chilometri di emozionante e lucida poesia, un susseguirsi di zone boschive, poggi coperti di vigneti, borghi lontani appoggiati sui colli e poi valli inondate di luce. E poi c’è Casorzo, terra del Malvasia, borgo di panorami e sapori unici.
Itinerario: Vignale Monferrato, Montemagno e Casorzo
Dalla piazza della chiesa di san Bartolomeo si apre un panorama mozzafiato. Dai suoi 370 metri di altitudine domina le terre di Alessandria ma anche quelle d’Asti, un susseguirsi di campi coltivati, vigneti, borghi e piccole frazioni sparse in una moltitudine di colori che, soprattutto in autunno, rendono magico quest’angolo di Piemonte.
Già conosciuto in epoca romana, il borgo di Vignale Monferrato risalirebbe all’epoca medievale, quando era terra del marchesato degli Aleramici. Terra di prestigiosi vini come il Barbera e il Grignolino, ma anche della “bagna cauda”, tra i più tradizionali piatti del Piemonte, tipica specialità gastronomica preparata con aglio, acciughe e qualche cucchiaio d’olio, ma anche dello sport tipico della zona, il pallone elastico.
Tra i tesori architettonici di Vignale, oltre alla chiesa di san Bartolomeo, ci sono palazzo Callori, oggi sede dell’Enoteca Regionale del Monferrato, la torre civica, che domina le terre sottostanti, la casa del Serpentello, edificio dagli influssi gotici, e la chiesa della Beata Vergine addolorata con il vicino convento dei Servi di Maria.
Lasciato Vignale si prosegue alla volta di Montemagno, nelle terre di Asti, caratterizzato da suo bel castello, ricco di interessanti dettagli che riportano all’epoca delle dame e dei cavalieri come le finestre ad arco acuto, il giro di archetti pensili, i fregi in cotto e le merlature.
Le origini della comunità del borgo sembrano risalire all’anno Mille, quando i boschi ricoprivano la zona e incorniciavano l’abitato ammassato attorno all’antico maniero. Di quell’impianto medievale è oggi ancora apprezzabile la rete di strade che a raggiera partono dal castello.
Di grande suggestione è la passeggiata tra i vicoli di Montemagno, dove ammirare i tipici ballatoi lignei e gli innumerevoli pittoreschi scorci che si aprono sulle colline. Bella la parrocchiale barocca, con il bel colonnato, che ha conservato gli antichi affreschi della volta con sottolineature in oro e che si affaccia su piazza san Martino, tra le più belle del Piemonte, impreziosita dalla scenografica scalinata che sale alla parrocchiale, ma anche dalla bella chiesa della Confraternita di san Michele Arcangelo, mentre sullo sfondo troneggia il castello dalle merlature ghibelline. La chiesa della Santissima Trinità, quella di santa Maria della Cava, impreziosita da un ciclo di affreschi di fine Quattrocento, e la casa sul Portone, unica porta rimasta dell’antica cinta muraria del borgo, completano il mosaico architettonico di uno dei centri più interessanti e pittoreschi del Monferrato.
Montemagno è arte ma anche passeggiate tra campi e vigneti che regalano incantevoli panorami sullo splendido castello e sui tanti centri vicini come Altavilla, Viarigi, Vignale e Casorzo.
Proprio Casorzo è l’ultima tappa dell’itinerario monferrino tra le terre d’Alessandria e d’Asti, terra dell’apprezzato vino dall’avvolgente profumo, il Malvasia, tra i migliori vini da dessert italiani. Impagabile è lasciarsi trasportare dai vicoli che si trasformano in salite e poi discese in questa parte di Piemonte dove le colline sembrano non finire mai, dove dopo un vigneto ne compare subito un altro, dove ad un borgo appoggiato su di un poggio se ne affiancano altri.
Ideale è unire la vista di un palazzo storico, una chiesa o un panorama ad una sosta in cantina, dove concedersi un buon assaggio di Malvasia, o magari in uno dei tanti agriturismi della zona, per accompagnare piatti di salumi e formaggi con un bicchiere di Barbera o Grignolino, o magari, dopo un saporito carosello di antipasti, farsi servire un fritto misto alla piemontese, chiudendo il pranzo con il tradizionale bunet.
Casorzo, come tutto il Monferrato, sa regalare emozioni forti con sapori unici, panorami su vigne e campi, poggi e valli, ma anche tesori storici come la chiesa parrocchiale di san Francesco Martire, con pavimento a mosaico risalente al 1860, e la chiesa di san Giorgio e Madonna delle Grazie, dal suggestivo colonnato.
Con Casorzo si chiude uno degli itinerari più suggestivi delle terre monferrine, ideale percorso per apprezzare al meglio l’essenza di questa terra incantata dove la storia, l’arte, i paesaggi e la tradizione gastronomica sanno sintetizzare il meglio del Piemonte più vero.