Che Parma, la petit-Paris incastonata nel cuore dell’Emilia, non si sarebbe arresa al coronavirus, era scritto da tempo.
Troppo era stato il lavoro portato a termine per organizzare centinaia di programmi ed eventi in occasione del 2020, anno durante il quale la città del Ducato sarebbe stata Capitale Italiana della Cultura. A gennaio, tutto era partito per il meglio. L’inaugurazione con Mattarella, i turisti, il gioioso clima di festa. Poi, dalla Cina è arrivata la notizia di un virus e piano piano si sono spenti i riflettori, fino a quando, durante il lock-down, le strade solitamente invase dalla bicilette sono state riempite soltanto dal suono di qualche svolazzante bandiera gialla.
Ma ora, dopo la proroga del titolo ottenuta anche per il 2021, Parma è pronta a ripartire. Lo fa con una cerimonia d’apertura istituzionale al centro del suo polmone verde, il Parco Ducale, alla presenza del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, del Presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, del sindaco Federico Pizzarotti, dell’Assessore alla Cultura Michele Guerra, del Presidente dell’associazione Parma, io ci sto!Alessandro Chiesi, del Presidente di Unione Parmense degli Industriali Annalisa Sassi e del Direttore Generale del Teatro Regio Anna Maria Meo.

Tra le iniziative principali, impossibile non citare l’Hospitale, pensata appositamente per la Crociera dell’Ospedale Vecchio che, insieme all’intero Complesso Monumentale, dal 2016 è oggetto di un importante intervento di rigenerazione urbana che darà vita a un museo multimediale permanente dedicato alla memoria della città. Una video-narrazione, articolata in più parti, che racconta la storia dell’Hospitale, nato dalle acque con i suoi canali, i mulini e le alluvioni.
Un modo per far rinascere l’Oltretorrente, quartiere storico della città. “Di là dall’acqua”, dicono i parmigiani per riferirsi alla parte del centro dove l’Hospitale riprende vita. L’Oltretorrente è il luogo in cui i biciclettai ti aggiustano ancora la Dei e dove le donne comprano la frutta dall’ortolano, mentre passeggiano tra le case colorate di vie che ricordano un quadro ottocentesco.

L’allestimento dell’Hospitale, la più grande installazione di Parma 2020+21, progettata e realizzata da Studio Azzurro con l’importante contributo di Fondazione Cariparma, si sviluppa in tre parti. All’ingresso, una riproduzione della facciata frontale dell’ospedale come appare nell’acquerello di Sanseverini e completata con immagini attuali, accompagnate da una colonna sonora che contribuisce a creare uno spazio ricco di suggestioni.
Poi appare l’Altare, caratterizzato dalla presenza di otto quinte semitrasparenti in tulle e infine il Testimone, uno spazio per gli otto racconti della storia dell’Ospedale. Nella parte più vasta della navata centrale sono presentate otto videoproiezioni sincronizzate. È il racconto di una storia quasi sconosciuta agli stessi abitanti della città: la Parma dell’assistenza religiosa e civile, ma anche della rivolta popolare.

Sono stati mesi difficili per Parma, stoppata sul nascere in uno degli anni più importanti e significativi della sua storia recente. Ora però che la situazione permette di riprovarci, i cittadini e le istituzioni sono tornati in piazza per scrivere una nuova pagina di questo importante capitolo di storia. Con il lavoro e l’originalità delle sue proposte, Parma è diventata Capitale Italiana della Cultura. Il covid-19 non l’ha sconfitta. Adesso è pronta ad accogliere chiunque voglia farsi trascinare dalla sua atmosfera inconfondibile, dal giallo delle sue case e dal sapore dei suoi piatti.
Tutto ricomincia oggi. Se il sindaco fosse un regista, a questo punto direbbe: “Ciak, si gira! Buona la seconda”.