La bellezza del mare cristallino, lunghe distese di sabbia finissima ma anche scogliere che scivolano a picco sul mare. E poi la luce bianca del barocco leccese, le vaste pianure del Tavoliere e il promontorio del Gargano, le sinuosità della Valle d’Itria e della Murgia. La Puglia, porta d’Oriente d’ Italia, si conferma anche per il 2019 una delle principali mete per chi ama fare un’immersione di natura, cultura, turismo balneare ed enogastronomico.
Il “fattore Puglia”, questa sinergia messa in atto da governo, imprese, privati, associazioni, negli ultimi dieci anni ha permesso di raggiungere traguardi significativi in termini di aumento delle presenze, visibilità, performance di una regione che continua a crescere facendo sistema. Non solo Lecce e il Salento, che oltreoceano hanno imparato ad apprezzare anche grazie ad una campagna promozionale della Regione Puglia, ora si fa avanti anche Bari e provincia con una serie di attività ed eventi che promuovono questa parte della Puglia.
Il capoluogo pugliese, da due anni, ha iniziato a lavorare sul brand diventando la seconda destinazione della Puglia grazie anche ad un’offerta culturale di spessore e all’aumento dei voli verso le capitali europee e altre destinazioni internazionali.
E mentre le immagini della Puglia scorrono nella caotica Times Square, siamo andati a conoscere da vicino i protagonisti del “fenomeno Puglia”, paesaggi, persone, uomini, comunità che fanno di questo territorio un contenitore di idee, prodotti, cultura, tradizione, in continuo fermento.
Il viaggio inizia da Mola di Bari, la città che ha visto la presenza degli Aragonesi e degli Angioini e che oggi, con il suo porto e il lungomare, si candida a diventare meta di viaggiatori che sanno apprezzare la cultura marinara. Tra le sue strade medievali, il suo castello che si affaccia sul mare, il bianco del basolato, accoglie i visitatori con il calore tipico di ogni città del Sud. Ma è al tramonto che Mola rivela la sua anima con il rito dei pescherecci di ritono dalle battute di pesca. Se ne incontrano diversi al porticciolo, pronti a sbarcare con il pescato del giorno nel vicino mercato del pesce.

Famosa per il suo polpo, a cui Mola dedica una sagra estiva, la comunità dei molesi ha conosciuto una vera e propria diaspora. Oltre ventimila molesi a partire dal 1890 sono arrivati nella Grande Mela e con gli anni hanno consolidato una vera e propria comunità a Carroll Garden, noto quartiere di Brooklyn, dove tra un processo di gentrificazione e un altro provano a resistere vecchi circoli e club di molesi.

Un ponte con gli Stati Uniti che di generazione in generazione è diventato sempre più solido, tanto che ogni anno a Carroll Gardens si festeggia la Madonna dell’Addolorata, patrona di Mola, e si omaggia il polpo con la sagra tra le strade di Brooklyn.

“Dico sempre che negli USA, ed in particolar modo a NY c’è l’altra metà di Mola”, commenta Giuseppe Colonna, sindaco di Mola. “Ed è proprio così. Dobbiamo capire che il rapporto tradizionale con i molesi d’America è cambiato. Mola ha vissuto per anni grazie alle rimesse dei nostri concittadini residenti negli States. Adesso bisogna fare altro. Abbiamo un patrimonio culturale, storico ed enogastronomico da valorizzare. Bisogna coinvolgere le seconde e terze generazioni di emigrati per far sì che rimanga ancora quel legame con la città. Grazie alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti siamo al lavoro per un concorso per la realizzazione di un monumento dedicato ai nostri emigranti. Inoltre dobbiamo lavorare per valorizzare i nostri prodotti enogastronomici visto il successo della Puglia nel settore food. Gran parte dei turisti mettono il cibo al primo posto quando vengono in vacanza in Puglia. Mola di Bari ha le carte in regola per diventare, al pari dei comuni limitrofi, punto di riferimento in campo turistico e culturale. Stiamo ponendo in essere alcune importanti iniziative per farlo come la collaborazione con comuni, enti ed istituzioni,la riqualificazione degli spazi e del porto, elemento identitario della città”.

Molese di nascita e di formazione, da venti anni a New York lo chef Pasquale Martinelli ha un solo obiettivo: fare conoscere la cucina del suo paese agli americani.
E lo fa con la passione e la determinazione di chi ama questo lavoro al netto dei protagonismi, in veste di ambasciatore della propria terra.
Da private chef, Martinelli ha cucinato per Hillary e Bill Clinton e Liza Minelli, portando a tavola la cucina della sua Mola.

Nella ricerca disperata di trovare gli ingredienti pugliesi oltreoceano, Pasquale riesce a fare l’impossibile, tra mercati del contadino, macellai italo-americani, piccioni viaggiatori che all’occasione diventano spedizionieri.
“La cucina di cui mi faccio portavoce non è la mia ma quella dei contadini, pastori, pescatori e casalinghe- dice Pasquale Martinelli. Sono loro, insieme al creato, che hanno dato vita al nostro patrimonio gastronomico. Il compito dello chef è semplicemente quello di mettere a tavola queste materie prime. Noi non abbiamo inventato niente. Lo dico con consapevolezza e umiltà a tutti i miei colleghi che mettono avanti la loro creatività rispetto alla tradizione e alle materie prime. La cucina italiana per essere rispettata, tramandata, interpretata nella sua pienezza, ha bisogno solo di dare voce a chi ogni giorno con il sudore, il lavoro e la fatica, ci consegna ciò che Madre Natura ha creato. E queste persone sono, non mi stancherò mai di dirlo, i contadini, i pastori, le casalinghe e i pescatori. Nella mia cucina, sono gli ingredienti che parlano senza l’interposizione di tecniche che vanno ad avvilire e snaturare l’autenticità dei prodotti”, continua Martinelli.

Il messaggio che vuole condividere con i suoi concittadini e corregionali è quello di valorizzare la cucina della Puglia. Come?
“Semplicemente valorizzando le materie prime pugliesi senza ricorrere a mode esterofile che ci portano lontano. Abbiamo tutto: dall’olio, gli ortaggi, il vino, la pasta, il pesce, la carne. Cosa cerchiamo fuori dalla nostra regione? La qualità oggi si deve misurare solo con l’autenticità e il rispetto delle materie prime”.
Pasquale ha cucinato e cucina per la ricca società newyorchese creando nelle loro case un’autentica cucina pugliese.
“Non solo orecchiette ma anche la torta con la ricotta e i fichi, il coniglio, il polpo come si fa a Mola, le verdure, i nostri formaggi. “Faccio parlare i sapori della mia terra. Il mio ruolo non è trasformare i prodotti in qualcosa di diverso ma narrare la storia della mia regione attraverso ricette millenarie”.
Enogastronomia e non solo. La Puglia diventa il contenitore ideale per destagionalizzare il turismo e operare 365 giorni l’anno attraverso una vasta offerta culturale, unita ad un marketing efficace.
Le stime per il 2019 preannunciano una stagione felix che continuerà il trend di successo degli ultimi anni, in maniera particolare dello scorso anno, quando la Puglia ha chiuso con 15 milioni di turisti. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio regionale del turismo di Pugliapromozione, per il periodo da gennaio a maggio 2019 crescono tutti gli indicatori del settore turistico pugliese: 1,7milioni di dollari derivanti dalle prenotazioni alberghiere (+23,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e 1,5 milioni derivanti dall’acquisto di biglietti aerei con destinazione Puglia (+5,1% sul 2018), per un totale di 3,2milioni di dollari ben il 14% in più rispetto all’anno precedente. Sono ancora i dati di Expedia a confermare l’aumento di acquisto di camere del +28% rispetto al periodo gennaio/maggio dell’anno precedente per un totale di 10mila notti mentre l’incremento di acquisti di biglietti aerei è stato del +4,4% con buone performance soprattutto da Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Germania, Austria e Polonia.
Non solo turisti. Le bellezze dei luoghi attraggono anche produzioni cinematografiche nazionali e internazionali, sull’onda del successo della Puglia Film Commission.
Dall’inizio di giugno ci si può facilmente imbattere in Carlo Verdone, Checco Zalone, Sophia Loren e Roberto Benigni, tutti impegnati in nuove uscite cinematografiche che vedranno la Puglia e i suoi scorci come set.

“Promuovere la Puglia attraverso i film è stata un’idea vincente”, afferma Massimo Salomone, coordinatore del Gruppo Tecnico Turismo di Confindustria Puglia. “Negli anni sono aumentati i segmenti del turismo: da quello classico balneare a quello enogastronomico, congresssuale, il turismo di lusso, termale. Oggi stiamo lavorando a forme di turismo nuove come il cicloturismo e il turismo delle origini perchè l’offerta deve essere ampia ma sempre con in mente l’obiettivo della qualità, trasparenza, correttezza dei prezzi, competitività”.
Per Massimo Salomone, la formula vincente del “fattore Puglia” sta nella capacità di fare sistema e di una programmazione certosina.
“Ma anche nella bellezza del mare, la ricchezza enogastronomica e la proverbiale accoglienza dei pugliesi”- conclude Salomone.
“Il Piano strategico del turismo è coinvolgere tutti. Il turismo è un’industria: più si è consapevoli di questo più si avrà successo.
Molti sono i paesi, nostri frontalieri, che stanno ritornando o stanno diventando più competitivi come la Grecia, l’Albania, il Montenegro, la Croazia. La Puglia può fare la differenza con il suo patrimonio culturale e gastronomico ma soprattutto con la sua capacità unica di fare accoglienza”, conclude Salomone/
E la promozione passa anche attraverso il teatro sancendo il legame indispensabile tra la cultura e il turismo.
Interlocutore privilegiato di questo dialogo è il Teatro Pubblico Pugliese (TPP), fondato nel 1979 e oggi un Circuito Regionale Multidisciplinare con l’obiettivo della promozione e la formazione del pubblico, riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano e dalla Regione Puglia.
Una struttura poliedrica capace di partire dal territorio per andare oltre, abbracciando progetti dal respiro internazionale e collaborazioni con le diverse istituzioni per creare una sinergia fluida con una visione a lungo raggio.

Come l’ultimo progetto di cui il teatro Pubblico Pugliese è lead partner (Project I-ARCHEO.S, financed by European Cooperation Programme 2014 – 2020 Interreg V-A Italy – Croatia ) con l’obiettivo di effettuare scambi culturali valorizzando il territorio e la cultura.
“Il ruolo del TPP deve essere quello di favorire la partecipazione degli operatori culturali ed in particolare di quelli teatrali alle dinamiche economiche del turismo”, afferma Lino Manosperta, coordinatore area programmazione Teatro dei ragazzi e gestione dei progetti speciali. “Gli obiettivi futuri ci vedono impegnati nella costruzione di veri e proprio hub per gli imprenditori creativi e culturali dove fornire servizi alla definizione dei prodotti cultural-turistici, al rafforzamento del management e della comunicazione. Il turismo sostenibile è quello che si può fare con ciò che già esiste e con i prodotti (in senso ampio) che già ci sono. Per fare questo abbiamo bisogno di valorizzare le nostre tipicità e con ciò, le nostre identità. Bisognerà ancora lavorare in termini di rafforzamento delle competenze, della capacità di costruire prodotti sostenibili e di reti efficacy”.
Un territorio per gran parte di natura carsica, svela tesori nascosti e luoghi ormai entrati a pieno titolo nell’iconografia.
Come le famose Grotte di Castellana o la tipica Alberobello con i suoi trulli.

Un susseguirsi di paesaggi assolati che abbracciano il mare azzurro e le infinite distese di grano.
Una regione radicata nella sua storia passata che si intreccia con il sogno di un futuro moderno.
È fatta di piccole grandi storia il “fenomeno Puglia”, come quella di Polvanera, azienda vinicola di Filippo Cassano che in dieci anni ha saputo portare in primo piano il territorio di Gioia del Colle e il suo primitivo, e farsi consocere anche all’estero grazie ad una squadra di giovani che lavorano insieme per promuovere la propria terra.

“L’organizzazione dell’offerta turistica è cambiata grazie alla presenza di una regia unica iniziata circa quindici anni fa con Puglia promozione e Puglia Film Commission durante la presidenza di Nichi Vendola”, commenta Angelo Cirone direttore del Gal Sud est barese che racchiude nove comuni. “Oggi stiamo raccogliendo i frutti di una strategia iniziata con Nichi Vendola e portata avanti grazie ad una maggiore sinergia e consapevolezza dei pugliesi sulle ricchezze e bellezze del territorio. Il Gal Sud Est barese nella vecchia programmazione europea 2007-2013 ha ottenuto undici milioni per attuare un piano di sviluppo rulare che ha portato al raggiungimento di alcuni obiettivi come: nove agriturismi, due masserie didattiche, due fattorie sociali, quindici strutture ricettive; ha inoltre finanziato attività artigianali e commerciali, interventi di recupero, creato un itinerario naturalistico di piste ciclabili dal mare all’entroterra, fino alla Murgia barese”.
“Bisogna continuare su questa scia, consolidare i numeri”, continua Cirone. “C’è ancora tanto da fare se ci confrontiamo con regioni come la Toscana. Bisogna lavorare anche sulle persone e sulla loro capacità di investire e su alcune emergenze architettoniche”.
Con questa energia la Puglia si prepara alla prossima sfida che la porterà ad essere una regione al centro del Mediterraneo, con solide radici nella sua storia ma proiettata verso un modello di regione sostenibile dalla vocazione internazionale.