Questa è una storia illuminata. Una storia di rinascita, di bellezza, di memoria e di Paisà. È la storia di Palomonte, paese in provincia di Salerno, distrutto dal terremoto del 23 novembre del 1980, che portò via uomini e case. Il post terremoto, lo scempio architettonico distrusse due volte tanti paesi come Palomonte ma non riuscì a strapparne l’anima e le storie. Oggi, questo paese di quattromila abitanti, forte per la bellezza della natura, dell’agroalimentare e di una sana quiete urbana, scommette e si “rilancia” con un progetto ambizioso: diventare meta turistica e culturale di interesse nazionale. Il progetto, presentato nella giornata simbolo del 23 novembre, dal titolo “Sussulti. Storie di terra e di umanità” mette in campo più obiettivi: Erasmus Sociale, riqualificazione urbana e architettonica del paese, esposizione dei Diari pubblici dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano.

L’Erasmus Sociale, lanciato dal Sindaco Mariano Casciano, mira a riannodare i fili della memoria e dell’identità con un programma locale di mobilità culturale, formativo e lavorativo. L’iniziativa ha avviato un censimento per i cittadini che andarono via durante la grande emigrazione, richiamandoli nella propria terra di origine: un invito teso anche a descrivere le ragioni della partenza e il ricordo che hanno di Palomonte. Un richiamo che il Sindaco descrive così: “Oggi vogliamo fare dell’essere “paesani” un sistema di partecipazione e scambio che coinvolga vecchie e nuove generazioni di emigrati, specialmente quelle che non avrebbero più la passione di tornare, integrandole nella vita del paese.

Una chiamata alla partecipazione che è sangue che torna nelle vene di luoghi che restano indimenticabili e fanno parte della storia di ogni famiglia, di qua o di là dai confini“. Potrebbero essere proprio gli emigrati che hanno fatto fortuna all’estero, i protagonisti e la parte attiva dell’Erasmus e fare da “ponte” tra il resto del mondo e il paese di origine. Si aprirebbe una finestra sui sogni e sulle speranze dei giovani del paese, giovani che avrebbero la chance di misurarsi all’estero attraverso l’esperienza di un lavoro estivo, di uno stage formativo e gratuito, o anche poter imparare la lingua.

Il Comune ha difatti creato una piattaforma digitale per facilitare la comunicazione con gli emigrati e Palomonte. Altra novità, assolutamente straordinaria e di grande prestigio, è l’esposizione di 8.500 diari autobiografici degli italiani custoditi dall’Archivio di Pieve di Santo Stefano, in Toscana che a Palomonte, animeranno, come “una quinta” teatrale, le strade, i quartieri, le frazioni del comune. Il tema portante dei diari sarà dunque legato alla storia del Novecento con storie di uomini e di donne che vanno dalla grande guerra, al fascismo, alla rivoluzione industriale, agli anni dell’emancipazione femminile. Il progetto, presentato e coordinato da Antonello Caporale, saggista e giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, ha visto gli interventi del Sindaco di Palomonte Mariano Casciano e dei futuri sostenitori del progetto: Corrado Matera – Assessore Regionale allo Sviluppo e Promozione del Turismo, Maria Rita Pinto, docente di Tecnologia dell’Architettura dell’Università di Napoli “Federico II”, Natalia Cangi, direttrice dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, Erasmo D’Angelis per “Italia Sicura” – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Franco D’Orilia – Presidente della Fondazione MLDA ed Evelina Christillin, Presidente dell’Ente Nazionale per il Turismo.
Alla Voce di New York, facciamo il punto della giornata con Corrado Matera, Assessore allo Sviluppo e Promozione del Turismo della Regione Campania.
L’iniziativa di Palomonte ha rilanciato paesi che rischiano di scomparire. Qual è la sua idea di sviluppo?
“I confronti sono molto importanti. Il dibattito ampio ed interessate ha consentito di evidenziare ancora una volta che si deve puntare sempre di più sulla valorizzazione di località come Palomonte, che sono piccole, ma straordinari gioielli della nostra Campania. Stiamo lavorando per creare reali opportunità di sviluppo nella direzione di promuovere itinerari turistici che consentano di far scoprire e riscoprire luoghi meno famosi, sino a qualche tempo fuori dai circuiti nazionali ed internazionali, ma ricchi di tesori naturalistici, artistici e religiosi. Per far ciò abbiamo messo in rete i grandi attrattori con le aree interne, abbiamo immaginato ‘cammini’ di arte, gastronomia, religione e natura, e proposto iniziative di attrazione per l’intero arco dell’anno”.

La vocazione di queste terre tra bellezze naturali, patrimonio enogastronomico, cultura, può avere un’occasione possibile di rinascita concreta? Come sostenerla?
“Noi sosteniamo i progetti che coniugano e favoriscono le interazioni tra le diverse vocazioni. Palomonte può diventare una proposta di vacanza in Campania dove arte, food, ambiente e tradizioni possono essere attrattive uniche e trainanti. Il turista è curioso di scoprire le mete che visita, ma desidera anche prendere parte ad iniziative che gli consentano di vivere in pieno il soggiorno. Il visitatore vuole osservare, toccare, annusare, mangiare ed ascoltare, vuole viaggiare con tutti i sensi. La Regione ha messo in campo e sta realizzando una programmazione che tiene conto del turismo “esperienziale”. Inoltre, la Regione Campania mira ad offrire opportunità di visita per l’intero arco dell’anno. I tesori famosi e meno famosi devono essere mete di viaggio sempre. Dobbiamo saper interpretare le emozioni dei viaggiatori ed essere capaci di offrire occasioni di viaggio uniche che li portino nuovamente a scegliere la Campania come meta di viaggio privilegiata”.
Palomonte con l’Erasmus Sociale ha creato un ponte tra chi è rimasto e chi è andato via tempo fa. L’emigrazione come “ritorno alle origini” può essere un volano?
“Puntiamo a rafforzare il cosiddetto turismo di ritorno, un turismo che riporta nei loro territori d’origine i tanti migranti che sentono l’esigenza di riscoprire le comunità locali di provenienza. I discendenti di chi è partito moltissimi anni fa dalla nostra regione, desiderano conoscere le origini e i luoghi in cui sono ambientati i racconti dei loro avi. Le “home visits”, le vacanze dei figli e pronipoti degli emigrati campani nei luoghi di origine, possono rappresentare un settore strategico per lo sviluppo turistico della regione. Stiamo lavorando per definire itinerari di visita durante l’intero anno per affascinare coloro che hanno conosciuto la Campania attraverso i racconti dei genitori, dei nonni e degli zii. Racconti che hanno generato in loro il desiderio di partire alla scoperta di piccoli borghi, città d’arte e località marine, di assaggiare i buoni prodotti di questi luoghi e di visitare chiese, monumenti e parchi, che per loro hanno il sapore unico di un lessico familiare che si credeva irrimediabilmente perduto o affidato unicamente all’oralità”.
L’Erasmus Sociale apre una finestra sul mondo, diventa un’opportunità di confronto e di crescita per i giovani. Cosa ne pensa?
“Penso che tutte le opportunità di conoscenza e di approfondimento che si offrono ai giovani sono rilevanti. Turisti sono anche i ragazzi, sia quando viaggiano nell’ambito di progetti di istruzione sia quando lo fanno da soli o con le famiglie. Bisogna saper assecondare le loro esigenze perché i giovani, soprattutto i nativi digitali, hanno idee chiare e precise e attraverso i social sono connessi h24 con il mondo. Quindi i progetti messi in campo devono saper corrispondere alle loro aspettative”.
E se Palomonte è una storia di ritorni, speranze, sussulti e Paisà, ha ragione Cesare Pavese quando scrive “Pensai a quanti luoghi ci sono nel mondo che appartengono così a qualcuno, che qualcuno ha nel sangue e nessun altro li sa”.
E allora chiunque tu sia, ovunque tu sia, Palomonte ti aspetta.