Ci dormivano i gatti. Le gattare li richiamavano con le loro ciotole piene di cibo e acqua. Transennata e inagibile, era un buco nero e sporco al centro di Roma. E’ stata ripulita, restaurata, e aperta al pubblico. Largo Argentina, dove si trova la grande area sacra con quattro templi del III secolo a.C., e dove fu assassinato Giulio Cesare nelle Idi di marzo del 44 a.C., sarà finalmente visitabile.
Scoperta per caso un secolo fa durante le demolizioni portate avanti per un progetto di rinnovamento del quartiere, l’area fu poi scavata completamente e inaugurata da Benito Mussolini come Foro Argentina, nell’ Aprile del 1929. All’interno si trova un tempio dell’inizio del III secolo a. C. dedicato a Feronia, dea della fertilità sabina venerata nel santuario Lucus Feroniae nell’attuale Fiano Romano; un secondo tempio della metà del III secolo a.C. costruito da Gaio Lutazio Catulo in onore della ninfa delle fonti Giuturna, dopo la vittoria su Cartagine nella Battaglia delle Isole Egadi e un terzo tempio, dedicato ai Lari Permarini (protettori della navigazione), consacrato attorno al 180 a.C. dopo una decisiva battaglia contro i Fenici. Infine un tempio circolare, chiamato la Fortuna del giorno presente, eretto dopo la sconfitta dei Cimbri nel 101 a.C.

Una enorme testa marmorea, ora al museo della Centrale Montemartini, si pensa appartenga a questa divinità romana. L’area fu devastata da due incendi nel 111 a.C. e nell’80 d.C. e ricostruita sotto l’imperatore Domiziano che al di sopra delle macerie spianate fece posare un nuovo pavimento in lastre di travertino e fece ricostruire il portico settentrionale e i templi. ulteriori cambiamenti avvennero nel tempo. Per esempio il tempio dedicato a Giuturna fu trasformato nel VI secolo in un convento e tempio cristiano, nel Medioevo divenne San Nicola de Calcarario, per la fornace (calcara) creata in quella zona per la riutilizzazione di marmi antichi per creare calce per nuove costruzioni. Tra VIII e il IX secolo nella zona furono costruite residenze private della nobiltà.

L’intervento di recupero, durato due anni e finanziato da Bulgari, permette ora di visitare l’importante area, chiusa da sempre. Dalla Torre Papita, a livello della strada si scende al piano originario, e si può arrivare al muro creato sulla Curia di Pompeo dove fu assassinato Giulio Cesare.
Il biglietto di ingresso costa 5 euro.