“Da più di 50 anni Sant’Egidio è un attore internazionale peculiare, una comunità vicina alle persone vulnerabili, dedita alla pace, al dialogo interreligioso, all’aiuto umanitario e capace anche di condurre mediazioni e facilitazioni internazionali in diverse parti del mondo, dall’accordo di pace in Mozambico firmato a Roma nel 1992, al Burundi, dal Guatemala al Kosovo e a Mindanao. Crediamo infatti che la guerra sia la madre di ogni povertà”. Lo ha detto il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, parlando ad una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu nell’ambito dei suoi due giorni di incontri al Palazzo di Vetro.
In particolare Impagliazzo ha parlato oggi della crisi in Sud Sudan: “Sant’Egidio segue con attenzione e preoccupazione la situazione dagli anni Novanta, ben prima della sua indipendenza. Più volte John Garang, il padre fondatore di quel Paese, ha visitato la nostra sede di Roma per cercare vie di dialogo, nel pieno della lotta per l’indipendenza”.
“La nostra Iniziativa di Roma è nata all’indomani della firma dell’accordo di pace rivitalizzato nel 2018, nella complicata fase di creazione del governo di unità nazionale. Diverse entità politiche e militari avevano rifiutato quell’accordo ed era necessario recuperarle”, ha proseguito Impagliazzo, ricordando che l’Iniziativa “ha portato al riconoscimento reciproco tra il governo e l’opposizione non firmataria e ha creato un quadro negoziale per l’impegno politico”.
“Il processo ora è più inclusivo e si sta muovendo ulteriormente in quella direzione, e l’Iniziativa di Roma rappresenta un dialogo politico complementare alle istituzioni internazionali e in sintonia con esse”, ha detto.
Sant’Egidio, ha concluso Impagliazzo davanti ai Quindici, “si impegna a proseguire su questa strada con l’intento di creare un terreno favorevole per sradicare la violenza”.
Il presidente ha poi voluto menzionare “l’importante contributo offerto dai rappresentanti della società civile e dai leader delle confessioni cristiane e religiose del Paese, una partecipazione che non potrà che aumentare nelle prossime fasi ed è un impulso decisivo nel richiamare i leader del governo e dell’opposizione alla loro responsabilità nei confronti del popolo sud sudanese e delle sue sofferenze”.
Il presidente di Sant’Egidio Impagliazzo, il giorno prima della riunione del Consiglio di Sicurezza dedicata al Sud Sudan, ha avuto un incontro con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. “L’importante è esserci e avere pazienza, è un lavoro artigianale. Chi cerca di costruire la pace non può avere fretta”. Ha detto Impagliazzo, molto soddisfatto, dopo l’incontro con Guterres. Un incontro “andato molto bene”, durante il quale Guterres ha detto che “il lavoro di Sant’Egidio per la pace è necessario poiché rimane fedele alle situazioni per tutto il tempo necessario, e l’Onu ha bisogno di questo tipo di lavoro”. “Ho grande ammirazione per l’opera di pace efficace e discreta di Sant’Egidio, che rimane impegnata nelle situazioni difficili quando tutti si arrendono” ha continuato il segretario generale dell’Onu Anel corso dell’incontro al Palazzo di Vetro con il presidente della Comunità di Sant’Egidio. “Continueremo a lavorare insieme in uno spirito di complementarietà per tutti i dossier in cui è coinvolta la Comunità, dal Sud Sudan al Ciad, dalla repubblica Centrafricana al Mozambico”, ha aggiunto il segretario generale.
Impagliazzo ha avuto incontri anche con il sottosegretario generale di Un Desa (il dipartimento degli affari sociali ed economici dell’Onu), Li Junhua, e con il sottosegretario generale del Peacebuilding, Rosemary DiCarlo.