Inizia una nuova stagione estiva per tutta l’Italia, specialmente nei luoghi che ogni anno sono presi d’assalto dai turisti di tutto il mondo come le località di mare sul litorale o nel sud Italia.
Le prospettive sembrano positive e la Sicilia continua a farsi scoprire non solo dai siciliani, ma anche da italiani e stranieri grazie ai suoi meravigliosi prodotti che circolano nel mercato di tutto il mondo.

Nel futuro della Regione, che negli ultimi anni ha aumentato le vendite dei suoi vini in Italia e all’estero ed è diventata uno dei punti di riferimento del turismo enologico italiano, ci sono prospettive di cambiamento importanti e grandi investimenti nel comparto della sostenibilità, dello sviluppo digitale e della formazione.
Grazie anche all’impegno di associazioni come Assovini Sicilia, che si occupa di promuovere lo sviluppo della Regione nel comparto enologico e dell’enoturismo, la Sicilia si pone per l’anno 2021/2022 grandi obiettivi.
Quest’estate l’impegno di Assovini Sicilia si rivolgerà al settore dell’enoturismo nella regione che da solo abbraccia tutti gli obiettivi in agenda sullo sviluppo del comparto vitivinicolo e dell’ecosistema che si muove intorno ad esso in una prospettiva di valorizzazione degli spazi e delle produzioni vitivinicole siciliane.

Non più solo degustazioni in cantina e visite in vigna, l’enoturismo siciliano diventa un insieme di iniziative volte alla valorizzazione dei territori e dei servizi dell’Isola affiancando la produzione e la vendita dei prodotti ad attività come wine trekking, pic-nic tra i filari oppure corsi di cucina siciliana.
“La Sicilia ha le carte in regola per essere un’immensa Napa Valley”- ha detto Laurent Bernard de la Gatinais, Presidente di Assovini Sicilia. “Se fino a qualche tempo fa, l’enoturismo si limitava alla degustazione, oggi punta a qualcosa di più diversificato e complesso”.

Abbiamo intervistato il nuovo presidente e gli abbiamo chiesto quali sono le prospettive per quest’estate in cui sembra esserci l’accenno di una lenta ripresa e quali le prospettive più realistiche per il prossimo anno quando, ci auguriamo, la ripresa sarà più consolidata.
“Siamo positivi, quest’anno e mezzo di lockdown ha permesso anche alle persone di informarsi meglio. Vedo tanti siciliani che riscoprono la Sicilia, vedo tanti italiani che non potendo andar fuori riscoprono l’Italia e la Sicilia come una delle mete principali. Stanno ricominciando a tornare turisti stranieri e ben venga; vedo un grande interesse, anche più conscio, le persone non vogliono stare in luoghi affollati e vanno a cercare l’agriturismo o il posticino di nicchia diverso dall’appartamento o stanza in città. In questo le cantine ci aiutano, specialmente a conoscere la Sicilia attraverso un percorso tra il vino e il cibo. Vedo grande fermento, è un bel modo di conoscere la Sicilia per chi viene per la prima volta ma anche per chi la conosce già e vuole scoprirla in modo diverso, non solo con le solite tappe di mare, ma anche dall’interno. È una Sicilia diversa che merita d’essere conosciuta e con paesaggi completamente differenti”.
Nelle prospettive per il 2021 da parte di Assovini Sicilia c’è molta attenzione anche alla sostenibilità che, attraverso la Fondazione “SOStain Sicilia” insieme al Consorzio di Tutela dei Vini Doc Siciliani e Alberto Tasca, alimenta un programma per la vitivinicoltura in Sicilia anche per certificare la sostenibilità del settore vitivinicolo regionale, ridurre l’impatto sull’ecosistema e salvaguardare la biodiversità dell’Isola.

Quali sono gli obiettivi nel sud Italia ed in particolare in Sicilia nel comparto della produzione sostenibile dei beni alimentari e delle produzioni enologiche. Che ruolo e che significato ha la parola “sostenibilità” nel settore vitivinicolo e dell’enoturismo per la Sicilia?
“L’associazione SOStain credo sia l’evoluzione di un percorso nato tanti anni fa. Nasce Assovini ed inizia a comunicare la Sicilia attraverso i suoi 90 associati a cui si unisce anche il Consorzio Vini Doc Sicilia nella difesa e comunicazione del Brand Sicilia. Oggi la Sicilia è il vigneto Bio più grande d’Europa, vorremmo certificare quest’attenzione anche al consumatore perché ci sembra un messaggio molto bello e molto forte, ma bisogna comunicarlo con serietà. Abbiamo tutte le carte in regola per dire che un domani, spero presto, la Sicilia sarà una regione completamente sostenibile nel comparto della produzione dei beni alimentari. Già di fatto siamo attenti a queste tematiche, specialmente nel settore vinicolo, sopratutto se si considera che, in termini atmosferici, siamo una terra baciata dalla fortuna, ma ora serve poterlo certificare e farlo bene”.

Il consumo del vino sta cambiando. Alle esperienze fisiche in azienda si affiancano anche le nuove e sempre più frequenti degustazioni online che fanno conoscere solo in parte la meraviglia dei vini siciliani. Il settore dell’online però è in crescita e Assovini Sicilia ha deciso di dare valore a questa nuova tendenza. Ormai, è diventato impossibile non tenere conto del mercato online che si affianca a quello fisico e dell’export come nuovo canale di vendita. Infatti, se l’export rappresenta per i soci di Assovini circa il 50% delle vendite ogni anno, il mercato digitale è passato da essere uno strumento secondario ad essere uno fondamentale dopo gli effetti della pandemia.
In Italia negli ultimi due anni è stato registrato un incremento del consumo di vino in casa, sicuramente a causa delle varie limitazioni e grazie anche alla crescita della vendita di vino online nel canale B2C. Se mettiamo il focus sulla Sicilia, come è andata la vendita online di vino imbottigliato e qual è stata la risposta del pubblico all’utilizzo di questo canale?

“Questa situazione della pandemia ha accelerato dei processi che già erano in atto e cambiato molte abitudini che resteranno stabili. C’è una maggiore ricerca anche nel settore del vino online che per le aziende sta diventando un modo naturale di vendita e una valvola di sfogo per chi è riuscito ad accedervi. Con la chiusura all’estero l’online è stato un canale potente che siamo fiduciosi rimarrà stabile. Il vino però è anche acquisto fisico, non va dimenticato, è importante anche quello nel contatto con l’enotecario o il produttore. In Sicilia molte enoteche si sono attivate con la vendita online, ormai non c’è negozio fisico che non abbia anche la sua vetrina digitale, ma è bene ricordare che, per fortuna, questo non sarà più l’unico canale di vendita”.
Storicamente il vino siciliano era considerato vino da taglio mentre oggi assistiamo alla nascita di continue realtà di eccellenza trainate velocemente nel mercato anche grazie a realtà vitivinicole più consolidate presenti sul territorio. Oltre alla qualità indiscussa dei vini della regione, qual è stata la strategia che ha messo in atto la Sicilia per sdoganare il consumo di vino da tavola o da taglio nella regione e fare in modo che il vino siciliano venisse apprezzato ovunque, in patria e all’estero?

“In Sicilia c’è una ricchezza di offerta che difficilmente altre regioni riescono a fornire ed un rapporto qualità prezzo estremamente interessante, credo che questa sia la vera competitività siciliana. È anche difficile comunicare questa ricchezza perché c’è veramente tanto da raccontare ma le aziende del nostro territorio sono abituate a sgomitare tra etichette più grandi e conosciute, sopratutto in questo momento che c’è una compattezza di comunicazione della Sicilia come non si è mai vista prima. C’è un comparto produttivo e dei servizi che è molto compatto e riesce ad essere un ottimo biglietto da visita per la Sicilia, molto di più rispetto al volume economico che muove la regione. È una cassa di risonanza bella ed importante e Assovini fa da incubatore per tutti i suoi associati nell’internazionalizzazione sui mercati esteri come Stati Uniti, Canada, Germania, Cina ed altre importanti destinazioni dove investiamo sul nome Sicilia. Direi che forse, la nostra strategia migliore è stata la compattezza”.
In conclusione, e già che siamo in tema, come sta andando la ripresa dell’export di vino siciliano specialmente nel Nord America? Qualcosa si sta muovendo? Quali sono le prospettive per il prossimo anno?
“C’è da dire che l’estero si è chiuso dopo l’Italia in pandemia e si sta anche riaprendo dopo, poi con l’estero l’effetto si vedrà più avanti, ma i segnali di una ripresa e della voglia di ricominciare si iniziano a sentire e non vediamo l’ora che il mondo si riapra. Speriamo di ricomunicare presto con nuovi incontri insieme ai giornalisti e ci aspettiamo di riproporre Sicilia En Primeur fisica e non solo online perché ci è mancato il contatto con le persone. La Sicilia si deve vivere ed assaggiare, questo è il nostro biglietto da visita e l’obiettivo più grande”.