Attraversare l’America rientra nell’immaginario collettivo di tutti gli amanti del viaggio, farlo poi su una fiammante Maserati Quattroporte GTS supera ogni aspettativa. Ebbene, questo è il prezzo che ho dovuto pagare per documentare un epico, coast to coast, attraversando nove stati diversi per 18 lunghi giorni, coprendo 9.100 km, circa 535 km giornalieri, 60 km/h di velocità media, 1.231 litri di carburante, con un consumo di 13,3 litri per ogni 100 km. Nessun record da superare, solo il desiderio di ritrarre un prodotto di classe italiano, nei posti più belli d’America. Alla guida Akis Temperidis, giornalista e grande pilota – sulle sue spalle diversi giri del mondo sempre su ruote; al mio fianco, il fidato assistente e tecnico Giovanni Pipoli e un videografo spagnolo di nome Victor Ortega.
Il van che trasporta noi e tutto il materiale di ripresa ha il compito di tallonare la rampante quattroporte. Walke talkies indispensabili per comunicare tra i veicoli. Tocca a me stabilire dove fermarsi, quando essere superati o quando per necessità fotografiche bisogna stare davanti così da riprendere tutte le angolazioni della nostra Maserati, spinta da un motore 3.8 liter V8 twin turbo.
Il viaggio inizia dalla sede della Maserati/Ferrari nel New Jersey, puntiamo per Chicago, attraverso la Pennsylvania. I grattacieli di New York presto diventano un miraggio quando si raggiunge la Contea di Lancaster, che da più di 300 anni ospita la comunità degli Amish: i cavalli, e non quelli del motore, qui spingono ancora gli aratri che solcano le vaste coltivazioni; fattorie sparse lungo il territorio non fanno uso di elettricità, telefono e perfino internet; tutto categoricamente bandito da questa comunità che rifiuta la modernità e sceglie di vivere interpretando la Bibbia.
Un Buggy, tipico e unico mezzo di locomozione adottato dalla comunità degli Amish, rallenta la nostra corsa verso Pittsburgh, grande città della Pennsylvania, considerata capitale industriale sin dagli inizi del XX secolo: 446 sono i ponti che la collegano, attraversata com’è da tre grandi fiumi, Allegheny, Monongahela, e Ohio Rivers. L’impatto è molto piacevole, città moderna e non soltanto industriale, rivolta alla cultura e al turismo, oggi ospita il più grande museo dedicato all’amato artista Andy Warhol.
Con una Pittsburgh quasi estiva lasciamo la Pennsylvania. Il benvenuto nello stato dell’Indiana ci è dato da forti piogge e temperature invernali. Entriamo a Indianapolis, mitica città conosciuta per il circuito di corsa più famoso al mondo, l’Indianapolis Motor Speedway, che dal 1911 ha visto correre i più grandi piloti e celebrato la storica Indy 500.
La Quattroporte in posa con la Boyle Special (Maserati 8CTF), divenuta leggendaria per aver vinto ripetutamente nel 1939 e nel 1940 la Indy 500. Al centro il trofeo più ambito, vinto da Wilbur Shaw su Maserati custodito nel grande museo del circuito.
Lasciamo lo stato dell’Indiana ancora sotto una pioggia torrenziale giungendo di notte a Chicago assieme a una tempesta di neve che, grazie ai sistemi di stabilità disponibili sulla Quattroporte, migliorano la guida anche in queste condizioni. Inserita la modalità gelo, la risposta dell’acceleratore diviene progressiva ed elimina lo slittamento delle ruote.
La prossima puntata sulla tappa e visita della storica Chicago.
Testo e foto di Renato Zacchia