Il documentario The Yukon Blues è andato in onda in Italia, per la prima assoluta su Deejay TV, il 19 dicembre.
Non ho voluto guadarlo. Quella sera, mentre sui social leggevo con piacere i tanti commenti positivi del pubblico, ho provato una sensazione molto nitida e forte: ho capito che si è chiuso un ciclo. Ok, passerò tutto gennaio a Milano, nella sala di montaggio della Kobalt Entertainment, per ultimare la versione per il pubblico inglese, ma mentalmente il viaggio è ormai finito.

Il cimitero di Porto Venere dove sono sepolti Walter Bonatti e Rossana Podestà

L’arrivo in autostop a Toronto e l’abbraccio con un caro amico
È un momento difficile, il più importante. Non il panorama dalla vetta, ma la montagna vista da valle al rientro dalla dura scalata, è quella la visione più bella per me. Mi sembra enorme ciò che ho appena lasciato alle spalle e a stento ricordo chi ero più o meno 23.000 chilometri fa. Immense mi sembrano le figure di Walter e Rossana, mentre mi allontano dalla loro montagna, camminando verso una nuova meta.
A proposito, sono andato a trovarli a Porto Venere per regalar loro un sasso che ho raccolto nello Yukon. Persino quel pezzo di roccia sembra di valore, ora che giace sul marmo grigio della loro tomba.
Ci sono state tante fasi in questa grande avventura e tutte hanno costituito un tassello importantissimo. L'incontro con Rossana e Messner a Dubino, la vita nella grotta del Pidocchio, la gavetta e i salvataggi da bagnino in Liguria, gli autunni senza soldi passati a mandare mail tra un allenamento e l'altro e a cuocere e ricuocere del brodo per pranzo e cena. Poi i mesi in Canada, la vita da lavapiatti, il sopralluogo in autostop, le prime risposte dei produttori, l'ansia della partenza, il salto nel buio per la spedizione.
Dal sogno alla realtà quindi, attraverso i passaggi che hanno dato vita ad altri durissimi giorni, in solitaria, sul fiume e per strada.

Spesso l’unica compagnia durante l’autostop in Canada ├¿ la propria ombra
Anche il rientro è stato un momento forte. La responsabilità di dover dare un senso a tutto quello che avevo vissuto, raccontandolo attraverso le riprese e il montaggio, a volte mi soffocava.
Ma finalmente il ciclo è chiuso e una domanda frigge già nella testa: e ora?
Ora è tempo di lasciare lasciare lo Yukon alle mie spalle. Come tutte le danze tra vite e luoghi, che si incrociano per un tempo breve e poi si lasciano, dopo un'esplosione di energia e vibranti emozioni, anche il mio ballo con il Grande Fiume è finito… ma un'altra avventura è già in cantiere. È il momento di rinascere.
Nel frattempo potrete danzare sul fiume anche voi, se lo vorrete, guardando The Yukon Blues, in DVD o nei formati che diffonderemo nel 2015. Comunicheremo presto sulla pagina FB The Yukon Blues dove e quando avverrà la pubblicazione. Presto su La Grande Avventura, curiosità sulla realizzazione del documentario /spedizione e news sulla prossima impresa.