Con le sue bellezze paesaggistiche e monumentali, le atmosfere medievali, le case in pietra e il dedalo di viuzze, il paese di Gangi, incastonato nelle montagne delle Madonie, a centodieci chilometri da Palermo, è stato incoronato quest’anno il Borgo storico più bello d’Italia. Il centro urbano che unisce tradizione, cultura e misticismo, fu ricostruito nel 1300 sul Monte Marone, dopo essere stato distrutto un anno prima durante la guerra del Vespro. Fin dal XIII secolo ha fatto parte della contea di Geraci appartenente alla famiglia Ventimiglia, per passare poi nel Seicento ai Graffeo e infine ai Valguarnera. Gangi è un luogo magico e silenzioso, circondato da montagne abitate fin dalla preistoria, che invitano alla contemplazione e all’ascolto dell’anima, ricco di tesori preziosi in cui riecheggiano linguaggi artistici multipli.
Se volete visitarlo potreste partire dal Castello del Trecento, che si erge a più di 1.000 di quota e domina le due valli del torrente Rainò; oppure percorrere le vecchie “trazzere” per scoprire il Santuario dello Spirito Santo, in stile tardo barocco. Nella piazza del paese si trova invece la Chiesa Madre, dedicata a San Nicola di Bari e collegata all’imponente Torre campanara, che fu nel Medioevo la Torre civica dove si riuniva il governo cittadino. All’interno della chiesa è possibile ammirare il Giudizio Universale, capolavoro di Giuseppe Salerno (uno dei due Zoppo di Gangi), le importanti statue lignee realizzate dallo scultore Filippo Quattrocchi, e l'Oratorio del Santissimo Sacramento con la cripta sotterranea “a fossa di parrini”, che contiene le mummie di ottanta sacerdoti imbalsamati.
I punti d'interesse sono davvero numerosi in questo luogo dove il tempo sembra essersi fermato; passeggiando dolcemente per le stradine lastricate si arriva alla Chiesa di San Paolo, a quella del Santissimo Salvatore o all’Abbazia benedettina di Gangivecchio, che oggi è un’abitazione privata. Qui, si viene in cerca di pace lontani dalle frenesie cittadine, si respira aria buona a pieni polmoni e si scopre pian piano l’immenso patrimonio archeologico e faunistico del territorio. Nel cuore del paese si riconoscono alcune dimore nobiliari edificate tra il Settecento e l'Ottocento: il bel palazzo Mocciaro di proprietà privata; la residenza degli Sgadari, che ospita il Museo Civico e palazzo Bongiorno, con le otto ampie stanze dipinte dal pittore Gaspare Fumagalli e illuminate da imponenti lampadari di Murano, un tempo residenza dell’Accademia degli industriosi, oggi sede del Consiglio Comunale.
Con un territorio di circa centoventotto chilometri quadrati, Gangi conta poco più di settemila residenti. Ciò è dovuto al lento, ma costante processo di migrazione – iniziato nel secondo dopoguerra e ancora in corso – verso le regioni del Nord Italia e all’estero. Cinque anni fa, l’amministrazione comunale, con l'obiettivo di ripopolare il centro storico disabitato per il trasferimento degli abitanti nelle nuove case della periferia, ha lanciato l’iniziativa “Case a 1 euro”. Molti privati che vivono fuori da anni infatti, non volendo più manutenere immobili privi di valore di mercato, hanno accettato di regalarli al Comune.
“L’iniziativa, che risale al 2009, sostiene il binomio edilizia-turismo del buon vivere – ci dice il sindaco Giuseppe Ferrarello – con la cifra simbolica di un euro, l’acquirente s’impegna a ristrutturare la casa entro tre anni, utilizzando manodopera locale. È vero che il progetto sta procedendo a rilento – conclude il primo cittadino – ma siamo fiduciosi nella ricaduta positiva che questa operazione potrà determinare sull’economia locale”.
Nel borgo più bello d’Italia si conservano gli antichi sapori della tradizione enogastronomica madonita (il macco di fave, l’olio, le provole, le melanzane ripiene, le carni tenerissime) e si tramandano con orgoglio gli antichi mestieri. È facile vedere impegnati nelle loro botteghe fabbri, falegnami, scalpellini, amanuensi armati di pennini e penne d’oca, che con pazienza e meticolosità ricopiano su pergamena e papiro antichi documenti. I giovani gangitani si divertono nelle scuole di musica e di pittura e nei centri sportivi, mentre i turisti possono visitare le cinque collezioni del polo museale e ritemprarsi nelle terrazze che offrono panorami mozzafiato su boschi di faggio e querce, sugli altopiani ondulati con i secolari oliveti e sui dorsi montani coltivati a frumento e orzo, da cui sporgono i profili delle masserie in campagna. Il fascino di Gangi è dato da un mix sorprendente di natura e arte, dal folklore, dal rapporto intimo della sua gente con la spiritualità. Durante tutto l’anno si svolgono infatti, riti religiosi particolarmente sentiti, come la festosa Sagra della Spiga, le celebrazioni della Settimana Santa con la processione della Domenica delle Palme affidata alle dodici Confraternite di Gangi e il suggestivo corteo dello Spirito Santo, “a cursa e i miracula di Santi”, quaranta statue di Santi portati a spalla dai fedeli devoti, con in testa quella del patrono San Cataldo, che attraversa l’intera cittadina.