L'Italia è piena di barracuda. A cosa mi riferisco? Forse a uomini loschi compromessi tra politica e business pronti a sbranarsi gli altri "pesciolini"? No, non si tratta di una metafora. In Italia ci sono molti di questi pescioloni dai dentini aguzzi. Perchè dico questo? E soprattutto, chi è la fonte ufficiale di questa "importante" informazione? Non ne sarei mai stato al corrente se non avessi fatto una piccola e simpatica ricerchina sulle guide turistiche per americani che vogliono venire in Italia. Una delle più importanti – il lettore mi perdonerà se non faccio nomi per non far torto oppure per evitare pubblicità inopportuna – ci segnala che in Italia si possono fare "immersioni nelle acque piene di corallo e barracuda". Il tutto nella prima pagina di presentazione denominata: "Il Bel Paese".
Devo dire che è spassosissimo leggere la presentazione/introduzione dell'Italia in queste guide turistiche. Oltre a far sorgere l'impressione che il turista al quale sono rivolte le informazioni sia piuttosto ingenuo, emergono stereotipi più o meno veri e curiositá che farebbero strabuzzare gli occhi ad un italiano.
Tipo i barracuda, che io immaginavo soprattutto nei mari tropicali. Comunque, anche se a me, pur viaggiando molto, non è capitato di incontrarne mentre nuotavo, è vero che in Italia esistono – ho fatto le mie ricerche – soprattutto nelle coste toscane ed in quelle sarde.
Un'altra curiositá? Sempre nella stessa guida si descrive la cucina italiana come, ovviamente, tipica ed importante nel paese con particolare riferimento a Slow Food e Eataly.
La rubrica è intitolata "Bon Appetito" e non con il più corretto Buon Appetito.
Forse hanno francesizzato? Chissà. In ogni caso la tendenza all'utilizzo di neologismi della lingua italiana, mai utilizzati in Italia, è molto frequente lontano dalla penisola.
Pensiamo al "mokkaccino" – ne esiste anche una versione con una k – oppure, per restare sempre in tema caffè, " il capukkino", la "moha" oppure il "freddocino", fatto da non italiani per non italiani e così descritto: "Non è un frullato, nemmeno un frappè. Non è il caffè shakerato, non è un gelato, non è una granita, e non è neppure uno shake. E' solo e soltanto il Freddoccino. Ghiacciatissimo, lo puoi gustare in ogni taverna all'aperto, in ogni caffè lungo la spiaggia"- ma badate bene – "sa di caffè".
Posso immaginare un italiano durante il lavoro che fa una pausa-freddoccino? Direi di no. D'altra parte anche Starbucks saggiamente ha aperto pochi locali in Italia, soprattutto per turisti e magari per qualche italiano bisognoso di un posto per lavorare, ma non certo con l'intenzione di vendere caffè agli italiani specialisti del bar.
Ma c'è dell'altro, un'altra guida dà delle istruzioni ben precise: "Bella Italia!! L'Italia si mostra con la sua emozione, la corruzione, i capelli randagi, l' inflazione, gli ingorghi stradali, gli scioperi, le manifestazioni, le feste, lo squallore affollato, e gli anti-conformisti irati che prima li vedi agitare i pugni in faccia e un minuto dopo camminare a braccetto. Devi parlare con te stesso prima di attraversare il confine. Prometti di rilassarti e di accettare tutto questo come parte del pacchetto viaggio. Dopo tutto l'Italia è la culla della civiltá occidentale".
Chissà se quel turista sarà veramente invogliato ad andare.
Tra consigli su come godersi il "Dolce far niente", fare "la Passeggiata" gustando" il Gelato", imparare a diventare melodrammatici con poche mosse delle mani e del viso, capire cos'è un antipasto ed un contorno, oppure riconoscere le principali differenze tra i differenti caffè: ristretto, espresso, macchiato, corretto; una di queste guide segnala la possibilità di un pericolo: "Al ristorante evitate accuratamente di mangiare barracuda".