Come la storia ci insegna, l’arte trova la sua espressione più riuscita ed elevata quando gode di libertà di espressione. Tra le innumerevoli opere che potrebbero essere citate a questo proposito, quelle di Shakespeare, già parecchi secoli fa, denunciavano concetti come il razzismo e l’intolleranza, senza porre alcuna censura su argomenti naturali e sani come l’amore e tutte le sue umane manifestazioni.
Eppure, ancora oggi accade che la Florida vieti Shakespeare nelle scuole censurando i testi del Bardo e soprattutto Romeo e Giulietta perché ritenuto “licenzioso”.
Ma non tutti restano a guardare. Con il suo “Shakespeare Fringe Festival”, la città di Verona si è offerta di ospitare artisti provenienti dagli Stati Uniti che metteranno in scena Shakespeare “reinventandolo in lingua originale”. Il Fringe Festival, giunto alla sua terza edizione, è nato appunto nell’ottica di promuovere il dialogo e la sperimentazione artistica.
Tra gli artisti spicca quest’anno Lisa Wolpe, attrice e regista, nota per la sua sperimentazione sui temi ‘gender’ nella drammaturgia shakespeariana e la sua attività a tutela dell’inclusione e della diversità.
Carlo Magnolini direttore artistico del festival Shakespeariano conferma: “Siamo pronti ad ospitare compagnie e studenti della Florida. Se non possono conoscere e vedere Shakespeare nel loro Paese lo potranno fare a Verona nel corso della Summer School e del Fringe Festival. La cultura non si vieta, si promuove e facilita”. “La censura – aggiunge – è un richiamo ai tempi più bui dell’umanità. È uno strumento che non dovrebbe più esistere”.