“La mia mente, la mia anima venivano trasportate dalla sua bellezza, dalla sua musica, dal suo essere interiore, dimostrando che la sua voce angelica può toccare e ispirare chiunque la ascolti”. Fu Elizabeth Taylor a pronunciare queste parole su Andrea Bocelli, e nessuna definizione come questa sarebbe in grado di riassumere più efficacemente quell’uragano di sensazioni ed emozioni suscitate dalla performance del grande cantante italiano nelle due date newyorkesi tenutesi al Madison Square Garden il 13 e 14 dicembre. Un appuntamento ormai tradizionale per Bocelli, che da circa un ventennio a questa parte, ogni anno, sotto Natale accarezza con la sua voce i suoi numerosissimi e caldissimi fan della Grande Mela, aprendo ufficialmente con il suo stile musicale inconfondibile il periodo dell’anno in cui New York, forse, splende di più in assoluto: quello – come qui viene chiamato – della “Holiday Season”.

Insieme a lui, si sono unite le voci e i talenti della New York Choral Society, che tradizionalmente lo accompagna per tre o quattro brani durante l’appuntamento newyorkese, ma anche di altri artisti e musicisti, tra cui la star di Broadway vincitrice del Tony Award Kristin Chenoweth. Il risultato è stato un tripudio di musica, ma anche uno spettacolo a 360 gradi. Perché la cornice del Madison Square Garden è stata la scenografia perfetta, il più adatto “prolungamento sensoriale” della voce e della musica di Andrea Bocelli. Le luci, i colori, le immagini proiettate sul maxischermo sono state l’esatta traduzione visiva di ciò che l’orecchio poteva ascoltare, in un tripudio sinestetico che è stato il vero leitmotiv dell’intero show.

Uno show di cui è stato protagonista anche il pubblico: caldo, emozionato, numeroso, multietnico. Sì, perché Bocelli è uno di quegli artisti italiani amati e apprezzati in tutto il mondo, la cui fama valica ogni barriera: in primis quelle etniche. E infatti, al Madison Square Garden c’erano sì tanti italiani – alcuni turisti, ma la maggior parte stabilitisi ormai da tempo a New York o negli Stati Uniti -, ma anche moltissimi americani. D’altronde, a dimostrazione della sua fama internazionale, non è raro imbattersi sul web in fotografie che ritraggono Bocelli in compagnia di Pontefici, Presidenti degli Stati Uniti o della Regina Elisabetta. E non è un caso che il suo nome brilli nella Walk of Fame di Hollywood, accanto a quelli degli artisti più famosi di tutti i tempi. Una scalata alle vette del successo mondiale che non gli ha fatto dimenticare le sue amate radici toscane: “Più vado lontano, più sento il bisogno di ritornare, lontano dal clamore, nel paese dove sono nato, nella campagna dove sono cresciuto. Mi lega alla Valdera un sentimento profondo. A Lajatico ho parte della mia famiglia (compresa mamma Edi), è il mio angolo di pace nelle colline della mia infanzia”, ha confessato il cantante in una recente intervista.

Eppure, nonostante questo viscerale rapporto con i suoi luoghi d’origine, Bocelli resta un artista, per così dire, globale, un esempio di come la musica possa unire e superare l’immensità degli oceani. Del resto, dando solo uno sguardo alle pagine Facebook a lui dedicate, ci si rende conto fino a che punto Bocelli sia amato da persone di ogni nazionalità. Tra i primi fans ci sono certamente gli americani, che lo hanno visto esibirsi in occasioni importanti della loro storia recente, e davanti a Presidenti come Bill Clinton e Barack Obama. Ed è proprio qui che spunta l’immancabile polemica: in uno dei gruppi Facebook dedicati alle performance newyorkesi del tenore, qualcuno si lamenta della decisione del cantante di non esibirsi in occasione dell’inaugurazione del presidente Donald Trump, lo scorso gennaio, decisione – sembra – maturata a seguito della “rivolta” dei fan del cantante. In effetti, quando si seppe che il tycoon newyorkese, da sempre suo grande ammiratore, lo aveva contattato personalmente e invitato ad allietare la propria cerimonia inaugurale, nacque subito il movimento di protesta “Boicotta Bocelli”. Pare infine che il cantante abbia deciso di rinunciare, per evitare situazioni di “troppo clamore”.

Polemiche a parte, su tutto resta un’evidenza: Andrea Bocelli è uno di quegli artisti che, in tutto il mondo, tengono alto l’orgoglio e l’onore dell’Italia. E quelle parole di profonda ammirazione che la grande Elizabeth Taylor gli dedicò risuonavano, ieri sera, nell’armonia di note, luci e colori, che hanno reso lo spettacolo al Madison Square Garden tra i più indimenticabili di sempre.