Tre attività sotto lo stesso tetto, una catena di produzione che accompagna i clienti in un percorso completo sempre condito dall’Italian Touch.
È questa l’idea che sta dietro a Spring Studios, l’agenzia guidata da Giuseppe Stigliano che convoglia servizi di marketing e comunicazione, una location per eventi e studios predisposti per shooting professionali. A completare il tutto il co-working e il ristorante.
“Noi facciamo ideazione, produzione e attivazione”, racconta Stigliano seduto su uno dei divanetti color panna che circondano il ristorante di Spring Place. Ha poco più di quarant’anni, una vita da cosmopolita e un ventaglio di professioni tra le quali si muove con agilità, intrecciando tutto con un filo che alla fine riporta sempre alla “casa madre”.
È nato in Calabria, ma si è poi trasferito al nord prima di lasciare l’Italia e iniziare a viaggiare. Ora vive a metà tra gli Stati Uniti e Londra, senza dimenticare Milano dove insegna al Politecnico. Spring ha quattro sedi: a Londra, Milano, Beverly Hills e New York, al numero 6 di Saint Johns Lane. Una struttura che si sviluppa su più piani e a cui si può accedere soltanto da membri, divisa tra spazi di coworking in cui vige la regola del silenzio, grandi stanze dedicate agli shooting, un ristorante che include il bar dove poter ordinare i cocktail e un grande terrazzo che si affaccia su Lower Manhattan.

“Lì sopra – racconta Stigliano – lo scorso settembre abbiamo organizzato con IMG un evento insieme a Serena Williams, installando un campo da tennis su cui hanno sfilato 10 modelle indossando i capi creati dall’azienda di moda della tennista”.
Il rooftop sarà la location, il 2 giugno, anche dei festeggiamenti per la Festa della Repubblica. “Sono previste circa 600 persone – anticipa – sarà una bellissima celebrazione”.
Per Spring Studios, ad oggi, lavorano circa 300 persone, che hanno il compito di ideare e produrre campagne di comunicazione ed eventi, collaborando con i colleghi di Spring Place per garantire il massimo confort e la qualità dei servizi destinati negli Stati Uniti a 1.800 membri (divisi per un terzo a Beverly Hills e due terzi a New York).
Il team distribuito nei vari uffici risponde a Giuseppe Stigliano, che come Global CEO ha deciso fin da subito di esporsi in prima persona in ogni sua decisione.
“Per ora i numeri funzionano – rivela – siamo in positivo, rendiamo soddisfatti gli azionisti. Sono tutti felici: loro perché vedo il rendimento dell’investimento, io perché ho la possibilità di innovare”.

Il suo sogno, dopo aver posizionato Spring come “though leader” del settore, è quello di espandere il club e aprire altre sedi nel mondo. “Il nostro è un ibrido che non esiste – spiega Stigliano – perché l’idea di avere tutto sotto lo stesso tetto è unica nel suo genere. Io voglio esportare questo concept, ma farlo sempre con il tocco italiano”.
Una caratteristica che, spiega il CEO, si vede dai dettagli. Nel ristorante di Spring Place, ad esempio, dove lo chef, così come il maître, il menù e il design, sono italiani. “Noi abbiamo una marcia in più nel settore dell’ospitalità. Non lo dico così per dire, o come luogo comune, ne sono convinto davvero. Siamo cresciuti con gli odori delle cucine nelle case, le grandi tavolate con parenti e amici, l’idea che l’ospite venga sempre prima di tutto. Questo è un segmento di mercato in cui siamo madrelingua: così come io, anche vivendo qui tutto il resto della mia vita, non arriverò mai a parlare inglese come un americano, così un americano non potrà mai avere il mio stesso senso dell’ospitalità”.
Un visione chiara sotto cui Spring continua a crescere. “Questo posto lo dimostra – dice soddisfatto Stigliano – esistiamo e ci stiamo sviluppando. Ogni domenica, quando guardo l’agenda della settimana che sta per arrivare, sono orgoglioso di vedere gli eventi e gli shooting che ospitiamo. Tutti i giovedì, ad esempio, organizziamo una serata con cena e dopocena a cui si accede solo su invito e dove la fascia d’età va dai 25 ai 45 anni”. Uno spot a due passi da Tribeca dove la primavera non sta solo nel nome.