Trent’anni fa l’Irpinia vide riconosciuta la prima denominazione di origine controllata (DOCG) e garantita per i suoi vini. Oggi, con il Consorzio di Tutela Vini d’Irpinia e una squadra di produttori, è a New York per far conoscere le sue eccellenze.
I vini dell’Irpinia sono stati protagonisti al SVA Theatre per l’Italian Table Talk, un panel in cui, dopo l’introduzione del Presidente del Gruppo Italiano Gianfranco Sorrentino e del Direttore dell’ICE Antonino Laspina, sono intervenuti Sabino Basso, Presidente della Fondazione Sistema Irpinia, Charles Scicolone, scrittore ed esperto di vini, Nunzio Castaldo, Presidente di Panebianco Wines Import, Ferrante Di Somma, managing owner di Cantine di Marzo e Berardo Paradiso, Presidente dello IACE. Il tutto moderato da Randall Restiano, sommelier e beverage director di Eataly NYC Flatiron.
“Questo è uno degli eventi che piacciono a me – ha commentato il Direttore Laspina – quelli che sono davvero capaci di promuovere le eccellenze italiane. Solo combinando Italia e Stati Unti possiamo avere successo in questo mercato, che è aperto all’Italia ma è gestito con regole ben precise alle quali bisogna sottostare. Bisogna imparare come operare nel settore, in collaborazione con tutti i partner che lavorano in questo mondo”.

Un riferimento importante anche all’E-Commerce, che con l’avanzare degli anni diventerà sempre più importante. “Altra cosa importante è la comunicazione, sopratutto social – continua Laspina – bisogna combinare la comunicazione tradizionale con quella innovativa. Più sei conosciuto, più le persone hanno coscienza delle caratteristiche del tuo prodotto e sarai maggiormente visto dai compratori americani, che saranno disponibili a sedersi con te e sviluppare un progetto”.
“L’Irpinia ha la capacità di diventare la nuova regione delle Langhe – ha detto Nunzio Castaldo durante il dibattito – Le nuove generazioni della zona hanno capito la potenza di questo vino e l’hanno sviluppata”.
Un prodotto che, come ricordato da Berardo Paradiso, irpino di nascita, oltre alla qualità può vantare anche una ricca storia secolare che ha dentro di sé anche influenze greche.
“Gli americani non sanno dove sia l’Irpinia – ha invece insistito Ferrante di Somma – e l’obiettivo deve essere proprio questo: investire fortemente sull’identità delle nostre aree per penetrare nel mercato”.
“L’Irpinia non può essere soltanto ‘la zona vicino a Napoli’”, conclude Laspina, premiato alla fine del panel dalla presidente del Consorzio Teresa Bruno. “Per la prima volta siamo a New York – spiega Bruno – per raccontare non solo i singoli brand, ma l’intero territorio e innalzare così le caratteristiche delle denominazioni: abbiamo 3 DOCG e molteplici DOC, ci troviamo al sud ma siamo in un luogo dove le colline sono alte e il terreno conserva alcune caratteristiche molto particolari. Il nostro vino ha due caratteristiche che lo rendono unico: freschezza e longevità. La prospettiva è rafforzare la conoscenza delle denominazioni e valorizzarle affinché siano sempre più ricercate”.
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