Vito DeSimone, PhD in lingua, letteratura e cultura italiane, assiduamente attivo nella comunità italo-americana di New York (Vito è anche un generoso sostenitore del giornale), è stato meritatamente nominato “Grand Marshal” per la sfilata in onore di Cristoforo Colombo che avrà luogo domenica 7 ottobre a Huntington, nel Long Island, a partire da mezzogiorno. Gli ho posto alcune domande sull’importanza di questa celebrazione per gli italo-americani.
Con queste dispute sulle azioni dolose fatte da Cristoforo Colombo verso i “native” americani, esiste il pericolo che l’importanza di Colombo per gli italo americani possa decadere fino ad essere dimenticato come personaggio storico?
“Non credo che la figura di Cristoforo Colombo, benché sia sotto accusa di essere stato un uomo crudele, associando la sua figura persino a quella di Hitler, col tempo diminuirà la sua importanza storica. Il personaggio di Colombo ha tutti i requisiti per continuare ad essere onorato; la sua posizione nella storia è assicurata, e il suo personaggio continuerà ad ispirare il futuro delle generazioni sia vicine che lontane. Quello che mi preoccupa, invece, è che gli italo americani, nell’essere continuamente bombardati da questa politica colpevolizzante verso Colombo, finiscano anch’essi per crederci e ciò facendo, permettano ad altri di ottenere i loro scopi; cioè quello di rimpiazzare una tanto contrastata festa federale rinominandola a vantaggio di altri”.
Queste accuse verso Colombo non sarebbero tutte fondate?
“Ma certo. I fatti compiuti da Colombo appartengono alla storia e, per conoscerli bene, si deve accedere ai libri di storia. Purtroppo molti giornalisti e insegnanti poco accorti attingono le loro storie o lezioni dai così detti revisionisti storici, i quali indicano solo quello che a loro non piace, cose insidiose per fare clamore e creare dissidio. Invece di giudicare i nostri antenati con questi metodi, si dovrebbe guardare verso un futuro più unitario e pacifico tra le genti”.
Cosa suggerisce hai lettori de La Voce di New York?
“L’unica cosa da fare, specialmente per quelli che hanno la facilità di studiare ed indagare i fatti del passato, come i certi studiosi e intellettuali, è sì di leggere quelle storie che danneggiano l’orgoglio e la dignità degli italo americani, che aveva comportato tanti sacrifici per raggiungerla, ma anche poi di contraddirle con fatti storici, prima di accettare per veri giudizi di altri; i quali, possono essere, come sono quelli verso Colombo, vere discriminazioni velate; e cercare invece di indagare, e ricercare quello che la gente meno istruita non può fare. Insomma, sarebbe doveroso da parte degli studiosi e intellettuali italiani (e italo americani inclusi) di venire in aiuto degli italo americani che non conoscono la loro storia, rivedendo la vera situazione storica, e svelando i veri motivi per cui questi revisionisti si scagliano contro Colombo. Non sarà perché questi vogliano sostituire la figura di Colombo con un’altra che avrebbe poi, guarda caso, gli stessi difetti? Diciamolo pure, che nei fatti storici, remoti come recenti, la coscienza libera da ogni torto non ce l’ha nessuno. Devo davvero menzionare la schiavitù praticata dagli egizi, dagli inglesi, dagli azktechi che pure loro la praticarono, eccome; oppure devo menzionare i genocidi, espliciti o velati che siano, del recente passato, e anche presente? Quindi faccio un appello ai nostri più dotati di non cedere subito a tali accuse, ma di verificare ciò che dicono, e aiutare “la nostra comunità” sotto assedio”.
Quando si tratta di difendere gli italoamericani, è raro ritrovare la stessa passione e le stesse capacità di Vito De Simone. Questa domenica, in Long Island, lasciatevi contagiare dall’entusiasmo e la giovialità del nostro “Grand Marshal” marciando con lui in onore del nostro connazionale Cristoforo Colombo e l’italianità che egli per noi simboleggia.