Digital Business Development Analyst e Influencer Marketing. Sembrano nomi complicati ma in realtà sono le figure professionali più richieste nel mondo del lavoro. E i millenials lo sanno bene.
A questo proposito abbiamo intervistato Maria Lorenza Veltri, a New York da due anni, che ci racconta la sua esperienza.
Prima di tutto qualche domanda anagrafica. Quanti anni hai, da dove vieni, da quanto tempo sei a New York, che studi hai fatto?
“Nasco a Cosenza nel 1982, mentre si disputava la partita di finale dei Mondiali in cui l’Italia vinse. Approdo a New York due anni e mezzo fa, dopo un’esperienza internazionale maturata soprattutto per lavoro nell’ambito della consulenza tecnologica. Ho origini del Sud, mi sono trasferita a 18 anni a Milano per studiare Ingegneria industriale al Politecnico di Milano e successivamente a Torino dove mi sono specializzata al Politecnico”.
Cosa ti ha portato a New York?
“New York in realtà non era in cima alla lista delle città in cui andare a vivere fintanto che non si è verificato un fortunato allineamento di eventi totalmente inaspettati. All’inizio non ero convinta al 100% che la città potesse funzionare per me, sono bastati pochi mesi per ambientarmi e capire che in realtà New York poteva dare valore concreto alle mie idee”.
Spiegaci in cosa consiste esattamente tuo lavoro.
“Mi occupo di Digital Business Development e Influencer Marketing: ricerco e seleziono partners strategici in grado di creare contenuti digitali di alta qualità (social media influencers) per conto di brands interessati a farsi promozione sui social.
Ho iniziato facendo consulenza in Digital Marketing, col tempo c’è stato un aumento delle richieste per l’ influencer marketing da parte soprattutto di lifestyle brands. I social media hanno democratizzato molti mercati e cambiato in parte il modo in cui si fa promozione e si vende online.
Oggi avere un prodotto eccellente non basta, bisogna essere in grado di raccontare delle storie autentiche, che sappiano creare una genuina connessione con la propria audience e proprio in questo entrano in gioco gli influencers. Il mio ruolo è quello di assicurare ai brands con cui lavoro che stanno investendo nella giusta persona, offrendo loro analisi dettagliate dei profili social dell’influencer”.
Che differenza c’è tra lavorare in Usa rispetto all’italia?
“Stati Uniti ed Italia sono due realtà decisamente agli antipodi sotto molti punti di vista. Lavorativamente parlando, le differenze marcate che ho avuto modo di cogliere riguardano l’approccio americano all’imprenditorialità, un mondo da sempre al centro dei miei interessi, che ho iniziato ad esplorare fin dall’adolescenza.
Negli Stati Uniti ogni idea merita rispetto, tutti sanno che un domani potrebbe rivelarsi qualcosa di ben oltre una semplice idea. In Italia quando lavoravo da dipendente spesso confidando ad amici o colleghi che un giorno avrei voluto essere un’imprenditrice digitale ero sempre presa poco sul serio.
Inoltre negli States l’età anagrafica è marginale, quindi nessuno si permetterebbe di dire “hai 35 anni, non è un po’ tardi?”, piuttosto tutti ti chiedono il bigliettino da visita e ti incoraggiano ad inseguire il tuo futuro”.
Cosa porti della tua esperienza italiana in Usa?
“Col tempo e dopo i primi successi professionali ho capito di aver portato la mia italianità nelle sfumature migliori: spirito di sacrificio, passione per l’eccellenza e capacità di adattamento alle situazioni meno propizie che si è rivelata essere l’arma vincente per affrontare le sfide quotidiane nella giungla cittadina di Manhattan”.
Quali sono le caratteristiche che un influencer marketing deve avere per avere successo ?
“Le caratteristiche per avere successo secondo me devono necessariamente essere: l’onestà e la trasparenza verso clienti e collaboratori, eccellenti doti di analisi, apertura all’innovazione e la capacità di capire come valorizzare gli altri”.
Cosa ami o odi di New York ?
“La diversità è una delle cose che amo di più della vita Newyorkese, mi arricchisce lo spirito e mi permette di fare spazio a nuove forme di idee. Adoro anche molto i business brunch o i business breakfast nelle caffetterie di Manhattan che fungono spesso da “sala riunione”; la cosa mi fa sorridere molto perchè potresti firmare il contratto con un cliente importante in un’anonima caffetteria d’angolo a midtown, e nessuno farebbe una piega! Questa cosa la trovo meravigliosa!”.

Qualche esempio delle tue collaborazioni e a cosa stai lavorando ora?
“In questo periodo sono impegnata su più fronti. Oltre alla consulenza che mi permette di seguire direttamente molti clienti internazionali ed essere attiva su vari progetti, sto lavorando all’ampliamento della selezione dei contenuti dello shop sul mio sito web , ci sono anche alcune importanti collaborazioni digitali che per ora non anticipo ma che spero si concretizzino molto presto. Poi ho un progetto personale che porto avanti da poco tempo e che sintetizzo in due parole: donna + supereroe, due ingredienti per una ricetta esplosiva, di cui se ne sentirà parlare prestissimo”.
Com’è la vita da freelance a New York?
“La vita da professionisti digitali qui a New York è ogni giorno una nuova sfida. New York è una città che da tanto ma allo stesso tempo gestire tutto quello che ha da offrire è molto faticoso, l’ideale sarebbe avere una giornata di 72 ore”.
Che spazio ha oggi la tecnologia nel mondo dell’imprenditoria e della comunicazione?
“Per me ha rappresentato un vantaggio competitivo importante in quanto mi ha permesso di cogliere delle opportunità senza limiti di tempo o geografici, impensabile fino a qualche decennio fa! E’ anche vero che il telefono oggi è un prolungamento naturale della mia mano e lavoro con tre schermi per essere aggiornata in tempo reale sulle attività che seguo giornalmente. Devo ammettere però che i miei veri alleati rimangono l’hard disk e il battery bank del mio iphone, non riesco ad uscire di casa senza!”.