Caro nuovo Governo,
a vivere all’estero si rischia di diventare più orgogliosi del normale della propria Patria. Per questo, mentre ancora tu vaghi nella nebbia, in queste ore di eccitante fervore politico, da buona italiana expat ti volevo ringraziare per alcuni aspetti del nuovo contratto di governo, così chiaro, preciso, oserei dire visionario, che potrà cambiare le sorti del nostro Paese e forse farci rientrare una volta per tutte in Italia.

1. Grazie perché ci hai dato il tempo di pensarci su.
Sì insomma, formare un nuovo governo subito dopo le elezioni del 4 marzo sarebbe stato fuori luogo, avremmo rischiato di fare quelli che si tirano su le maniche per una qualche forma di cambiamento. Ma essere il fanalino di coda europeo per il reddito pro capite, superati anche dalla Spagna e presto dalla Grecia non è abbastanza: per il cambiamento serve tempo. E per sistemarsi le sedie mascherando le contraddizioni ne serve pure di più.
2. Grazie per avere riportato l’Italia sui teleschermi delle televisioni di tutto il mondo.
Non se ne poteva più di questo snobismo dell’informazione internazionale. Adesso invece, mentre sei al ristorante, in palestra, dal parrucchiere, in Inghilterra, Francia, Spagna, Olanda, i notiziari parlano di “populism” e tu ti senti a casa con i faccioni di Salvini, Di Maio e dato che ci siamo anche con quello di Berlusconi, sempre un po’ messo sullo sfondo ma che non manca mai.
3. Grazie per la tua capacità di farci sentire estremamente fighi.
Perché nomini candidati Premier che per farsi belli inseriscono nel curriculum nomi di università americane, parigine, viennesi frequentate per un paio di giorni d’estate. Quindi noi che ci abbiamo studiato per davvero potremo sostituire Mattarella? Io che addirittura scrivo per La Voce di New York, e nemmeno per finta, vinco la candidatura a Papa?
4. Grazie per aver parlato di cultura a pagina 16 del tuo contratto di governo.
Hai scritto che “La cultura è importante e va tutelata”. Aggiungerei che il cielo è blu e l’erba è verde. Grazie per non aver parlato invece di ignoranza e arretratezza culturale. Altrimenti avresti anche dovuto dire che per quanto riguarda la lettura delle notizie online, gli italiani sono ultimi in Europa. I dati dell’Indice Desi 2018 dicono infatti che l’Italia è ultima in classifica, 28esima su 28 Paesi, nel 2018 per la percentuale di persone che utilizza Internet per informarsi. Almeno l’anno scorso eravamo ventiseiesimi. Solo il 56 per cento si forma una propria opinione confrontando le notizie caro Governo, la media Ue è del 72 per cento.
Allora tu mi dirai che gli italiani leggono i quotidiani. Ma lo scorso novembre il calo delle vendite delle singole testate è stato dal 5 al 20 per cento. La cultura è importante e va tutelata. Non aumentata.

5. Grazie per aver dedicato, sempre nel documento del contratto, una pagina e mezza al problema del lavoro, mezza pagina alla corruzione, otto righe alla mafia. Ma all’immigrazione invece tre paginette belle piene. Dense di slogan già sentiti nell’atroce campagna politica pre-elezioni. Grazie per continuare a trattare sempre e comunque gli immigrati come esseri non umani. Non serve, no? Tanto ad un certo punto la gente smetterà di fuggire dalle guerre, di volere vivere liberamente la propria omosessualità, le proprie idee politiche contro il dittatore di turno. La gente prima o poi la smetterà di attraversare confini e lasciarsi contaminare dalle altre culture. Tanto le migrazioni, come nel resto del mondo prima o poi si fermeranno, no? Tanto ad un certo punto la gente smetterà di auspicarsi un futuro migliore.
6. Grazie per aver scritto a pagina 52 di voler fare dell’Italia “la nazione alla quale in futuro tutto il mondo guarderà come modello turistico”.
Un forte impianto turistico del resto serve visto che ogni volta che parliamo dell’Italia i nostri colleghi del Nord Europa sgranano gli occhi con pupille a forma di cuore, ci raccontano che hanno comprato una casa sul Lago di Garda, al mare non ci sono nemmeno arrivati, sono rimasti imbrigliati prima da tanta bellezza. Poi però un collega nero, un professionista ben pagato ma che si veste male, ci ha espresso il desiderio di andare a passare due settimane sulla costa italiana. ‘Vorrei affittare una casa. Sarò con la mia famiglia, anche mia moglie è di origini africane. Abbiamo 3 bambini piccoli e li vorrei portare in una bella spiaggia – dice con il suo inglese perfetto. Vive in Olanda da più di 10 anni, non parla una parola di italiano. Gliel’abbiamo sconsigliato.
7. Grazie perché, caro Governo, ci insegni a dimenticare, ad andare oltre.
La tua non è contraddizione, è proprio faccia tosta: i principi “Basta con i governi non eletti dal popolo” da un lato e “Roma ladrona” dall’altro valgono quanto il due di picche. Valgono in pratica quanto il voto. Grazie perchè il tuo essere così surreale ha persino risvegliato il sacro fuoco dei giornalisti, sopito da ere geologiche, che ora cercano di essere davvero guardiani del potere e di smascherarti in tutti i modi.
Devo dire che ci riescono.
8. Grazie per aver trattato il tema degli occupanti abusivi. Hai scritto che “è necessario velocizzare la procedura di sgombero”. Grazie per non aver pensato che anche l’occupazione può diventare una risorsa. Un esempio? In Olanda occupare era legale fino al 2010. Si entra in un palazzo o stabile abbandonato e in pasto all’incuria da tempo, si telefona subito alla Polizia per notificare che si è entrati abusivamente in un luogo non proprio. La Polizia contatta il proprietario e si dà il via alla contrattazione. In certi casi vengono anche stipulati contratti tra proprietari e occupanti: quest’ultimi ristrutturano il luogo abbandonato e se ne prendono cura per anni senza pagare l’affitto, restituendolo poi al proprietario.
Grazie Governo per non aver voluto andare così in là. Altrimenti poi la Polizia anche quello avrebbe dovuto fare.
9. Grazie Governo per la visione e la precisione. Che qui in Olanda sanno cosa faranno nei prossimi 50 anni e noi nel nostro contratto di Governo non mettiamo dettagli troppo precisi, che per cambiare idea non è mai troppo tardi. Grazie per un contratto largo, con poche idee chiare e senza dati o date. Grazie per ribadire sempre “Prima gli italiani”. Ma quali italiani? Anche quelli di seconda generazione? Cioè quelli senza Ius Soli?
10. Grazie infine per averci nominati espressamente, ne siamo onorati.
A pagina 18 del contratto si parla di expat: “E’ necessario valorizzare il loro patrimonio di esperienze e conoscenze per il sostegno del made in Italy. Per promuovere la cultura e la lingua italiana nel mondo.”
Grazie Governo per aver fatto finta di non sapere che noi all’estero siamo tutto un Made in Italy, siamo in pratica pubblicità ambulanti: insegniamo parole in italiano, condividiamo il cibo che ci portiamo dall’Italia, i nostri colleghi internazionali sanno cosa sono la burrata e la bresaola. Promuoviamo senza volerlo la cultura e la lingua italiana nel mondo, è nel nostro dna. Grazie per averci fatto sentire i primi della classe, quelli che devono insegnare agli altri, senza pensare invece di importare le buone pratiche internazionali, magari agevolando aziende internazionali in territorio italiano, che portino skills e structure in mercati dove queste parole si sanno solo dire. E nemmeno sempre.
Il punto è che i primi della classe lo siamo per davvero e il concetto dell’artigianato, della cura, del servizio al cliente inteso all’italiana, spesso all’estero se lo scordano. Siamo bravi, professionali, ma facciamo di tutto per non dimostrarlo. L’alunno è bravo ma non si applica. Con il risultato che non solo porta a casa una brutta pagella. Ma a volte viene proprio bocciato.
E mentre, caro Governo, tu cerchi il nuovo Premier noi pensiamo al ritorno. Peccato che mentre ci parli di Terza Repubblica noi già pensiamo al terzo mondo.