Sabato 20 maggio al Consolato Generale d’Italia a New York si è svolta la seconda edizione dell’evento “Meet the Job Fair”, parte del ciclo di eventi chiamato “Meet the New Italians of New York”. In quella che viene chiamata la “Piazza Italia” del consolato è stato convocato un panel di figure note in vari campi del mercato newyorkese tra cui Giancarlo Bruno, di World Economic Forum, Diego di Rodinò di Miglione, della Cushman&Wakefield, Nicola Fabbri, chirurgo al Memorial Sloan Kettering Cancer Center, Salvo Arena, avvocato nello studio Chiomenti, Vittorio Puppo, di Bracco Diagnostics e Marco Leona a capo del dipartimento scientifico di ricerca al Metropolitan Museum. A moderare il panel la giornalista per America24 Stefania Spatti. Dopo una breve introduzione del console generale Francesco Genuardi in cui si propone di aprire di più il consolato ai giovani e ad eventi come questi perché è un servizio che “va fatto”, i panelist si sono dedicati a descrivere le caratteristiche necessarie per poter distinguersi e avere successo a New York.

Tutto il panel ha concordato che la chiave per il successo dei giovani italiani a New York parte con l’avere lo stesso sogno, quello di farcela avendo successo nella grande mela. A questo però va affiancata una grande determinazione e un piano concreto ed efficace per poter arrivare al traguardo. Non basta infatti la sola determinazione se non accompagnata da un progetto concreto fatto di netwoking, duro lavoro, straordinari e orari impossibili. Infatti, come ha spiegato Salvo Arena bisogna essere capaci di dimostrarsi migliori dei colleghi americani nel proprio campo. Non basta essere nella media, bisogna essere competitivi nel già difficilissimo mercato americano e ciò significa che bisogna essere i migliori. Bisogna sfruttare i pro della cultura ed educazione italiana ed integrarli con quelli americani: solo così attraverso un mix perfetto tra Italia e USA i giovani italiani possono raggiungere il successo. Perché gli Stati Uniti sono ancora una meritocrazia e bisogna essere bravi per poter arrivare. Questo è stato il vero tema dell’incontro.

Motivazione, determinazione ed esecuzione sembra essere la formula magica per avere successo secondo i nostri panelist. Però l’ostacolo principale per i giovani italiani in sala non sembra essere quello della bravura, molti di loro infatti hanno avuto grandi successi nel campo accademico americano, ma quello dei visti. Perciò, dopo l’incontro con chi ha avuto successo a New York, il consolato ha organizzato un incontro con l’avvocato Andrea Fiocchi della Reinhardt LLP, uno studio legale internazionale specializzato in immigrazione. Fiocchi ha illustrato i diversi visti disponibili per gli italiani e ha spiegato a quali visti ambire e le casiste in cui si possono richiedere, soprattutto alla luce delle nuove riforme dell’amministrazione Trump. Si è messo inoltre a disposizione per rispondere a delle domande più specifiche ai singoli del pubblico.
Dopo una breve pausa pranzo è arrivato il vero e proprio momento di networking e job fair. Diverse aziende e compagnie per lo più italiane come l’Eni, l’UniCredit, la Chiomenti, la Vias, la Lane, la Monini, l’Intesa San Paolo, Eataly ed ancora la Barabino & Partners USA e la ExportUSA si sono messe in vetrina per promuovere e raccogliere i curricula dei giovani italiani in cerca di lavoro. Alcune di queste erano proprio in cerca di personale bilingue altre invece semplicemente per sostenere la loro presenza nell’area all’interno della comunità italiana.
Molti erano i giovani presenti all’evento, speranzosi di continuare il loro futuro qui negli Stati Uniti. Parlando con loro sembra che l’evento sia stato apprezzato per la maggior parte anche se alcuni sembravano un po’ delusi dalla mancanza di varietà nelle posizioni lavorative offerte dalle compagnie presenti. Comunque sia, siamo solo alla seconda edizione e c’è tempo e spazio per continuare a far crescere questa bella iniziativa che porta giovani professionisti ed esperti italiani in contatto e crea le opportunità per poter far conoscere le eccellenze italiane.