Benjamin Franklin diceva che ci sono tre tipi di persone al mondo: quelle che non si muovono perché non sono in grado o non vogliono fare nulla; quelle mobili che sentono bisogno di cambiamento e lo assecondano; e quelle che si muovono e che fanno in modo che le cose accadano. Federica Cascia appartiene senza dubbio a quest’ultima categoria ed è una donna davvero “nata per correre”.
Originaria delle Marche, a 40 anni è da pochi giorni diventata Brand strategy & development senior manager della Samsung, dopo l’esprienza in Philips dove ha ricoperto la posizione di Consumer Marketing Manager della divisione Lighting. Ma non è solo nel lavoro che dimostra grande dinamismo: è atleta, ballerina, aspirante attrice, ha corso la New York City Marathon, ha un blog in cui parla di comfort zone e ha sempre percorso enormi distanze geografiche e professionali.
La incontro in un caffè di Bryant Park, proprio a pochi passi dal suo appartamento, intenta a lavorare al suo portatile e a parlare al telefono senza perdere un sorriso gentile.
Come si arriva dove sei arrivata? Che percorso formativo hai fatto?
“Mi sono laureata in Economia e Commercio e ho scoperto il grande amore per il marketing strategico frequentando il Master di primo livello in Imprenditorialità e Management dell’Innovazione. Ho proseguito frequentando l’Executive Master in Social Media Marketing & Web Communication della Scuola di Comunicazione IULM. Dopo ho lavorato sul territorio italiano per aziende di settori diversi nel mondo del largo consumo come Procter & Gamble, Sanpellegrino Nestlè Waters, dove ho gestito marchi come Oil of Olaz, S.Bernardo, Acqua Panna. Mi sono trasferita a Roma e poi Milano a lavorare per Nestlè Waters Italia (Sanpellegrino) e Nesltè Waters North America. Tutto ciò per sei anni. Poi dal 2006 al 2009 sono stata a capo del team che aveva come obiettivo il rilancio del marchio Acqua San Bernardo in collaborazione con l’azienda Giugiaro e i suoi designer”.
Come è nato il rapporto con gli USA?
“Lavorando per Acqua Panna Internazionale ed essendo interessata al mercato statunitense ho chiesto di poter essere inserita nel progetto oltreoceano. Lo facevo da Milano, dove vivevo allora e lavoravo su due fronti, con due pc e due fusi orari diversi… iniziavo alle sei del mattino fino a mezzogiorno, dall’una in poi mi connettevo con i colleghi negli States. Intanto il mio ruolo è cambiato e sono stata assegnata alle vendite a diretto contatto con il cliente per dieci mesi, un’esperienza dura ma utile che mi ha fatto capire ancora di più quanto mi piacesse il marketing. Dopo tutte queste esperienze, decisamente utili, nel 2011 è cominciata la collaborazione con Philips a Milano in qualità di consumer marketing manager della divisione Lighting. Mi hanno affidato un team di 14 persone di tutte le età ed ambiti lavorativi, dallo stagista al senior. L’ho considerato un passo importante in un settore diverso. Perciò ho ripreso gli studi, con un Master in Social media marketing and web comunication e finalmente nel 2013 sono diventata responsabile del digital e social media e del consumer marketing. Subito dopo ho avuto la proposta di trasferirmi a New York. Nel 2014 sono stata nominata omni channel director e da Agosto 2015 responsabile del pianio di marketing omni-channel per l’innovativa categoria di prodotti ‘connessi’ Philips Hue Lighting”.
Nel frattempo hai aperto un blog, Comfort Zone Shake Up, vuoi parlarcene?
“Il blog è il luogo in cui mi cimento con l’insegnamento e spiego i meccanismi che le persone applicano per crearsi la propria zona di protezione. Ho studiato con grande interesse la programmazione neuro linguistica applicata alla comunicazione e alla crescita personale ed è stato un buon punto di partenza per accumulare esperienze. Ho capito che è necessario guardare oltre, che dobbiamo cimentarci in sfide e confronti, costruirci esperienze, sollecitare le nostre curiosità ed aprire la mente, ma soprattutto saperci mettere in discussione. Tutto ciò è nato dal bisogno di guardare al futuro con gli occhi ben aperti e ‘scuotere le cose’!”.
Che impatto hai avuto con la città? Ti manca l’Italia?
“Ero stata a New York nel 2009 per la prima volta, per cinque mesi, da sola, riscontrando enormi problemi con la lingua. Li ho ancora [ride] ma dopo numerosi corsi e dovendo utilizzare l’idioma locale per lavorare sono entrata nel mood e mi è meno difficile comprendere ed esprimermi. Per il resto vorrei godermi di più tutto ciò che offre la città. Per ora mi dedico ad allenarmi nella corsa nel poco tempo libero che ho e quest’anno ho corso la Maratona: una grande emozione! Altrimenti mi rifugio nella Public Library di Bryant Park dove scrivo sul mio blog (in inglese, quindi fuori dalla mia comfort zone!). In Italia torno quando riesco, 2 o 3 volte l’anno, ma esclusivamente per vacanza. A volte mi manca, è vero ma quando mi affaccio alla terrazza che dà su Bryant Park mi dico, beh, non potrei desiderare di più…”.
Da donna di successo puoi dirci quali sono le risorse utili per affrontare un lavoro così impegnativo?
“Elementi fondamentali per ‘essere sul pezzo’, nel lavoro e nella vita pratica sono curiosità, creatività ed auto-motivazione. Ognuno di noi è responsabile della propria vita, dobbiamo essere gli autori della nostra storia e infine…uscire dagli schemi e dalla nostra zona protetta. Come? Abbattendo gli stereotipi mentali, essere pronti a mutare abitudini, saper reagire al cambiamento con positività, traendone stimolo. Ad esempio, i social media hanno rivoluzionato la vita delle persone ed il loro modo di esprimersi e di comunicare; noi dobbiamo essere ricettivi ed accettare le sfide per essere presenti nella società”.