I volti segnati dal lavoro, le insegne su cui campeggiano nomi e cognomi dal suono familiare, simboli religiosi, gesti noti: lo sguardo scorre sulle immagini e riconosce i segni di una storia collettiva, quella degli italiani d’America. La mostra Reframing Italian America: Historical Photographs and Immigrant Representations, in corso al Calandra Italian American Institute della City University of New York fino all’8 gennaio 2016, è una raccolta di 23 fotografie storiche dei decenni a cavallo tra Ottocento e Novecento quando l’immigrazione italiana in questo paese iniziava a dare vita a comunità dai forti tratti identitari.
Le immagini fanno parte di una collezione di 232 fotografie appartenute a Bernard Titowsky, libraio antiquario newyorchese, e acquisite dal Calandra nel 1999. Circa due terzi della collezione sono immagini che riguardano la vita di tutti i giorni della comunità italo-americane in giro per gli States. Per più di quindici anni le fotografie sono rimaste negli archivi del Calandra finché l’istituto ha deciso di dare loro nuova vita incorniciandole ed esponendole al pubblico. La mostra, la cui apertura è stata anche occasione per lanciare un catalogo che contiene alcune immagini non esposte e saggi critici, è stata curata da Joseph Sciorra e Rosangela Briscese, rispettivamente direttore e assistente del direttore per i programmi culturali del Calandra Institute.
“Le immagini ritraggono diversi luoghi nel Paese e coprono diversi periodi di tempo e vari temi anche se alcuni, come il lavoro e la vita familiare, sono ricorrenti – spiega Rosangela Briscese – Alcune delle foto hanno delle iscrizioni sul retro che ci forniscono qualche indicazione. Si tratta sicuramente di fotografi diversi e alcune riportano il nome dell’autore e in alcuni casi si tratta di fotografi noti dell’epoca: è interessante pensare che si fossero rivolti a fotografi importanti per scattare foto nei posti di lavoro o comunque in luoghi della vita quotidiana”. Il criterio con cui queste immagini sono state aggregate e il motivo per cui sia stata creata la collezione originaria restano ignoti: “Alcune delle immagini sono catalogate con un’etichetta sul retro scritta in italiano e sappiamo che all’inizio del secolo in Italia ci sono state alcune mostre fotografiche che documentavano la vita delle comunità emigrate all’estero. Tendiamo a pensare che le foto, o almeno alcune di esse, potrebbero essere state parte di una di queste mostre in Italia”.
Diverse le immagini in mostra che riguardano New York: una foto di un gruppo di lavoratori durante la costruzione di Penn Station, immagini della chiesa Our Lady of Loreto a Brooklyn, scatti di botteghe e negozi della città. Ora i curatori vorrebbero digitalizzare l’intera collezione e far girare la mostra in altre istituzioni culturali, in Italia e in America.