Si è svolta giovedì a Roma, presso l’Aula dei gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, la cerimonia di conferimento del Premio America promosso dalla Fondazione Italia USA presieduta da Lucio D’Ubaldo, giornalista e saggista, già senatore della Repubblica e membro della direzione nazionale del Partito Democratico.
Il premio è conferito annualmente a persone che si sono particolarmente distinte in vari settori della società civile, contribuendo a rafforzare l’amicizia e la collaborazione tra l’Italia e gli Stati Uniti. Esso si avvale anche della adesione del Presidente della Repubblica italiana. Anche quest’anno, la scelta dei temi e le relative motivazioni hanno confermato lo spirito indipendente ed apartitico di una Istituzione nata dieci anni fa per testimoniare la solida tradizionale amicizia tra i due Paesi.
I premiati per l’edizione 2014 sono: Lucia Annunziata, direttore Huffington Post Italia, Alan Friedman, giornalista e scrittore, Frank J. Guarini, presidente emerito NIAF, Gianni Letta, già Sottosegretario della Presidenza del Consiglio, Paolo Limiti, conduttore televisivo, Margherita Maccapani Missoni, stilista, Pier Paolo Pandolfi, Fondazione HBT – Harward University, Roberta Pinotti, ministro della Difesa, Mel Sembler, già Ambasciatore USA in Italia, Luisa Todini, presidente Poste Italiane. Un premio speciale alla memoria è stato assegnato al regista e produttore cinematografico Sergio Leone. Nella cornice del Premio America la Fondazione Italia USA ha attribuito anche tre medaglie della Camera dei deputati ad altrettanti studenti di università americane: Diedré Blake, Neal Huddon-Cossar, Challis Popkey.
Nel corso della cerimonia riconosco un filo conduttore della manifestazione nella psicologia dei volti e richiamo della memoria contenuti nel breve filmato su Sergio Leone (C’era una volta .… Sergio Leone): un susseguirsi di emozioni visive, volti e ritratti che raccontano storie, esempio di reale sinergia tra la cultura e tradizione italiana e quella americana.
Suscitano sorrisi i racconti di Paolo Limiti fin dalla più tenera età alle prese con una passione per l’America (ancora oggi ordina cibi speciali “made in USA” direttamente da Hollywood). Traspare chiaramente un forte impegno nella testimonianza di Lucia Annunziata. Le analisi-provocazioni di Alan Friedman riassumono efficacemente il mix italo-inglese del noto giornalista. Grazie a giovani della J. Cabot University si coglie fiducia nel futuro come accade pure con le parole di Margherita Missoni, che ha già iniziato una attività professionale di successo sulla scia di quella creata dal nonno. Spetta a Gianni Letta ricordare i numerosi ambasciatori (11 su 18 dall’inizio della Repubblica ad oggi) con i quali ha collaborato per rafforzare le collaborazione politica e commerciale. Infine, con Frank Guarini, sensibilmente commosso (“… in tanti anni di vita pubblica ho sempre trattenuto la commozione …”), si è tornati alle origini della presenza italiana in America. La storia della sua famiglia ci riporta ai primi del Novecento, quando i bastimenti depositavano sulla banchina di Ellis Island il loro carico umano per dare inizio alla grande epopea dell’emigrazione italiana. È poi la volta della scienza taumaturgica rappresentata da Pier Paolo Pandolfi, il quale illustra chiaramente i progressi fatti nella lotta contro il tumore e, soprattutto, informa i presenti circa i recentissimi brillanti risultati raggiunti. Lo stesso Pandolfi, inoltre, menziona l’ambizioso progetto da lui perseguito, ossia creare sia in America che in Italia centri di ricerca in diretta sinergie.
Alla fine, sono sempre più convinta che iniziative di questo tipo possono realmente contribuire ad arricchire, dal punto di vista sociale, culturale ed economico, una collaborazione, che le attuali vicende dei due continenti dimostrano sempre più necessaria per avviare nuovamente un ciclo economico dispensatore di benessere.