“Voi, ragazzi, non siete il futuro, voi siete il presente a cui credo profondamente”.
Sono arrivate al cuore dei giovani queste parole di Pippo Giordano, che la mattina del 22 marzo ha incontrato, per il secondo anno consecutivo, circa 600 studenti dell’ITTIS di Rimini, accolto anche dall’Istituto Storico di Rimini nella persona di Maria Rosaria Didedda (Responsabile per la Didattica). Giordano, ex Ispettore antimafia ormai in pensione che ha collaborato con personalità come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, da anni va nelle scuole a sensibilizzare i ragazzi sul problema della mafia, offrendo una rara occasione di confronto. Come quello di lunedì: gremito di ricordi, riflessioni e desiderio di conoscere.

Una sfilza di domande, nate dalla pudica confusione di adolescenti che, ignorando ancora la loro collocazione nel mondo, hanno paura di fare errori o di non saperli riconoscere: “Come può un giovane tenersi lontano da ciò che è legato alla mafia?” ha chiesto qualcuno. I ragazzi hanno sentito, attraverso il racconto della vita di Giordano, la veridicità degli intenti di chi ha lottato e lotta per far rispettare la Legalità. Un termine spesso astratto, ma che quel giorno si è incarnato in chi, da un paio di anni, ne è divenuto persino l’ambasciatore in Francia, per conto del nostro Paese.
Pippo, come lui preferisce farsi chiamare, ha il dono di saper dialogare coi ragazzi, di accendere emozioni spesso disperse tra le infinite parole ed immagini che scorrono ogni giorno tra computer e telefonini. Il ricordo delle stragi e delle vittime di mafia diventa preziosa occasione per una presa di coscienza, un ulteriore gradino verso la crescita della persona. L’incontro con Giordano ha infatti rappresentato per gli studenti un momento che è stato molto di più di ore istituzionali di Educazione Civica, adesso propinate come proposta politica rivoluzionaria dal Ministero dell’Istruzione, come se fino ad oggi la Scuola non avesse intrapreso in modo costante percorsi fondati sull’impegno civile. Un percorso che quest’anno ha visto la realizzazione di un video preparato dagli stessi studenti e dedicato a Giordano attraverso la loro percezione della mafia.

Centinaia di ragazzi connessi su una piattaforma per interagire e per cogliere quel senso di umanità che solo animi come quelli di Pippo sanno trasmettere. Anche in un momento come questo, in cui la distanza rende difficili le relazioni sociali fatte di abbracci, scherzi, sguardi e risate senza motivo. Un’umanità che anche loro, come noi, vorrebbero non perdere, tra le paure e quella temibile abitudine all’assenza fisica: “Stamattina non ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad uno schermo deprimente, ma ho sentito quel calore che manca in questi giorni nella scuola”, ha scritto una docente in chat alla fine della mattinata.
Mai come adesso è necessaria la trasmissione di valori, come quelli legati alla vita, alla dignità, attraverso la memoria, la speranza, punti di riferimento per dei ragazzi sempre più disorientati, confusi, che non hanno bisogno di eroi, ma semplicemente di Uomini.