Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, la gente aspetta il suo arrivo per ore e ore e finalmente, quando sente il rumore, salta in piedi e lo saluta con la mano, gli grida parole d’amore e lo guarda scomparire come guarda un soldato a cavallo, a cavallo nel cielo di aprile….
Così Lucio Dalla nella canzone celebrava il più grande pilota del passato, del presente e del futuro (la definizione è di Ferdinand Porsche), “Il mantovano volante”, “Nivola”, uno dei pochi nella storia delle corse a vincere in moto e in auto. I tifosi lo ricordano al volante di Alfa Romeo, Auto Union, Maserati, Cisitalia, ma Tazio Nuvolari fuori dai circuiti è stato un automobilista come tanti.
Nel suo parco macchine ci sono state utilitarie e fuoriserie. Una di queste ha una storia particolare perché è l’ultima (o la penultima secondo alcuni storici) che ha posseduto: una Fiat 1400 targata MN 29489. Ebbene quest’auto con i documenti originali in cui sono riportati i dati del campione e, dopo la sua morte nel 1953, della moglie Carolina Perina, è stata scovata per caso in un’officina bresciana nel 2013 e, dopo una lunga trattativa, è stata comprata dall’Associazione mantovana auto e moto storiche Tazio Nuvolari.

“Con l’acquisto di questo pezzo unico – si legge sull’organo ufficiale dell’Amams “La Tartaruga” – il nostro club ha regalato alla collettività la Fiat 1400 evitando che finisse in collezioni private o in musei europei”.
L’auto è stata esposta al Museo Nuvolari e alla Galleria nazionale dei vigili del fuoco di Mantova, suscitando l’interesse degli appassionati; poi è stata impegnata in gare di regolarità come il Gran Premio Nuvolari, il Gran Premio di Belgrado, dove il pilota trionfò con l’Auto Union prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, e alla Mille Miglia guidata dal presidente del club Claudio Scapinello. Per gli amanti dei dettagli, è stata immatricolata nel 1950 e costava un milione e 275mila lire.
Come usava quest’auto il pilota? Una risposta si trova nel catalogo della mostra “Quando scatta Nuvolari” curata da Gianni Cancellieri e Adolfo Orsi. “A Mantova c’è chi lo ricorda ancora passare a passo d’uomo. Doctor Jeckyll e Mister Hyde”.