Chi ha detto che i quotidiani locali sono provinciali? Di certo non lo erano alle origini, quando il giornale usciva in formato mini con quattro pagine e abbondavano le notizie dall’estero, mentre i fatti della città erano assenti o relegati sempre in ultima pagina. La Gazzetta di Mantova, fondata nel 1664, è il più antico giornale d’Italia e ha appena rinnovato il suo museo dedicato a una storia di carta e di notizie lunga 355 anni.
Entrando nella sede, un palazzo di vetro, l’allora ministro della Cultura, Dario Franceschini esclamò: “Sembra il New York Times”. In effetti un elemento americano c’è: la linotype degli anni Trenta costruita della Mergenthaler, azienda di Brooklyn. Un monumento all’età del piombo, quando in redazione regnavano le macchine da scrivere e nelle tipografie queste macchine fumanti con le caldaie. Ma com’è cambiato il museo della Gazzetta? Tempo fa l’editore ha acquistato una preziosa collezione privata di giornali del 1600, 1700 e 1800. Pagine fitte di corrispondenze dall’Europa, Vienna, Stoccolma, Amburgo, ma anche da Costantinopoli e Bagdad. La copia uscita il 24 novembre 1769 racconta in poche righe il dramma della città sconvolta dal terremoto e da una violenta grandinata: 4.000 case rovesciate, molti morti e i sopravvissuti che non osavano uscire “per paura di avventurarsi alla morte”. In mostra anche un giornale del 1715 con una corrispondenza dall’Argentina, per la visita del principe di Baviera.
Dicevamo poche notizie locali, sempre in ultima, spesso dedicate a battaglie, visite di ambasciatori, ma anche alle omelie in duomo di famosi predicatori. Per trovare notizie mantovane in evidenza bisogna arrivare al 1800, come nel caso della morte del senatore Giovanni Arrivabene, mentre la prima fotografia è del 1892, il maestro Mascagni. Nel museo ci sono testimonianze sulla prima guerra mondiale, l’avvento del fascismo con le leggi razziali, il voto sulla Costituzione italiana, il primo uomo sulla Luna nel 1969 con il dialogo tra astronauti e base di Houston. Mantova, la città dei Gonzaga che affidarono la stampa di questo foglio alla famiglia Osanna, è stata anche capitale della cultura. Nel 1968, con una terza pagina dedicata a un inedito di Eugenio Montale, la Gazzetta ottenne la medaglia d’oro della presidenza del Consiglio dei ministri. Il Festivaletteratura arrivò 30 anni dopo.