Si sente rimbalzare sui media italiani l’eco di un certo orgoglio nel rivendicare le origini italiane della First Lady della nuova era democratica americana. È così che perdiamo l’occasione per scrollarci di dosso un po’ di provincialismo vecchio stampo. Con uno sguardo più lungimirante e realistico, infatti, dovremmo essere qui a tessere orgogliosi le lodi di qualcosa di più grande ancora: l’italicità respirata durante l’inauguration Day di ieri 20 gennaio, anno di speranza 2021. Jill Biden, Lady Gaga ma anche Bruce Springsteen, Jon Bon Jovi e lo stesso Tom Hanks, tra i protagonisti della festa presidenziale, cosa hanno in comune? Il senso di appartenenza ad una comunità di valori che travalica confini e vecchie divisioni burocratiche, e si incontra in uno spazio altro condividendo l’amore per un certo modo di vivere, per l’arte, per il patrimonio gastronomico e la tradizione culturale, così come il fascino per tutte le sfumature che caratterizzano l’essere italiani, dalla raffinata dolce vita al kitsch, dall’aulico al popolare, in modo trasversale e senza divisioni.

Lady Gaga Germanotta con origini a Naso, Messina, e il cuore che si emoziona dopo aver cantato l’inno nazionale americano, scrisse tempo fa su Instagram di quanto le piacesse “restare connessa con la sua cultura di origine”. Ecco riassunta in una caption gli ingredienti all’essenza dell’italicità nello specifico e più in generale di tutte le comunità di sentimento (citando un’espressione felice di Piero Bassetti): il piacere di, la connessione, la cultura, le origini. Origini italiane che accomunano Lady Gaga al Boss del New Jersey. Figlio di padre irlandese e di Mamma Adele Zerilli di Vico Equense, Springsteen non lascia trascorrere anno senza tornare in Italia e, al netto dei concerti, il rocker ama follemente godersi il Lago di Como, acquistare abiti italiani, visitare Roma, solcare il mare di Capri e della Liguria, e se si trova a Milano, cascasse il mondo mangiare le lasagne sui Navigli nel suo ristorante di fiducia. Moda, gastronomia, amore per le sue origini ma anche per le tradizioni italiane, passionalità del vivere e meraviglie naturali, ecco cosa lega Springsteen a molti altri, italiani e no, celebrità e non, che si sentono connessi al nostro paese. Storia simile anche per John Bon Jovi, all’anagrafe Bongiovi, come tanti Bongiovi ci sono a Sciacca paese originario del padre. Ma l’italicità sta ad un livello superiore, travalica tempo e spazio come abbiamo detto, e per sentirsi italici non è necessario avere radici nel bel giardino dell’impero. Ne è esempio l’americanissimo Tom Hanks di Concord (California), che ha una passione smodata per le Fiat 126 d’epoca, ama le vacanze in Italia e ha una sorella che è forse più italica di lui, sposatasi e stabilitasi a Polcenigo in provincia di Pordenone.

Tanti sono gli esempi da passare in rassegna fino ad arrivare proprio a Jill Tracy Biden Giacobbo, americanizzata Jacobs per volontà del nonno Gaetano arrivato in America da Gesso (Messina). La First Lady ha ribadito poco tempo fa, che proprio i valori dei suoi bisnonni italiani saranno guida dell’amministrazione di suo marito. Eccola qui la cosa più importante: la condivisione dei valori, il senso di appartenenza su basi comuni che si incontra in ogni angolo di mondo e crea civiltà transnazionali. In un paese enorme e denso di culture e provenienze differenti come gli Stati Uniti, le comunità di sentimento appaiono ancora più significative che altrove: il giuramento davanti alla bandiera americana di comunità ispaniche, asiatiche, afro… italiche, appunto, un esempio in scala di ciò che sta già realizzandosi nel mondo intero, e lo show serale per l’ Inauguration Day, che ha unito gli spazi fisici e identitari sterminati degli USA grazie alla rete, ha qualcosa da insegnare su come cucire nuove comunità di sentimento che si riuniscono attorno alla passione per l’umanità.
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